145/377: Orune
ISPIRAZIONE
La prima parte del percorso è una strada a penetrazione agraria che mi è stata consigliata per accorciare di 5 chilometri, ma in salita durissima! Terminata questa e riunito alla strada statale 389, proseguo tra lievi sali e scendi tra i boschi fino ad arrivare al costone che si affaccia sulla 131bis. Da qui posso vedere di nuovo i territori da cui questo viaggio è partito: Nuoro e il Monte Ortobene, Oliena e il Monte Corrasi, fino ai territori attraversati di recente, Dorgali, e i paesini attorno al Monte Tuttavista. Tra l’altro sono vicinissimo al punto di partenza del progetto, Lollove, frazione di Nuoro ma sono a pochi chilometri da qui!
Arrivato in paese mi accolgono Giovanna e Peppino, una guida che mi porterà a visitare il territorio. La prima tappa è la fonte sacra di Su Tempiesu così chiamata non per attinenza alla parola ‘tempio’ ma perché il terreno apparteneva ad un tempiese! Una volta scesi lungo il ripido sentiero, in compagnia del cane Arturo, arriviamo alla struttura principale, impressionante, il primo e forse unico pozzo sacro di cui rimane la parte superiore che copriva il pozzo, una sorta ti tempio col tetto spiovente. Questa vallata stretta affaccia verso il territorio di Lula, e veniva chiamata Janna Lugulene (la porta verso Lula). Qui venne ritrovato il bronzetto di un cantore, dalle labbra carnose, e dalle sembianze africane, a testimoniare le nostre antiche origini, nonché l’antica origine del canto in Sardegna.
Una volta risaliti ci dirigiamo alla località Nunnale, dove si trova un monolite granitico impressionante. Purtroppo la giornata è coperta e la pioggia ci impedisce di avvicinarci. In macchina arriviamo in territorio di Sa Matta tra Orune e Lollove, dove un tempo i banditi trovavano rifugio tra le cavità dei graniti. Siamo su un altipiano, ricco di rocce granitiche sparse e querce da sughero. Qui sorgeva l’antica città romana di Sant’Efis, che non riusciamo a visitare per via della pioggia.
Rientrati in paese veniamo raggiunti da Sandra che mi ospiterà stanotte. Al bar di Ninuccia ci aspetta un bel pranzetto, come antipasti i ‘cocconeddos de recottu’ fatti da Ninuccia stessa per l’occasione! Qui ci raggiunge Giovanni, il presidente della Pro Loco. E iniziamo i racconti! Prima di tutto sui personaggi celebri di Orune: lo scrittore Bachisio Zizi che nel suo ‘Erthole’ racconta la saga di una famiglia orunese, tra l’altro imparentata con Giovanni; il giurista e scrittore Antonio Pigliaru; l’astrofisico Ciriaco Goddi, che proprio ieri (coincidenza incredibile!) era sulle prime pagine per aver guidato l’equipe di ricerca che ha fotografato per la prima volta un buco nero; la famiglia Orunesu (più autentici di così non si può) che curavano giardino e cucina di Audrey Hepburn in Svizzera; la celebre pittrice-pastora contemporanea Bonaria Manca, emigrata giovane a Viterbo. E poi si parla di ‘Tutto il miele è finito’ di Carlo Levi, un itinerario letterario in Sardegna dove si parla anche di Orune.
Nel pomeriggio, dopo essere stati nella frazione di Su Pradu a visitare un parco di graniti e boschi nel quale si inserisce il nuraghe di Sa Mandra, ci dedichiamo alla visita del paese. Sandra mi mostra orgogliosa una serie di scalinate (il paese infatti si poggia sul versante della montagna e le strade parallele a diverse altezze sono unite da lunghe e ripide scalinate) che i ragazzi dell’oratorio di Suor Michela Dui hanno verniciato in vari modi con la collaborazione delle donne del paese, un’operazione di street art per dare colore al grigiore dei gradini: la scalinata della pace, la scalinata dell’accoglienza (all’ingresso del paese) e altre.
Su un lato del paese si trova Sant’Andria, un picco granitico dove la leggenda vuole che il diavolo Sorramala venne esiliato, e qui fondò la sua casa e poi Orune! Di diavolo oggi non c’è traccia (forse…) ma di chiese si: quella di Santa Maria della Neve con un bel campanile in granito, e quella più piccola di Santa Caterina.
Dopo il giro ci dirigiamo alla sede del coro Incantos, i cui membri sono quasi tutti presenti. Qui racconto la mia avventura, suono l’ukulele e rispondo alle domande di un attento pubblico. Dopo quest’incontro ci trasferiamo tutti, ma proprio tutti, a casa di Sandra, per continuare la serata a base di pizza, vino e di ulteriori racconti e aneddoti!
FRAMMENTI SONORI
BREVI NOVELLE SARDE
Giovanni dice che da ragazzino si calò in un buco nel suolo dove si trovava il pozzo sacro di Su Tempiesu, poi scavato dall’archeologo Godeval Davoli. Nessuno meglio di lui può raccontare storie e personaggi du Orune.
Il più bel racconto (e inquietante) è quello di un prete laico di Orune, che venne sparato ma non morì, e venne inseguito e accoltellato più volte fino alla morte. Dopo questo episodio una serie di fatti strani iniziarono a capitare ai preti successivi: durante una messa un leggio e un messale volarono via senza spiegazione, fatto che fu visto da persone ancora viventi; una sedia fu tolta da una mano invisibile da sotto il sedere di una signora che cadde a terra; campane della chiesa che suonavano da sole senza motivo; qualcuno che vide una figura affacciata alla finestra della casa parrocchiale dove viveva solo il prete, il quale però stava celebrando messa, e così via. In località di Marreri venne avvistato uno strano figuro in giro con un cavallo bianco (lo stesso che aveva il prete quando venne ucciso). Alla luce di questi fatti, una notte venne indetta una riunione tra preti, alcuni esorcisti che vennero dai paesi vicini, e forse anche da lontano. Nessuno sa cosa successe dentro la chiesa, ma da quella riunione notturna gli strani episodi cessarono. Che ci fosse di mezzo il diavolo Sorramala?
A fine serata Giovanni legge un suo testo, molto poetico, dedicato a Orune. La frase che mi colpisce di più è: “a Orune non c’è il concetto di ‘antico’ perché quello che c’è stato c’è ancora”.