Birori

249/377: Birori

ISPIRAZIONE

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Tomba dei giganti Palattu

Il Marghine e la prima giornata di agosto mi accolgono con un caldo torrido. Per fortuna oggi percorro pochi chilometri in discesa che mi portano da Macomer a Birori, passando accanto ai resti del nuraghe Orosai.

Di fronte al municipio ricevo una calda accoglienza dalla sindaca Silvia, la vice Erica, l’assessore Stefano e dai consiglieri Mariangela e Antonello. Ed inizia subito un giro turistico all’insegna dell’archeologia.

Ci basta camminare a breve distanza dal municipio per arrivare ad un giardino dove si trovano i resti della tomba dei giganti Palattu e quelli dell’omonimo nuraghe. E se qualche paese si vanta di essere l’unico ad avere un nuraghe cittadino, beh qui ci sono i resti di ben due nuraghi!

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Coltivazione di canapa vicino al nuraghe Sorolo

Difatti non lontano da qui, sempre nel centro abitato, si trovano i resti del protonuraghe Nurattolu. Proseguiamo poi a visitare due fontane in pietra, la Funtana Idda e la Funtana Maggiore, circondata da un parchetto che in questo periodo risente del grande caldo.

Prendiamo poi la macchina per andare a visitare il territorio circostante. Stefano mi racconta che Birori era in origine più a valle, e che venne abbandonato per spostarsi in parte più in alto, nell’attuale abitato, e una parte dove ora sorge Borore.

Ci inoltriamo in questo territorio archeologicamente ricchissimo, in mezzo ai campi aridi, separati da muretti a secco. Ci fermiamo alla tomba dei giganti Noazza III, poi presso il nuraghe Sorolo, circondato da coltivazioni di canapa, e arriviamo al bellissimo dolmen Sarbogadas.

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Dolmen Sarbogadas

Proseguendo per stradine strette e bianche arriviamo ai resti di un ponte romano, al confine con Bortigali, vicino ai quali si trova un laghetto, in un’area adibita a percorsi naturalistici. Aguzzando lo sguardo si possono vedere altri nuraghi, e rientrando in paese passiamo accanto al nuraghe Miuddu.

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Statua del santo nella chiesa di Santo Stefano

In serata ci rechiamo alla chiesa di Santo Stefano, poco fuori paese. Sopra il portale della chiesa, sulla trachite rossa è incisa la data 1677, ma si pensa che la chiesa venne costruita su una chiesa più vecchia preesistente. All’interno dell’unica navata, la statua del santo, dorata, circondata da quattro angeli a da antichi dipinti è pronta. Tra due giorni infatti inizieranno le celebrazioni che dureranno tre giorni.

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Vista sulla piana di Abbasanta

Dall’esterno della chiesa posso ammirare la piana di Abbasanta, vastissima, che ho in parte percorso l’anno scorso a novembre, e che, facendo una sorta di anello Marghine-Goceano-piana di Ottana, in questo mese uno dei punti più caldi dell’isola, raggiungerò di nuovo, fino ad intersecare il mio stesso itinerario per scendere ulteriormente a sud, verso la fine del mio viaggio.

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Vecchia casa in centro storico

Rientrati in paese facciamo un giro nel centro storico, dove rimangono molte case basse in pietra basaltica. Ci fermiamo a casa di Zia Barbarina, che ci offre un bitter e poi ci apre la casa museo Madeddu-Masala, all’interno della quale si trovano ben conservati arredi, oggetti e abiti di altri tempi.

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Casa museo Madeddu-Masala

Nonostante la vicinanza con la città di Macomer e con la 131, in questa antica casa sembra d’essere lontani anni luce dal mondo moderno, dentro un paesino dove ormai le industrie hanno chiuso, dove ormai è chiusa anche la stazione della linea ferroviaria Nuoro-Macomer, e dove aleggiano gli spiriti dei nuragici.

 

FRAMMENTI SONORI

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BREVI NOVELLE SARDE

Ceniamo all’aperto, nella pizzeria proprio a ridosso della 131. La sindaca Silvia mi racconta del suo amore per i cani e i gatti. Scopro che per cercare di arginare il fenomeno del randagismo il Comune di Birori, per volere di Silvia, aveva stanziato la somma di quattromila euro per far sterilizzare i cani.

Dopo un caso di avvelenamento di gatti, Silvia si rese addirittura disponibile a pagare di tasca propria per l’acquisto di repellenti da donare a chi fosse infastidito dalla presenza dei felini.

Ed è proprio mentre discorriamo degli amici animali, che dall’altro lato della 131 compaiono delle fiamme. Sempre più alte. È un incendio. Inizia l’agitazione tra gli amministratori, le telefonate ai Vigili del Fuoco. Per fortuna dopo non molto le fiamme vengono spente. Ma la tensione non finisce.

Rientrato a casa con Stefano, un focolaio è scoppiato proprio nei boschetti sotto casa sua. Le fiamme sembrano vicine. Preparo i miei bagagli e li porto fuori nel caso il fuoco si dovesse avvicinare troppo alla casa. Ma anche questo viene spento dopo un po’ di lavoro da parte delle squadre dei Vigili del Fuoco.

Non molto tempo fa, a Montresta, avevo per la prima volta avuto esperienza degli incendi, senza vederne le fiamme. Stanotte invece ho potuto provare una sorta di paura che era pronta a trasformarsi in terrore. Temo che questo mese e in questa zona riproverò la sensazione di rabbia verso questo fenomeno orribile.