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75/377: Narcao

ISPIRAZIONE

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Stanotte ho dormito poco per colpa del vento. Il rumore contro le finestre era assordante. E stamattina è sempre fortissimo. Parto da Perdaxius e mi fermo subito per fotografare il cartello d’ingresso al paese che mi ero perso ieri. Ripartito, imbocco un rettilineo fiancheggiato da eucalipti altissimi, che oscillano spaventosamente sopra la strada e la mia testa. Uscito da questo tunnel, il prossimo rettilineo presenta un pericolo ben maggiore: i sorpassi degli automobilisti, che se ne infischiano del mio passaggio, soprattutto quelli in direzione contraria. Per un camion in sorpasso mi devo anche fermare e accostare in cunetta.

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Arrivo sano e salvo a Narcao. Mi dirigo in Comune dove mi accoglie l’assessore Tommaso. Subito dopo faccio un giro del paese, raggiungendo subito una piazzetta con una statua di cavallo, circondata da muri arancioni dove son dipinti murales a tema musicale. Narcao è infatti sede dell’importante festival Narcao Blues, ormai arrivato alla sua XXIX edizione, e ormai consolidato a livello internazionale. Mi fermo in un bar a ultimare un po’ di lavoro e a fare ora, visto che mi attendono alle miniere di Rosas per mezzogiorno.

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Mi rimetto in bici per questi ulteriori 8 chilometri che separano Narcao dal sito minerario di Rosas. Passo per le frazioni di Rio Murtas e Terrubia e imbocco la stradina che risale una stretta vallecola tra gli scisti, affiancata da un torrente. La strada sale pian piano, costeggiando pareti di roccia dalle belle forme. Supero degli ammassi di depositi sterili minerali, qualche rudere e dopo ancora qualche curva arrivo all’ingresso del villaggio minerario.

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Oggi sono ospite del vice Sindaco Andrea e del padre Gianfranco, il principale artefice di questo sito, recuperato dall’abbandono alla fine degli anni Ottanta e finalmente inaugurato nei Duemila. Già dall’esterno tutta la struttura è impressionante. Gli stabili della vecchia miniera sono stati quasi tutti recuperati e adibiti a strutture ricettive, un albergo diffuso, con appartamenti nei vecchi alloggi dei minatori, un ristorante, un bar, la bella sala della reception e il museo mineralogico nei vecchi depositi di stoccaggio. Un ruscello scorre incanalato da un tunnel di pietra e nei muri esterni degli stabili si notano dei bei murales, rappresentanti i minatori in diversi contesti, dal lavoro in galleria fino ai momenti di relax nelle case.

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Mi dirigo alla reception, dove mi attende Lorella in compagnia dei due cani Pulce e Rosina, che mi guiderà nei tre posti chiave del sito. Iniziamo dal museo mineralogico, contenente bellissimi minerali provenienti principalmente da Rosas, in particolare la rosasite, un minerale scoperto proprio qui, dal colore verdastro. Subito dopo saliamo in macchina fino all’ingresso della galleria della miniera. Indossiamo gli elmetti ed entriamo da un cancelletto, seguiti da Pulce e Rosina che ci hanno raggiunto qui di corsa! I tunnel sono bassi, tutti originali, percorsi dalle vecchie rotaie, e si può solo immaginare cosa poteva essere il lavoro qui. Rientrati alla reception ammiro le macchine (funzionanti!) del magazzino di stoccaggio, dove la roccia veniva macinata per separare il materiale buono da quello di scarto.

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La mia serata finisce con una passeggiata per il sito, lungo il ruscello, fino ad arrivare ad un laghetto. Anche qui passa il cammino di Santa Barbara. Rientro all’appartamento e ne approfitto per cambiare i freni alla bici, che hanno continuato a darmi qualche problema. Nel villaggio non c’è nessuno, tutti gli ospiti sono partiti stamattina, mi sento privilegiato a stare in un posto così magico tutto solo. Ne approfitto subito per lavorare e andare a letto presto!

 

FRAMMENTI SONORI

Cristalli sonori.

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BREVI NOVELLE SARDE

Rincontri 1. Sto per imboccare la salita per Rosas. Mi affianca una pattuglia dei Carabinieri. Il passeggero abbassa il finestrino: ‘Ma lei è 377?’ ‘Si!’ ‘Bel progetto, e quindi oggi è a Narcao?’ Dunque spiego tutta a lui e al collega. Sono stati avvisati da un loro collega, che è Simone, il mio contatto di Carbonia. Qualche ora più tardi, mentre sto rientrando dalla passeggiata nel sito di Rosas vedo di nuovo una pattuglia dei Carabinieri risalire la strada. Questa volta è proprio Simone con un collega, in servizio. Si fermano a salutarmi e scambiamo due chiacchiere sulla meraviglia di questo sito e sul clima brutto di quest’anno. Sono contento, mentre in Barbagia i Carabinieri che incrociavo in macchina mi guardavano stupiti, ora spero che la voce del mio progetto si sia sparsa all’interno di tutta l’Arma pattugliante la Sardegna e che d’ora in poi mi salutino come un amico!


Rincontri 2. Esco dalla reception dopo le visite alle strutture del sito minerario. C’è un gruppo di persone. Sento un signore che parla con un tono sicuro ‘questo lo abbiamo realizzato così, quest’altro cosà’. Mi avvicino. ‘Lei è per caso il papà di Andrea?’ ‘Si’ ‘Sono Sebastiano Dessanay, vostro ospite oggi’. Trattasi di Gianfranco Tunis, il creatore di questo che ora è sito dell’Unesco. Mentre parliamo, uno dei presenti mi guarda. Dopo un pò lo riconosco…è Lorenzo Ottelli, geologo che non vedevo dai tempi dell’Università! Ci raccontiamo un po’ questi venti anni. Lorenzo mi dice che insieme al padre, anche lui geologo e uno dei creatori del Parco Geominerario della Sardegna, ha realizzato da poco un libro ‘Piccole storie di uomini e minere del passato’, e mi promette di farmene avere una copia. Non vedo l’ora, ora che sto quasi per ultimare le tappe nelle zone minerarie (ormai iniziate da Guspini quasi un mese fa) questo libro sarà un bellissimo ricordo.