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144/377: Bitti

ISPIRAZIONE

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Oggi niente viaggio. Sono qui da ieri notte per non aver trovato nulla a Onanì. Ho dormito al b&b Una Notte al Museo di Minni (il vero nome non lo ricorda più nessuno neanche qui!) che si trova all’interno del polo museale. Minni ha anche il bar accanto al Comune, Su Tzilleri de Pigozzi, dove inizio la giornata facendo colazione e incontrando il Sindaco Giuseppe, che insieme alla bibliotecaria Giusy che mi ha contattato si sono presi cura dell’ospitalità.

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Ho già capito da ieri che qui a Bitti c’è un bel po’ da vedere e mi attivo subito. Una chiamata a Piergiorgio che gestisce il Bitti Rex, e in poco tempo siamo lì, nel mezzo di un uliveto poco fuori il paese, dove le ricostruzioni fedelissime di tante specie di dinosauri sono sparse tra il verde, uno scenario perfetto per un’esposizione di questo tipo.

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Rientrato in paese mi faccio un giro tra le strade ripide del centro, con le case in granito, e scendendo nella strada principale incontro il laboratorio di ceramiche Terrapintada, dove entro e mi rendo conto che sono loro che producono i famosi animali, uno dei quali, la volpe, è stata per molti anni appesa accanto alla finestra del mio salottino a Birmingham! Loro sono Simonetta, Robert e Giulia, che mi mostrano il loro lavoro e dopo che ascoltano la mia storia mi fanno dono di un prototipo per un nuovo lavoro: la mela!

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Dopo un buon pranzo offerto da Fabio del ristorante Su Cantaru (grazie al contatto dato dall’ormai amico Pietro di Orosei) continuo il giro del centro, nei cui muri sono affisse delle targhe con frasi dello scrittore locale Michelangelo Pira. Mi inoltro tra stradine, passando tre chiese quasi attaccate, la Chiesa delle Grazie, Santu Michelli e Sa Pietate. Ho letto che qui a Bitti, includendo quelle campestri, ci sono trenta chiese! Proseguendo il giro incappo in varie opere del muralista locale Diego Asproni, incluso quello fatto proprio di fronte alla casa natale di Michelangelo Pira.

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Finito il giro rientro al Museo, un vero e proprio rione di Bitti le cui case sono state ristrutturate e adibite a polo museale. Visito prima di tutto il Museo Etnografico, nel quale una casa è stata allestita esattamente come doveva essere agli inizi del secolo scorso, e nel quale si trovano oggetti e attrezzi dei vari mestieri. Delle fotografie mostrano anche com’era il paese, e soprattutto il colle San Michele, con la vecchia chiesa poi abbattuta e sostituita dalla Nostra Signora dei Miracoli, con i tetti verdi visibili da molto lontano.

Ma la parte del museo che mi interessa di più è quella dedicata al canto a tenores, dove passo più di un’ora a leggere, ascoltare, e come ho già fatto a Santu Lussurgiu, ad analizzare le varie voci del canto grazie alla possibilità di isolare le quattro voci dei Tenores di Bitti, ormai diventato l’emblema di questo canto (di ci comunque ci sono altri gruppi altrettanto bravi) grazie alla famosa produzione della Real World di Peter Gabriel.

Prima di tornare a cena da Fabio, passo a Su Tzilleri da Minni, per un aperitivo, e ne approfitto di una chitarra in mostra per suonare un po’.

 

FRAMMENTI SONORI

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BREVI NOVELLE SARDE

Minni è appassionato di Bitti e di Bitt-les (Beatles). Il suo Tzilleri de Pigozzi (questo era il soprannome di suo padre), aperto nel 1979, mi colpisce da subito per tutti i riferimenti ai Beatles, quindi quando scopro la passione di Minni iniziamo a parlare dei Fab Four. Minni mi fa vedere una foto e mi racconta di quando nel 2005 avevano organizzato il Beatles Day qui a Bitti, dov’erano riusciti a portare anche l’ormai leggendario Pete Best, il primo batterista poi sostituito da Ringo Starr. Non appena vedo una chitarra acustica in esposizione la prendo, la accordo e ci suono sopra Blackbird in onore di questo Tzilleri!

Poi mi racconta della storia del b&b Una Notte al Museo, una casa un tempo appartenuta alla famiglia Tola, nobili, quella del poeta bittese Ciriaco Antonio Tola. Ubicata in pieno centro storico ora è all’interno del complesso museale (da qui il nome) ma rimane l’unico stabile privato. All’interno della casa rimangono un sacco di oggetti e ricordi inclusa una copia originale della prima stampa delle poesie di Tola, voluta dal nipote dopo averle ritrovate su dei fogli dopo la morte del nonno. Ah, questi nonni poeti!