297/377: Genoni
ISPIRAZIONE
Oggi è una bella giornata e percorro agevolmente la breve distanza che separa Nuragus a Genoni, eccetto la salita finale, per entrare in questo paese sormontato dalla collina di Santu Antine.
La prima tappa è a Casa Serra dove ha sede il Museo del Cavallino della Giara. Qui sono guidato da Roberta che mi illustra le varie sale dedicate a questo animale unico, a questo territorio e alla sua storia, e alcune sale allestite a museo etnografico dove si conservano oggetti d’altri tempi relativi ai vari mestieri, attrezzi per la raccolta del grano, vecchi carri, e ovviamente tutti gli arnesi legati ai cavalli: selle, ferri e tanto altro.
La seconda tappa mi fa sudare un po’. Devo infatti risalire una parte di fianco ripido della collina di Santu Antine per arrivare al Museo Parc, il paleo-archeo centro dove si trova una bellissima esposizione di fossili e di reperti archeologici, con dei pannelli esplicativi che mi riportano indietro ai miei studi di geologia.
Roberta m’illustra tutto e mi lascia guardare con calma i bellissimi fossili, soprattutto del Miocene provenienti dalla vicina cava di Duidurru. Oltre a bivalvi, gasteropodi e i classici echinodermi stellati, anche denti di squalo, impressionante nelle dimensioni quello del megalodonte, una specie di squalo estinta.
Un’altra bella sorpresa è la ricostruzione del pozzo nuragico di Santu Antine che si trova sulla collina, fatta con delle immagini 3D a 360 gradi riprese da una camera calata per i quasi 40 metri di profondità del pozzo, inclusi i vari metri all’interno dell’acqua ancora presente.
Per pranzo lascio la bici al Parc e salgo sulla collina per rilassarmi al sole e mangiare i panini che ho preso in una bottega. Risalendo il sentiero noto dei conci di pietra usati per i muretti che potrebbero essere resti di costruzioni nuragiche.
Arrivo al sito del pozzo che, per ovvie ragioni di sicurezza, è chiuso da una grata. È incredibile pensare che questo pozzo scende per 40 metri nel fianco della collina con un diametro di soli 75 centimetri. Probabilmente lo costruirono scavando lateralmente, mettendo in posa le pietre e poi ricoprendo il bordo. Il suo interno era pieno di sedimenti e scavando, gli archeologi hanno tirato fuori una serie impressionante di reperti.
Mi siedo su una roccia sotto uno dei pochissimi alberi che crescono sul fianco della collina e mi gusto i panini osservando l’incredibile panorama sul Sarcidano e sulla Giara di Gesturi. Poi salgo fino alla sommità della collina, dove si trova una vedetta. E ancora una volta contemplo i territori percorsi e quelli da percorrere. A nord est Laconi che mi aspetta domani.
Ridisceso in paese, incontro di nuovo Roberta che mi accompagna al vecchio convento francescano accanto alla chiesa della Madonna del Sacro Cuore. La struttura è bellissima, un’ala ancora intera con un bel porticato, dalle cui apertura si ammira la collina di Santu Antine e il paese. Passeggiamo per il giardino dove si trova il pozzo, e poi nello spazio del chiostro, ai cui lati si trovano i ruderi della chiesa di San Sebastiano.
Per l’ultima tappa della giornata prendiamo la macchina. Saliamo sulla Giara di Gesturi. Scopro infatti che anche il Comune di Genoni possiede una parte della sommità. Arriviamo fino alla Zeppara Manna, uno dei due crateri dai quali fuoriuscì il magma che diede luogo alla vallata basaltica che, una volta eroso tutto il territorio intorno, si ritrovò a essere l’attuale tavolato, sopraelevato rispetto al resto.
É la stagione sbagliata per ammirare i famosi paulis, i laghi formati dal ristagno di acqua piovana. Ma anche come ampie distese marroni in mezzo al verde della vegetazione sono affascinanti. Ora mi mancano i cavallini della Giara, ma dopo un po’ di passeggiata silenziosa ne avvistiamo alcuni esemplari che stanno rientrando nella vegetazione.
Mentre la luce del giorno cala, ammiro questo luogo silenzioso che mi terrà compagnia nelle prossime settimane. Ruoterò tutt’intorno alla Giara e ci salirò sicuramente altre volte.
FRAMMENTI SONORI
BREVI NOVELLE SARDE
Tre brevi novelle da approfondire:
1) Nel 2012 cessa per sempre il rodeo sui cavallini della Giara, un evento insolito e divertente che per circa vent’anni si è svolto in questo territorio. Pare che i cavallini della Giara fossero particolarmente difficili da gestire e dunque lo spettacolo era vedere i “cowboy” sardi volare via dopo pochi secondi. Pare che il record imbattuto fosse di 28 secondi in sella.
2) Alla festa di Sant’Isidoro il prete del paese Don Delio decide di condurre la messa prima della processione, ribaltando l’ordine solito delle due attività. I genonesi, già stanchi per il temperamento autoritario del prete, lo rinchiusero in sagrestia per un intero giorno, per “dargli una lezione”. Intervennero i carabinieri per liberare il prete, che rimase a Genoni ancora per poco prima di essere trasferito in un’altra diocesi. Ogni volta che a un genonese si chiede un aneddoto sul paese viene raccontato sempre questo!
3) Al museo del cavallino noto delle bellissime illustrazioni. Sono di Pia Valentinis, nativa di Udine, ma residente a Cagliari. Pia nella sua carriera ha illustrato libri per bambini con case editrici nazionali e internazionali. Ha vinto la XXI edizione del Premio Andersen di Genova, il maggior riconoscimento italiano dedicato ai libri per ragazzi, nella categoria Miglior illustratore. Nel 2014 è uscita la sua prima graphic-novel, Ferriera, edita da Coconino Press-Fandango, premiato come Miglior libro a fumetti al Premio Andersen 2015. Alla fine del mio giro per il museo mi viene regalata la stampa di una delle sue illustrazioni!