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180/377: Badesi

ISPIRAZIONE

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Oggi il cielo è velato e il percorso tutto in discesa! Da Trinità d’Agultu scendo parecchio, godendomi il vento in faccia ed il panorama, e mi avvicino alla costa, arrivando a Badesi, che dista comunque qualche chilometro dal mare.

Entro nel paesino, abbastanza moderno ma con rare tracce di antiche case, specialmente intorno alla piazzetta con la chiesa moderna del Sacro Cuore. Da qui si gode di un’ottima vista su tutta la costa. Mi vengono incontro Piero e Luca, i miei contatti che fanno parte del coro Badus. Ci prendiamo subito un caffè e veniamo raggiunti da Pierpaolo, altro membro del coro, e dal vice Sindaco Francesco. Insieme a loro ci dirigiamo subito nelle campagne circostanti, a visitare una cantina di vini locali. Questa è infatti zona di vigne, impiantate in terreni sabbiosi. Ne visitiamo qualcuna, e ne approfittiamo per un aperitivo a base di vermentino locale ben fresco, ottimo.

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Prima di pranzo scendiamo nella parte costiera del territorio. Arriviamo alla bellissima spiaggia di Li Junchi, dove si sta concludendo un evento di Legambiente organizzato dal Comune. Sono stati coinvolti i ragazzi delle scuole, che si apprestano ad iniziare il pranzo. L’amministrazione Comunale mi da il benvenuto ufficialmente, dico due parole e suono l’ukulele prima di pranzo, e il coro Badus mi delizia con dei canti locali. Siamo ancora in Gallura ed il canto tipico di qui è il canto ‘a tasgja’. Avevo già sentito qualche esempio al museo MEOC di Aggius ma sentirlo qui dal vivo è interessantissimo, perché completamente differente da tutti i canti sardi sentiti finora. Pranziamo nelle tavolate allestite accanto alla spiaggia. Mi godo la vista del mare e la leggera brezza.

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Nel pomeriggio continuiamo il giro per il territorio. Attraversiamo il piccolo centro residenziale di Baia delle Mimose, oltre il quale si stende una spiaggia lunghissima. Percorriamo una strada che costeggia il cordone dunale di retrospiaggia, ed arriviamo ad un cuneo di terra, compreso tra il fiume Coghinas sulla sinistra ed il bellissimo mare sulla destra. Saliamo in cima alla duna più alta al limite del cordone, ed ammiriamo il panorama. Chilometri di spiaggia, sabbia bianchissima. La vista spazia fino al promontorio di Castelsardo, e si può già vedere l’Isola dell’Asinara.

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La spiaggia sotto di noi è interrotta dalla foce del Coghinas, un’area importantissima per gli ecosistemi naturali, soprattutto l’avifauna. Dall’altro lato siamo già in territorio di Valledoria. Ritorniamo indietro, passando accanto alle vecchie chiuse sul Coghinas, un edificio dei primi dello scorso secolo. Poi attraversiamo tutta la zona delle vigne, e ci fermiamo a vederne qualcuna, impiantata sulla sabbia. Tutto questo territorio dietro la costa è infatti un immenso sistema dunale su cui è cresciuta vegetazione naturale, alberi e macchia mediterranea, e nel quale l’uomo è in parte intervenuto con le coltivazioni.

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Gli amici di Badesi mi riaccompagnano all’hotel Marina, dove alloggerò, e mi lasciano libero abbastanza presto rispetto agli standard di questo viaggio. Gli sono grato e uso il tempo per riposarmi, lavorare al blog, e soprattutto esplorare con l’ukulele questo nuovo modo di cantare in Gallurese.

FRAMMENTI SONORI

Ukulele ‘a tasgja’

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BREVI NOVELLE SARDE

Il ritorno sulla costa mi fa pensare al mare e ricordo che qualcuno mi ha accennato a qualcuno che fece il giro del perimetro costiero della Sardegna in canoa. Faccio un po’ di ricerca online e ne trovo diversi.

Nel 2018 il veterinario sassarese Stefano Grassi, 71 anni, parte da Alghero per tentare il periplo dell’isola in 15 giorni, in senso antiorario, in compagnia di alcuni amici. Partiti da Fertilia il 25 maggio, arrivano sempre qui il 7 giugno, con due giorni di anticipo rispetto all’obiettivo prefissato.

Sempre nel 2018 il 42enne cagliaritano Carlo Coni completa il periplo della Sardegna, partito da Cagliari e qui arrivato al Poetto, in 34 giorni, dopo aver toccato tutte le coste dell’isola. Coni ha portato a termine la sua impresa cercando di fare tutto da solo, dormendo in tenda e sacco a pelo, ricaricando il cellulare con un piccolo pannello solare portatosi dietro e nutrendosi spesso con pesci da lui stesso pescati.

Poi c’è l’impresa del giornalista milanese Vincenzo Maritati: il periplo della Sardegna in diverse tappe, tra il 2010 e il 2013. Partito da Arbatax, esegue il giro in senso antiorario. Alcune tappe sono in compagnia, dopo che nella prima esperienza in solitaria si rende conto dei pericoli del mare, delle correnti, dei cambi improvvisi di condizioni.

Nelle parole di Maritati: “Gli ultimi giorni, con tempo bellissimo, mi sembrano la “passerella finale” di chi ha già vinto il Giro d’Italia o il Tour de France. Finalmente concludo questo grande progetto che mi ha “ossessionato” per anni e mi riprometto di non imbarcarmi più in imprese così impegnative. L’anno dopo ho iniziato il Giro della Corsica.”…già, la Corsica…effettivamente ci sto pensando anch’io!