181/377: Viddalba
ISPIRAZIONE
Questi giorni non ci sarà molta strada da percorrere. Come già capitato nella valle del Cedrino, anche qui la serie di paesi che si affacciano sulla valle del fiume Coghinas sono molto vicini. Arrivo a Viddalba sulla piazza principale, su cui si affaccia la vecchia chiesetta della Vergine di Pompei, tutta in pietra vulcanica, una trachite chiara, con cui un tempo era costruito tutto il paese (da cui poi il nome Viddalba, Villa-alba).
Mi aspettano Antonio e Gianmario, membri del coro di Viddalba. A noi si aggiunge il vice Sindaco Piermario. Dopo un caffè ci dirigiamo subito alla piazza del Comune, tutta in marmo bianco di Orosei, sulla quale si affacciano anche la biblioteca ed il Museo Archeologico. Qui vengo guidato attraverso i bellissimi reperti che provengono dalla necropoli romana di San Leonardo: steli e oggetti funerari di ogni tipo disposti in una bella esposizione.
Da qui ci spostiamo a vedere la bella chiesa di San Giovanni, un tempo crollata ma ben restaurata nel 2007, e poi al parco archeologico di San Leonardo, proprio accanto alla chiesetta campestre e al cimitero nuovo. Questa è la zona da dove arrivano quasi tutti i reperti del museo, abitata sin dai tempi nuragici, e con una sovrapposizione di epoche, prima romana, poi medioevale, con i resti di un villaggio su una collinetta, ancora tutto da scoprire. Da qui si gode di una bella vista sul fiume, sulle aspre rocce rosse del Monte Ruju, e sul castello dei Doria in territorio di Santa Maria Coghinas dove sarò domani, ma che dista da qui solo un chilometro.
Prima di pranzo mi portano a vedere il fiume Coghinas, nel mezzo di una valle rocciosa, dove, accanto ad un bosco, sgorga acqua termale a 78 gradi, da stare attenti a non ustionarsi! Nell’ansa del fiume qui accanto l’acqua è sempre tiepida. Per pranzo siamo insieme agli altri membri del coro, Pasquale e Gavino. Dopo il buon pranzo, con tipica Mazza Frissa gallurese, carni e vino eccezionali, sono omaggiato di una serie di canti, alcuni tipici di questa zona. Seduto in mezzo alle quattro voci mi godo le armonie e decifro i cambi di tonalità.
Nel pomeriggio mi raggiunge l’assessore Irene che mi porta un po’ in giro per il territorio. Mi racconta del fatto che Viddalba sia comune solo dal 1975. Prima era, come tanti altri paesi in questa zona, frazione di Aggius, ed è l’ultimo paese della Gallura. Oltre il fiume infatti siamo in Anglona. Nelle divisioni territoriali, la costa antistante Viddalba venne tenuta da Badesi, mentre Viddalba tenne tutti i territori che vanno verso le montagne.
Risaliamo dunque una ripida strada che ci porta alla frazione di L’Avru. Siamo in altissimo, vicinissimi alle cime con le pale eoliche in funzione, di cui si sente il rumore. Qui si trova una scultura in onore del Muto di Gallura, il famoso bandito di Aggius, che in questi stazzi si recava per trovare Gavina, di cui si innamorò, e dove probabilmente trovò la morte. Da qui ci spostiamo verso la frazione di Giuncana e Irene mi mostra Le Piscine, un centro dove si può fare il bagno nelle calde acque termali. E mi parla anche del Sistema Termale Sardo, che tutela e promuove le acque termali e i comuni che le possiedono, Viddalba, Bultei, Benetutti, Santa Maria Coghinas, Sardara e Fordongianus.
Prima di cena assisto alla sfilata dei cavalli che portano in giro per il paese le bandiere del santo, poi vengono a prendermi Tonino e Giovanna, degli amici del vice Sindaco Piermario, per portarmi a cena alla festa di San Leonardo, che si svolge accanto alla chiesetta campestre. Qui, nelle lunghe tavolate allestite dal comitato, stasera si mangia trippa buonissima. Mi godo questa serata in compagnia mentre iniziano le prime goccioline dell’ennesima perturbazione primaverile che dovrebbe durare per tutto il fine settimana.
FRAMMENTI SONORI
BREVI NOVELLE SARDE
Non appena arrivo in paese incontro Antonio e ci sediamo subito al bar per un caffè ed una chiacchierata. Dopo un po’ Antonio mi dice “Parli bene l’italiano!”…rimango leggermente spiazzato e rispondo imbarazzato che essendo italiano, di Cagliari, per forza il mio italiano è buono! “Aaaahhh” risponde Antonio “pensavo fossi inglese!”. Ormai mi sono abituato. Un viaggiatore in bicicletta carico come un mulo difficilmente è sardo. In più si è sparsa la voce di un viaggiatore musicista che ‘vive’ in Inghilterra e dunque si dà per scontato che io sia inglese. E il cognome non aiuta. Se non quando io lo pronuncio separato De Sanai che suona come “da curare”, allora si mettono a ridere e capiscono che son davvero sardo.
Poi ci sono quelli che credono sia nuorese, per il fatto che il mio giro sia partito da Nuoro, e con la complicità di alcuni quotidiani locali che per un bel po’ di articoli hanno continuato ad attribuirmi quella provenienza di “musicista nuorese”. Per fortuna un bell’articolo recentemente uscito sulla stampa ripara agli errori precedenti e ironizza sui miei accenti, musicali quando suono, British quando parlo inglese e cagliaritano quando parlo italiano…