Borore

266/377: Borore

ISPIRAZIONE

Borore
Tomba dei giganti di Imbertighe

Anche oggi percorro pochi chilometri sulla piana di Abbasanta che separano Dualchi da Borore. Il clima sta iniziando a cambiare con un po’ di nuvole in cielo e ne sono felice, dopo un’estate di fuoco iniziata ai primi di giugno e che sembra non finire mai, con alte temperature aiutate dagli incendi che hanno lasciato pesanti tracce anche in questo territorio.

Arrivo in Municipio dove mi stanno aspettando la Sindaca Bastiana e gli assessori Alessandra e Alessandro per un saluto istituzionale. Scarico bici e bagagli a casa di Alessandra e siamo pronti per iniziare la scoperta, di quest’ultimo paese che mi resta da visitare nel Marghine.

La prima tappa è la bellissima tomba dei giganti di Imbertighe, la cui stele è una delle più ben conservate che abbia visto finora, talmente tanto che non solo è stata scelta come uno dei simboli di Borore, ma viene spesso rappresentata sui libri di archeologia come modello.

Borore
Chiesa della Beata Vergine Assunta

Da qui ci spostiamo verso la chiesa campestre di San Gavino. Superiamo il Nuraghe Bighinzone, dove si trovava il nucleo originario del paese. Addirittura alcuni scritti del ‘700 rivelano che qui potesse essere sorto il primo centro abitato della Sardegna dopo il Diluvio Universale, per opera di Bissone, bisnipote di Jafet, figlio di Noè, e che la prima torre eretta prese il nome di torre di Bissone, attorno alla quale si sviluppò il villaggio.

Arriviamo poi alla chiesa di San Gavino dove annualmente si svolge la festa per il santo, e anche qui come in tanti paesi della zona i cavalieri gareggiano in una piccola Ardia attorno al santuario, a conclusione della festa. Poco distanti si trovano un nuraghe e un’altra bella tomba dei giganti dalla imponente stele.

Rientrati in paese visitiamo la chiesa parrocchiale della Beata Vergine Assunta. La facciata è unica, larga, bianchissima contornata da conci di basalto scuro con ben due torri campanarie ai lati. Il suo interno è ricco di importanti testimonianze artistiche: un bellissimo altare ligneo policromo, del barocco, nella cappella dedicata a Sant’Antonio Abate, alcune tele di Emilio Scherer raffiguranti i quattro Evangelisti e una rappresentazione di San Lussorio, la più antica rappresentazione pittorica di un abito tradizionale sardo.

Borore
Case in basalto scuro

Poco distante arriviamo alla Cresia Ezza, i suggestivi ruderi di una vecchia chiesa di cui rimane la torre in basalto. Anche in questo paese, come quelli di tutto l’altopiano di Abbasanta, la pietra principale da costruzione è il basalto scuro. Si ammira sulla facciata di tante antiche case, misto alla trachite per le tipiche decorazioni di stile aragonese, e nella costruzione di archi e portali.

Borore
Duos Nuraghes

Nel pomeriggio prosegue il giro per siti archeologici e chiese. Duos Nuraghes, alla periferia del paese, era un villaggio di cui rimangono le basi di due nuraghi poco distanti l’uno dall’altro. Oltre all’originalità di questa doppia presenza, in questo sito sono stati trovati resti di vinaccioli di cannonau.

Borore
Nuraghe Porcalzos

Il cielo si è annuvolato e ha iniziato a piovere, ma non ci scoraggiamo e andiamo a visitare il Nuraghe Porcalzos. Qui ci raggiunge Fabio Forma, scrittore originario di Nuoro, ma residente a Borore ed esperto di cultura nuragica. Con Fabio approcciamo questo nuraghe quadrilobato con torre centrale. Il tutto è parzialmente crollato, ma riusciamo ad avventurarci sopra la torre dalla quale ci godiamo la vista del cielo che si riapre e dell’arcobaleno.

