9/377: Ollolai
ISPIRAZIONE
La salita da Olzai a Ollolai è dura. Mi sono preparato psicologicamente. Inizio. Salgo. Incrocio un gregge di pecore sulla strada, passo in silenzio e i cani mi notano solo quando le pecore iniziano a correre, ma ormai sono passato senza pericolo. Corro in salita.
Mi raggiunge Gigi, che mi ha già scortato da Orani a Sarule. Pedaliamo insieme. Due ciclisti ci superano e ci salutano. Dopo 10 minuti tornano indietro “Ma tu sei quello che sta facendo il giro della Sardegna in bicicletta?!” “Ebbene si”.
Ancora salita. Poi pioggia. E freddo. Siamo a 1000 metri. Ancora salita. Dura. Poi finalmente Ollolai.
Comune chiuso. Bar. Tisana calda con l’Assessore alla Cultura. Poi Gigi mi porta da amici. La famiglia Lostia, di cui due ragazzi da bambini recitarono nel film Arcipelaghi del nuorese Giovanni Columbu. Davanti al camino-forno tre signore fanno il pane carasau. Una prepara i panetti e li mette sulla pala, che viene manovrata da un’altra signora, la quale inforna e sforna, passando tutto a una terza signora che separa le due metà dei pani piatti.
Gita alla chiesa di San Basilio, incastonata in un anfiteatro naturale di graniti immensi, alcuni in bilico su spuntoni precari, dalle forme più fantasiose, con addirittura vie per l’arrampicata sportiva. Bosco tutt’intorno. E panorama mozzafiato (non oggi che purtroppo piove).
Arte. In case private e nel negozio di artigianato. Il costume tradizionale di Ollolai rappresentato con i fili da un’artista locale, Annalisa Daga. Lavori bellissimi e contemporanei.
E si finisce con la visita al Planetarium…a Ollolai un Planetarium?? Si!! Opera di un appassionato di astronomia (sulla via per San Basilio c’è anche un osservatorio astronomico).
FRAMMENTI SONORI
BREVI NOVELLE SARDE
Oggi sono ospite da Mario, geologo che non vedo dai tempi dell’università, sua moglie Maddalena e i due bambini Marta Giovanni.
Marta, 9 anni, non si ricorda il mio nome e me lo richiede, da quel momento in poi sarà un continuo ‘Sebastià!’ qui ‘Sebastià!’ là. ‘Sebastià ti faccio un pò di indovinelli’ e via con lettura dal libro degli indovinelli ‘cosa fanno le api sulla luna? La luna di miele!’ e decine di altre simili. Poi si passa alle barzellette. A decine, tutte di seguito. Prima di cena e durante. Dopo cena invece mi chiede se le faccio vedere l’ukulele. Allora lo tiro fuori e le faccio suonare un po’ le corde, ma lei vuole proprio imbracciarlo con tanto di cinghia e suonarlo. Allora il fratello di Marta, Giovanni, poco più grande, mi dice che in casa c’è una chitarra, ma che nessuno sa suonarla. Me la portano. Con tanto di pinza per accordarla, visto che molte chiavette sono rotte. Dopo averla accordata alla bell’e meglio, inizio a suonarla. I due bambini mi guardano e ascoltano in silenzio, poi Giovanni tira fuori dalla custodia un piccolo libricino ‘qui ci sono tutte le note’ mi dice. Allora gli faccio prendere la chitarra e gli dico ‘bene proviamo a fare il Do’ (in realtà è l’accordo di Do maggiore, ma non c’è bisogno di dirlo per ora). Giovanni inizia a mettere le dita in posizione, commettendo qualche errore, mentre Marta guarda in silenzio. Dopo qualche tentativo l’accordo risuona bene. ‘Bravo!’ gli dico. E Marta ‘A me, a me ora!!’. Dunque la chitarra passa a Marta che prova anche lei l’accordo e riesce a farlo dopo pochi tentativi. E poi un altro paio di accordi a testa. Finché i ‘Sebastià! Sebastià!’ diminuiscono e scemano nel sonno.
La mattina dopo Giovanni esce presto col babbo per la partita di pallone. Marta è ancora mezzo addormentata. Quando vado via a mala pena mi saluta. ‘Scusa, ma io la mattina parlo poco’ risponde quando la mamma la incita a salutarmi. Quando vado via le dico ‘La prossima volta che torno a trovarvi mi farai sentire tutte le note (ma intendo gli accordi) sulla chitarra!’
Mi chiedo se un’apparizione musicale così veloce come la mia possa essere sufficiente a instillare un germe di passione musicale. Io spero sempre di sì.