Sarule

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ISPIRAZIONE

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Ingresso a Sarule con il Pedale Oranese

Oggi prima pedalata in compagnia! In una giornata quasi estiva, nei pochi chilometri che separano Orani da Sarule, sono stato scortato da tre ciclisti del gruppo Il Pedale Oranese, Gianni, Francesco Modolo e Gigi, originario di Bosa ma sposato a Sarule. La novità e la giornata meravigliosa mi ricaricano di energia.

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Muro in granito

A Sarule l’elemento principale è il granito. Case, stradine, campagne intorno. E poi anche qui murales. Personaggi del paese, alcuni ancora viventi, ‘sono identici!’ mi dicono. Ma il personaggio principale è Badore (Salvatore) Sini, autore delle parole di No Potho Reposare, una delle più celebri canzoni d’amore sarde.

Pranzo con la famiglia allargata dell’ex sindaco (in questo momento c’è un commissario). Come dolce si mangia la ‘vera’ pabassina che assomiglia un po’ ai cantucci toscani, ma molto più morbida e saporita.

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Tomba dei giganti S’Altare de Sa Lodula

Gita digestiva nelle campagne sarulesi. Visitiamo la tomba dei giganti S’Altare de Sa Lodula, fatta di grandi lastre di granito.

E, poco distante, mi portano a vedere un olivo millenario, mi dicono che potrebbe avere sui duemila anni, dunque poco più giovane della tomba dei giganti. Il suo tronco ha una circonferenza enorme, più di 15 metri.

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Olivo millenario

Oggi è Tuttisanti. Sarule di sera è deserta. Non mi resta che lavorare. E poi a cena a casa di Gigi il ciclista di stamattina. Quando torno sono stanco, ma ‘No Potho Reposare’, ho ancora lavoro da fare.

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Murale rappresentante Badore Sini

FRAMMENTI SONORI

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BREVI NOVELLE SARDE

Signora Rosaria è anziana, vestita di nero. Mi racconta di quando era bambina e Badore Sini andò a casa loro per prendere prodotti della terra (il padre di Rosaria era contadino). Andando via da casa di Rosaria bambina, le disse: ‘mi raccomando, studia sempre’. Era un uomo di cultura. Si diceva che all’epoca No Potho Reposare fosse stata già scritta, ma che Badore Sini non volesse che fosse resa pubblica. Ma alcune persone che l’avevano sentita e la conoscevano dicevano ‘un giorno questa canzone vedrà la luce e allora anche le pietre la canteranno’.


Racconto la mia giornata del giorno prima a Orani. E faccio un po’ di domande per sentire la controparte rispetto alle bonarie provocazioni degli oranesi (conscio di aizzare una vecchia rivalità):

– Ma insomma a chi appartiene Monte Gonare… Perchè ieri a Orani mi hanno detto che…

– È nostro perchè la strada che ci arriva è nostra!

– Non sono molto contenti del recinto che avete fatto in cima…

– Lo abbiamo fatto per evitare che le pecore di Orani andassero nella nostra parte, non si poteva camminare!

– E le panche della chiesa, di chi sono?

– Quelle di sinistra nostre, quelle di destra loro.

– Ma allora l’altare?

– Orani ha solo una pietra dell’altare!

– Mi hanno consigliato di bere solo vino a Sarule, perchè l’acqua…

– Ah si la solita storia, a Orani invece si diventa scemi solo respirando!

Il sarcasmo pungente e affettuoso dei vicini. Sono sicuro che se ci fossero stati gli oranesi si sarebbe andato avanti per un bel po’, tra un bicchiere di vino e una risata.