347/377: Suelli
ISPIRAZIONE
Una brevissima pedalata mi porta da Senorbì a Suelli, dove mi aspetta in Municipio il Sindaco Massimiliano. Sono arrivato in un piccolo paese della Trexenta di notevole importanza perché sede vescovile nel medioevo.
Massimiliano mi affida agli operai comunali Marzio e Andrea che mi portano a visitare il territorio circostante il paese con il quod a quattro posti del comune!
Procediamo all’uscita del paese, sfrecciando attraverso i campi dorati che iniziano e inverdire della Trexenta, il granaio di Roma, mentre la mia barba e i capelli vengono stirati dal vento e dalla velocità del quod aperto.
Arriviamo al Nuraghe Piscu. Ogni qual volta penso di aver già visto il nuraghe più impressionante che abbiamo in Sardegna mi devo ricredere: l’apertura che conduce alla torre principale di questo nuraghe è una delle più maestose e ben conservate che abbia mai visto! E tutt’intorno una serie di resti fa presupporre un intero villaggio sottostante, ancora da scavare!
Proseguiamo la corsa in quod attraverso le colline, arrivando alla fonte di San Giorgio, primo vescovo di Suelli intorno all’anno mille, cagliaritano di nascita e che ha contribuito alla rinascita spirituale, ma non solo di questi territori. La fonte è stata coperta da una cappella in onore del santo e Marzio mi fa vedere quella che dovrebbe essere l’impronta dello zoccolo del cavallo del santo che scoprì la presenza dell’acqua.
Tutto il territorio è disseminato di resti archeologici, nuraghi, ma anche tombe prenuragiche, come quelle ipogeiche di Pranu Siara. Ci fermiamo per osservare il pendio sul quale si ritrovano le sepolture, allineate per un centinaio di metri, nelle quali sono state trovate moltissime ossa umane che sono attualmente in analisi presso un laboratorio di antropologia fisica.
Rientrati in paese e parcheggiato il quod nel garage municipale facciamo una passeggiata per il centro storico, le cui case sono costruite con la classica pietra marnosa chiara della zona. La Casa Ruda è un bellissimo esempio di casa padronale campidanese con una bellissima corte e trasformata in casa museo.
Ma la vera attrazione del paese è la sua piazza che contiene ben tre chiese e il santuario dedicato a San Giorgio. La chiesa parrocchiale di San Pietro, un tempo cattedrale della diocesi, è la più imponente di tutte, con la facciata in pietra a cinque archi e l’alto campanile. Al suo interno si trova il bellissimo retablo di San Pietro, opera della bottega cagliaritana dei Cavaro.
Dalla sagrestia della parrocchiale si accede all’edificio adiacente, il Santuario di San Giorgio, luogo dove si pensa fosse stato sepolto il santo. Anche qui si trova un bellissimo retablo ligneo e la statua del santo, mentre oltre un’inferriata del Cinquecento una nicchia contiene delle reliquie del santo e nel fondo della sala si trova un altro retablo. I nostri piedi camminano su un bellissimo pavimento di azulejos del Seicento.
Dal santuario riusciamo sulla piazza e di fronte a noi si trova la ex chiesa di Sant’Antonio, ormai sconsacrata, all’interno del quale è già iniziato l’allestimento del presepe in costruzione e dove si trova il cocchio che trasporta i santi in processione.
La terza chiesa è quella di Nostra Signora del Carmine, con una navata unica e un bellissimo altare ligneo al suo interno. Come se questa piazza non fosse abbastanza ricca così, al suo centro si trova l’apertura di un’antica cisterna in ceramica, sotto il livello di strada, dalla quale un tempo si diramavano dodici canalette, che approvvigionavano il paese d’acqua, ormai scomparse.
Dopo un lauto pranzo a Senorbì (è già la terza volta che ci capito in pochi giorni!) facciamo visita alle scuole elementari, dove i bambini mi accolgono come una rock star, mentre in tarda serata ritorniamo in Municipio dove Marzio riprende il quod. Mi vuole assolutamente accompagnare sui monti. Dunque mi copro bene, l’aria inizia a essere fresca, e si parte di nuovo attraverso le campagne.
Attraversiamo un’area verde di rimboschimento e arriviamo alla località Murdegu in Tres Bias. Qui ci inoltriamo un po’ nella vegetazione e risaliamo fino ai resti di un nuraghe. Siamo in alto, il sole è già calato dietro l’orizzonte e fa fresco, ma la vista da qui è strepitosa.
Dopo una lunga discesa, investiti di aria ormai gelida, Marzio mi porta alla chiesa di San Cosimo e Damiano, all’interno di un bellissimo parco ricco di ulivi millenari, con tronchi dalle mille forme e avvolgimenti. Sotto la chiesa, un tempo parrocchiale dell’ormai scomparso villaggio di Cixi, pare ci siano i resti di un altro nuraghe.
È stata una giornata lunghissima e ricchissima di interesse. Come degna conclusione Marzio mi porta a vedere le sale prova dove i giovani del paese sognano di diventare rock star!
FRAMMENTI SONORI
BREVI NOVELLE SARDE
Tra i vari cammini spirituali della Sardegna troviamo anche il Cammino di San Giorgio, che ripercorre le località dove il vescovo nacque, visse e operò in missione.
Il Cammino di San Giorgio è frutto delle ricerche e del lavoro sul campo svolti a partire dal 2007 da Franco Saba, già dirigente del Corpo Forestale della Regione Autonoma della Sardegna, cofondatore di Legambiente in Sardegna nonché socio della organizzazione di volontariato “Iubilantes” di Como, che hanno contribuito al successo dell’iniziativa.
Il suo percorso è articolato in diverse tratte. Da Cagliari, luogo di nascita del santo, si arriva a Suelli attraverso il Parteolla e la Trexenta. Da qui si può poi proseguire in due direzioni, o verso San Vito attraversando il Gerrei, oppure verso l’Ogliastra. Anche qui, arrivati a Gairo Taquisara, si può procedere in due direzioni, o verso l’Ogliastra costiera oppure verso il Nuorese con destinazione finale Oliena.
Il cammino dunque attraversa paesaggi di tutte le tipologie, e oltre a essere spirituale diventa anche un’occasione di conoscenza del territorio, di incontri con le comunità e di condivisione. Veramente mi viene da pensare che bisogno ci sia, per chi vuol fare un cammino spirituale, di andare in Spagna a fare il Cammino di Santiago!