Concludiamo il giro al Santuario campestre di San Lussorio, il patrono del paese. La bianca chiesetta è circondata dai tipici muristenes usati durante i giorni di festa e anche qui, come a San Gavino, di svolge una piccola Ardia.

Borore
Mietitura in un murale del centro storico

La mattina successiva, prima che vengano a prendermi da Nuoro per una masterclass che terrò ai seminari Nuoro Jazz, la Sindaca Bastiana ci tiene a dedicarmi un po’ di tempo per mostrarmi un paio di cose che non sono riuscito a vedere ieri, e per raccontarmi un po’ di più sul suo paese. Passeggiamo a piedi fino alla zona sportiva, e Bastiana mi racconta della posizione strategica di Borore, a un chilometro dalla statale 131 e con la stazione delle ferrovie che la tiene connessa al resto dell’isola.

Mi parla anche di importanti attività produttive come quella delle cucine componibili Tola o i manufatti in basalto di Walter Pinna. Poi camminando tra qualche murale moderno realizzato durante il Festival della Resilienza di Macomer, e qualcuno più tradizionale che mostra la raccolta e la lavorazione del grano, Bastiana mi parla della funzione di “granaio” che ha avuto Borore, paese a vocazione agricola.

Borore
Incisione di Edimo Mura

Passeggiando arriviamo al Museo del Pane Rituale, chiuso per lavori, ma che Bastiana apre per qualche minuto per farmi vedere gli allestimenti. Qui si trovano esemplari di pani tradizionali e rituali delle varie feste, e non solo di Borore, ma anche di tanti altri paesi. Si trova qui anche una collezione di incisioni dell’artista Edimo Mura che trovo bellissime. Scopro questo artista che ha prodotto xilografie, serigrafie, litografie, che viene posto insieme a Carmelo Floris come uno dei migliori incisori sardi.

Infine Bastiana e io ci salutiamo al Municipio, dove mi viene mostrata con orgoglio l’aula consiliare e alcune importanti opere, un bassorilievo ligneo, replica della xilografia “Omaggio a Borore” di Edimo Mura e un altorilievo in terracotta dello scultore nuorese Pietro Longu che rappresenta uno dei cittadini più illustri di Borore, Giovanni “Nino” Carrus.

 

FRAMMENTI SONORI

266-Borore-score

 

BREVI NOVELLE SARDE

Nino Carrus è stato un importante politico sardo, che ha ricoperto numerosi incarichi sia a livello regionale che nazionale. Nel 2005, per ricordare la sua figura attraverso attività di natura politica e culturale, nasce l’Associazione Nino Carrus, il cui presidente Fausto Mura, fratello dell’artista Edimo Mura, è uno dei miei più ferventi seguaci e che purtroppo oggi non si trovava nel suo paese per potermi fare compagnia e magari fornirmi ulteriori notizie e punti di vista sul paese, come aveva fatto anche nella mia giornata di Bortigali, sponsorizzata proprio dalla sua associazione.

Una delle cose che più mi ha colpito dell’Associazione Nino Carrus è l’attenzione alle tematiche inerenti lo sviluppo locale, la sensibilizzazione sociale e la promozione territoriale, e in particolare ai piccoli paesi delle aree interne e al loro spopolamento. Avendo ormai visitato centinaia di piccoli paesi e avendo notato pregi e difetti, insieme a tutta una serie di problematiche, sono interessato a capire se qualcosa può esser fatto per rilanciare questi piccoli borghi e le loro comunità.

E lo è anche l’Associazione, tanto che quest’anno la quinta edizione del Premio Nino Carrus è finalizzata alla realizzazione di un elaborato dal titolo “Come creare lavoro nei paesi delle Aree Interne della Sardegna. Proposte”. Le proposte andranno a costituire il secondo volume della pubblicazione La Primavera dei Paesi, il cui primo volume già uscito conteneva gli elaborati della quarta edizione del premio, che non vedo l’ora di leggere alla fine del mio viaggio.