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60/377: Fluminimaggiore

ISPIRAZIONE

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Bella mattinata, cielo blu, temperatura mite. Parto senza fretta. La strada non è lunga, ma ci sarà salita. Appena uscito dal paese costeggio il sito del nuraghe Cugui di cui mi hanno parlato ieri, un cucuzzolo granitico coperto di vegetazione.

La strada inizia a salire lentamente. Arrivo a un altopiano granitico molto spoglio, probabilmente a causa degli incendi. Qualche rudere qua e là, probabilmente stabili, legati alla passata attività mineraria.

Passato il valico di Gennamari (frazione mineraria di Arbus) mi ritrovo davanti a un panorama bellissimo, una vallata lunga e l’inizio di una discesa spaventosa. E lo è purtroppo. I miei freni iniziano a fischiare e a raschiare sui cerchioni, e sono costretto a fare tutta la discesa in tensione, senza godermi l’incredibile vista.

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Arrivato in basso, poco dopo, entro a Fluminimaggiore. All’ingresso mi ferma Mirco, un ragazzo che è venuto a conoscenza della mia venuta e che mi offre ospitalità per la notte. Percorro la strada principale, addobbata di qualche murales, e arrivo al Comune.

Il retro del bel palazzo comunale affaccia sul fiume Rio Mannu che, nell’ultima piena, ha fatto crollare parte della strada che gli corre accanto. Percorro il ponticello che lo attraversa e arrivo a un piccolo spazio pubblico e al museo etnografico, chiuso, ma al cui esterno si possono ammirare alcuni attrezzi dell’attività contadina di un tempo e la sede del mulino Zurru Licheri.

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Visito il paese in bicicletta, molte salite, ulteriori murales, qualche casa ancora in ladiri, alcune in pietra scistosa, molte invece moderne. Mi fermo al piazzale della chiesa di Sant’Antonio da Padova, al lato della quale si trova una statua in pietra di Madonna con bambino.

Da qui si ammira la posizione del paese, ai piedi di un alto costone montagnoso parallelo al fiume, e le pendici del Monte Linas tutt’intorno all’altro lato.

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Nel tardo pomeriggio mi fermo in un bar a lavorare. Qui mi raggiunge Alberto, un contatto che mi hanno dato per Fluminimaggiore. Con grande sorpresa mi rendo conto di conoscerlo, un ex collega alla facoltà di geologia che non vedo da più di vent’anni! Alberto mi racconta qualche fatto storico di Fluminimaggiore, soprattutto legato alle attività minerarie di un tempo.

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Dopo una notte passata a casa del gentilissimo Mirco, il giorno dopo, sulla strada per Buggerru, mi fermo a Portixeddu, frazione di Fluminimaggiore. Le poche case si affacciano sul mare, all’estremità della lunga spiaggia dove sfocia il Rio Mannu. Prima di ripartire, mi fermo su un promontorio di rocce scistose, dominanti in questa zona, scendo in una piccola insenatura con una spiaggia minuscola, e improvviso per un po’ all’ukulele, circondato dal suono del mare.

FRAMMENTI SONORI

Improvvisazione su un tema.

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BREVI NOVELLE SARDE

I grandi assenti. Pian piano durante questo viaggio mi son reso conto che sarebbe stato impossibile vedere in una giornata tutto ciò che un territorio comunale offre. Usando solo la bicicletta ancora meno. Qualche volta sono stato accompagnato in macchina a vedere luoghi a una certa distanza dal centro abitato (Su Gologone a Oliena, San Basilio a Ollolai, S’Urbale a Teti, Sa Crabarissa ad Austis, Biru e’ Concas a Sorgono, Capo San Marco a Cabras, Marceddì a Terralba, Montevecchio a Guspini, Perd’e Pibera a Gonnosfanadiga… E tantissimi altri). Ma molte volte ho rinunciato a vedere posti importanti nei vari comuni. Ciò è particolarmente vero per queste ultime due tappe.

Il territorio di Arbus si estende fino al golfo di Oristano, e possiede frazioni (Sant’Antonio di Santadi, Ingurtosu) e spiagge (Scivu, Piscinas, Torre dei Corsari) che avrebbero meritato di esser visitate.

I grandi assenti di Fluminimaggiore, invece, sono certamente il Tempio di Antas, a una decina di chilometri, ma non di passaggio per la mia prossima tappa, e le bellissime grotte di Su Mannau. Fortunatamente in passato ho visitato tutti questi luoghi appena nominati, e mi sento meno in colpa per non esserci passato questa volta!