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72/377: San Giovanni Suergiu

ISPIRAZIONE

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Driiiin. Driiin. Driiiiiiiiin. Il cellulare squilla mentre pedalo in una strada di campagna che unisce Tratalias a San Giovanni Suergiu. Sono un po’ (molto) in ritardo. Ho fatto l’errore di dare un orario esatto di arrivo, mentre ho già sperimentato che per varie ragioni (partenze ritardate da chi mi ospita, da chi mi vuol far vedere ancora le ultime cose, cani randagi, pausa fotografie, semplice rallentamento per godermi i panorami) non sono in grado di rispettare orari precisi. Dunque Claudia dell’Acli Le Mani Amiche, Carla e Valentina dell’Associazione Quadrifoglio 95 e Pietro Armas presidente della Pro Loco, aspettano da 40 minuti, disperati, pensando che possa aver avuto un incidente.

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Arrivo nella pizza centrale, di fronte al Comune, con tutta calma e li vedo lì, tutti in gruppo ad aspettarmi! Mi scuso subito, e inizia la lunga giornata! Proprio da questo punto, con la visita alla chiesa di San Giovanni, di recente costruzione, con un bel mosaico di Filippo Figari sulla facciata. La guida Patrizia ci mostra l’interno, e poi in sagrestia delle foto che mostrano la chiesa vecchia, molto antica, di cui purtroppo oggi rimane solo la facciata.

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Prima di pranzo riusciamo a visitare anche una necropoli con delle bellissime domus de janas, di forme che non avevo ancora visto nel mio viaggio, in località Is Loccis Santus. Scopro che tutt’intorno a San Giovanni Suergiu molte località prendono il nome dai cognomi dei proprietari storici della zona, Is Pusceddud, Is Pes, Is Loccis Diana. Più tardi passeremo anche da una località con nome e cognome: Chiccu Collu! La zona è rialzata e il panorama di cui si gode è bellissimo, anche grazie alla bella giornata, tutto il mare con le isole di Sant’Antioco e San Pietro.

Nel pomeriggio visitiamo un bel sito archeologico, il nuraghe Candelargiu. Al contrario di altri siti che ho visitato ancora tutti da scoprire, qui sono state già organizzate delle campagne di scavo, con il bellissimo Proyecto Nuraghe in collaborazione con le Università di Cagliari e Siviglia, e trovati dei bellissimi reperti, incluse monete cartaginesi.

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La visita prosegue per le campagne, un tempo floride di vigne di carignano che però sono state quasi tutte abbandonate, mentre resistono bene le attività ippiche, con un ippodromo e ben tre associazioni. Arriviamo fino alla Punta Trettu, sul mare, con gli ormeggi di pescatori, e una zona attrezzata per il kitesurf. È risalito molto vento ma la vista sulla ‘laguna’ è fantastica. In realtà questo è mare, tra questo territorio e Sant’Antioco, ma con bassissima profondità. Un tempo si poteva addirittura camminare fino all’isola, ma oggi è stato dragato un canalone per permettere il passaggio delle barche.

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Rientriamo in paese passando dalla frazione di Mazzacara e poi dal bellissimo villaggio Rosso Porpora, un vecchio borgo, tutto ristrutturato mantenendo il look di un tempo, dove ora sta un albergo diffuso. In tarda serata sono invitato ad una prova della Banda Musicale, diretta dal maestro Cocco. Riesco a suonare con loro un arrangiamento di Ennio Morricone all’ukulele!

E dopo una buona pizza finalmente mi ritiro a dormire all’agriturismo Agrifoglio, un’azienda agricola unica, produttrice di quasi tutto, carne animale, ovini, bovini, caprini, suini, lana, latte, frutta, verdura, che inoltre propone trekking e attività didattiche. Tempo di dormire…ZZZZzzzzz….

 

FRAMMENTI SONORI

Uscito dal nulla alle prove della Banda Musicale.

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BREVI NOVELLE SARDE

È arrivato il momento di parlare di un personaggio di cui ormai sto sentendo parlare da quando ho iniziato questo mio viaggio (e a cui forse ho già accennato in qualche pagina del mio blog): Janus River, il cicloturista polacco di origini russe che a ottant’anni sta compiendo il giro del mondo. Da relativamente poco è stato in Sardegna, girando tutti i paesi e chiedendo ospitalità. E molti mi dicono in maniera irruente e non timida e non invadente come la mia. Janus è in giro da 18 anni, ha iniziato da quando è andato in pensione, e prevede di finire nel 2028, a 90 anni. Una profezia gli rivelò che avrebbe vissuto fino a 100 anni, e lui promette di voler morire in bicicletta, vedendo il mondo. Arrivato in Sardegna i telefoni dei sindaci hanno iniziato a squillare. Janus non chiedeva, PRETENDEVA l’ospitalità, non in un alloggio qualsiasi ma a volte in strutture belle, speciali. Come qui a San Giovanni Suergiu. Janus ha preteso di essere ospitato al villaggio Rosso Porpora, allora chiuso per bassa stagione. Ha scomodato tutti, fino ai proprietari, fino allo sfinimento, e credo (se chi mi racconta ricorda bene) che alla fine ci sia riuscito! Bravo Janus, potrei prenderti come esempio (in tutti i sensi!)