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82/377: Sant’Anna Arresi

ISPIRAZIONE

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Anche oggi la strada è breve e non molto piacevole, nuvole e pioggerellina finissima. Percorro la breve distanza per arrivare a Sant’Anna Arresi, comune senza Sindaco (è il quarto dopo Sarule, Austis e Ortueri).

Il paese si estende lungo la strada principale per un bel tratto. Su un lato le traverse salgono ripide. Prendo quella verso il Municipio per la fotografia di rito. Poi risalgo ancora e mi ritrovo nella famosa piazza che ospita ben due chiese e un nuraghe! Ovviamente la chiesa di Sant’Anna, vecchia, e quella di San Pietro, moderna. Proprio in mezzo alle due, il nuraghe, ben conservato, l’unico nuraghe all’interno di un paese (escluso quello di cui rimane molto poco a Villaperuccio), un sacro sandwich imbottito di profano. Da qui si gode di una bella vista verso il mare, ma la pioggia aumenta e mi sposto.

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Arrivo da Lucia, che mi ospiterà per la giornata. Mi accolgono anche i suoi due cani Tristano e Isotta, dapprima abbaiandomi da dentro il cancello, poi facendomi feste infinite una volta entrato! Mi sistemo, pranziamo e nel frattempo il tempo migliora perciò decido di prendere la bicicletta per fare un giro fino al mare.

Percorro delle strade di campagna che anche qui come nei comuni precedenti di Masainas e Giba tagliano campi di carciofi e vigne. E anche qui le zone prendono il nome dai proprietari dei casolari o medaus: Is Pigas, Is Cinus, Is Peis, Is Faddas e altri. La strada sale e si insinua tra le colline. Mi dirigo verso Porto Su Trigu, un bel tratto di costa rocciosa proprio di fronte all’isola di Sant’Antioco. Il mare è mosso, rimango al sole a godermi il rumore delle onde e a osservare le piccole isolette del Toro e della Vacca. Mi passa accanto solo un signore, con una barba bianca lunghissima, che ha raccolto qualche spugna spiaggiata.

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Riparto e riscendendo dalle colline mi godo la vista del paese in lontananza sotto le montagne. Devio a destra e costeggio tutta la zona degli stagni, ben quattro, nei quali si trovano molti fenicotteri rosa e altre specie di uccelli. Arrivo all’ingresso di Porto Pino, nota località turistica, oggi deserta. Attraverso il piccolo ponticello sopra il porto canale, dove ormeggiano parecchie barche, e arrivo subito alla spiaggia numero 1. Da qui mi godo la vista, il mare, il cielo che si è ripulito, la spiaggia, in lontananza si vedono le famose dune, le colline retrostanti.

Rientro in paese da un lungo rettilineo. Vedo un cartello che indica un sito archeologico, ma è un po’ tardi e la luce è già calata quindi abbandono l’idea di cecare di vederlo. Torno a casa di Lucia per una tranquilla cenetta a cui partecipano anche Tristano e Isotta!

 

FRAMMENTI SONORI

Nel paese dello storico festival Ai Confini Tra Sardegna e Jazz, giunto alla sua XXXIII edizione, non potevo che lasciarmi andare ad un improvvisazione!

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BREVI NOVELLE SARDE

Donna imprenditrice 3. Dalla prima telefonata mi accorgo che Lucia non ha l’accento sardo ma del nord Italia. Oggi ci conosciamo e riesco a scoprire i perché. Sebbene nata in Sardegna, la famiglia si trasferisce quando lei è piccolissima a Torino, dove vivrà per la maggior parte della sua vita. Rientra qui inizialmente per stare vicina ai genitori anziani ritornati in Sardegna. Quando questi muoiono Lucia decide di stare qui e di darsi da fare per la sua passione principale: i cani. Dopo tanti sforzi (e qualche bastone tra le ruote) Lucia è riuscita a creare la spiaggia per cani a Porto Pino, uno spazio tra la prima e la seconda spiaggia dove i padroni possono condividere l’esperienza del mare con i loro amici a quattro zampe. Inoltre Lucia lavora per trovare una soluzione per i cani randagi della zona. E tra un cane e l’altro si dedica anche a l’ospitalità delle persone, affittando degli appartamenti.

Lucia mi ha ospitato anche perché ha un figlio ventenne che vive in Germania, e mi dice che le piace l’idea che se suo figlio dovesse aver bisogno di ospitalità qualcuno gliela possa offrire. A casa di Lucia i cani sono parte della vita, intorno al tavolo, sul divano. A molti ospiti ciò spaventa (e lei li manda tranquillamente altrove!) ma a me no. E così mi racconta di quando il ciclista Janus Rivers (di cui ho già parlato nella pagina di San Giovanni Suergiu) le chiese ospitalità e lei gli propose una bella casa poco fuori paese. Ma Janus pretese una casa in centro! Oppure mi racconta del grande jazzista americano Butch Morris, ospite del festival Ai Confini Tra Sardegna e Jazz, il quale anche lui non voleva stare in campagna dunque stette qui. Un giorno le chiese del the verde. Lucia gliene porta una tazza, ma lui si mette a ridere e le chiede solo le foglie secche, per farne altro uso che non una semplice tisana!