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125/377: Lanusei

ISPIRAZIONE

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Anche oggi pochi chilometri ma tutti in salita! La giornata è soleggiata ma fredda e molto ventosa, e la salita controvento non è il massimo. Arrivo al cartello Lanusei ma prima di arrivare in centro c’è ancora molta salita da fare all’interno del paese, caratteristica di tutti i paesi dell’Ogliastra interna!

 

Arrivo alla piazza di chiesa dove ricevo una grande accoglienza, con striscione di benvenuto a Lanusei, da parte di un gruppo di consiglieri comunali di minoranza e due giornalisti. Una consigliera è Maria, mia ex collega all’Università, che mi ha organizzato una super giornata! Insieme a Betty, Simone e Francesco andiamo subito a prendere un caffè al bar, e usciti nella piazza entriamo nella chiesa di Santa Maria Maddalena, del ‘600, anche se da degli scavi sono stati rinvenute tracce di insediamento umano fin dall’epoca nuragica. L’interno è stato tutto ridecorato e fa una bella impressione. È presente un bellissimo trittico di Mario Delitala, artista che ho già ammirato nella sua nativa Orani.

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Passeggiamo per la via Mameli, quello che un tempo era il vecchio corso, dove si affacciano molti vecchie palazzine. Arriviamo fino al Municipio e poi risaliamo dalla via Roma, anche questa ricca di palazzi storici, alcuni molto ben tenuti, e con targhe in marmo che ricordano la famiglia possidente, oppure ospiti celebri che vi soggiornarono.

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A questo punto prendiamo la macchina e saliamo sulle montagne retrostanti il paese. Arriviamo quasi a 1000 metri di quota, al bosco Seleni. Qui si trova il sito nuragico di Gennaccilli. Entriamo e visitiamo dapprima un paio di tombe dei giganti, impressionanti per la loro buona conservazione, e poi ci spostiamo nel nuraghe, unico nel suo genere perché costruito addossato a dei massi di granito preesistenti, con una struttura assolutamente unica, e tutt’intorno le capanne, anch’esse inglobanti massi in granito.

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Passeggiamo per un po’ nel bosco, fitto e con massi granitici sparsi qua e là, a volte inglobati nelle radici degli alberi, e arriviamo fino ad uno spuntone roccioso che si affaccia su tutta la vallata sottostante. Un’altra prospettiva di questo panorama che ormai ammiro da qualche giorno, ma sempre diverso. Ci spostiamo fino ad un altro punto panoramico dal quale si ammira il Monte Tricoli e tutta la vallata sottostante, sulla quale si sta progettando una discesa da brivido su cavo che dalla punta dovrebbe portare all’altro lato della valle.

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Rientriamo in paese, o meglio cittadina, e attraversiamo di nuovo il centro storico, fatto di stradine strette e sinuose, per arrivare al ponte della ferrovia, che passa sopra una serie di orti urbani, dove alcuni cittadini coltivano ancora frutta e verdura e allevano qualche animale. Sul versante della montagna scorrono almeno cinque fiumi, tutti ben incanalati, uno dei quali e quello che stiamo superando. Percorriamo il tratto di ferrovia, godendo di una bellissima vista sul paese e arriviamo fino alla stazioncina del Trenino Verde, con la sala d’aspetto ancora originale dell’epoca!

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Dopo un pranzetto a casa di Maria, a base di tipici piatti ogliastrini, culurgiones e casu axedu (formaggio acido), riesco a fare un pisolino pomeridiano, prima di andare a far visita alla scuola civica di musica. Il direttore Simone mi accoglie calorosamente e mi fa visitare le varie classi dove si svolgono le lezioni. Riesco a suonare con diversi allievi e insegnanti. Qui ritrovo anche due amiche cantanti, Claudia Aru e Martina Garau con la quale improvvisiamo su uno standard jazz.

Quando vengo portato al bnb Barigau sono già stanco ma riesco a fare un po’ di lavoro, prima di andare alla cena che ci ha organizzato Tonino in un locale proprio sotto il bar centrale. C’è un nutrito gruppo di persone, di cui dopo poco, miracolosamente, riesco a ricordare tutti i nomi (anche se ora che scrivo li ho dimenticati tutti!). Mangiamo e beviamo allegramente, e alla fine riesco anche a suonare l’ukulele, collegato ad un mini amplificatore che qualcuno casualmente ha in macchina!

 

FRAMMENTI SONORI

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BREVI NOVELLE SARDE

In uno dei palazzi storici presenti nella via Roma visse per un certo periodo Alberto La Marmora, piemontese, importantissimo personaggio che scrisse il famoso Voyage en Sardaigne, per me grande fonte d’ispirazione per questo viaggio. Questa opera titanica è divisa in tre volumi, la Geografica fisica e umana della Sardegna, le Antichità e la Geologia. Ogni volume descrive dettagliatamente gli aspetti presi in considerazione, e c’è da dire che La Marmora passò in Sardegna lunghissimi periodi della sua vita, e si occupò un po’ di tutto, geologia, botanica, archeologia, costumi. È sua la prima misurazione della cima più alta della Sardegna che prende il suo nome, Punta La Marmora, 1834 metri, in territorio di Arzana.

Nel mio viaggio penso spesso a quanto tempo ci vorrebbe per annotare tutti gli aspetti relativi a tutte queste discipline, e a farlo in maniera metodica. Di giorno in giorno mi capita di focalizzarmi su diversi aspetti, a volte geologia, a volte archeologia, a volte usi e costumi, e più giro la Sardegna più vedo una diversità spaventosa, non solo tra zone e zone, ma anche tra paese e paese, che avrebbe bisogno di una vita per essere annotata. Ma non è questo l’intento del mio viaggio. Io mi limito ad osservare quello che trovo al mio passaggio, e in qualche modo a trasferirlo in impressioni musicali. Alla fine del viaggio sarà dura unire tutta questa diversità in un unico lavoro!