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122/377: Arzana

ISPIRAZIONE

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La strada di oggi sono 4 km di discesa (con falsi piani e salite leggere) e 4 di salita durissima! Prima o poi se farò una classifica delle salite più dure di questo viaggio questa ci rientrerà di sicuro! C’è molto vento ed il cielo è un po’ velato. Sembra che il famoso ‘marzo pazzerello’ stia iniziando.

Arrivo alla piazza centrale del paese dove mi stanno aspettando Maria Carla e Federica, due ragazze contattate tramite Barbara, l’assessore di Tertenia. Dopo un caffè ci facciamo una bella passeggiata nel centro storico di Arzana, ricco di belle palazzine ristrutturate, e di angoli caratteristici. La piazza, dove si trova una vecchia fontana, era proprio il nucleo storico del paese. Poco lontano si trova la moderna chiesa di San Giovanni Battista patrono. Dentro si trova una statua della Madonna portata da Medjugorje, a cui si attribuiscono due guarigioni importanti in paese, e per questo la chiesa è stata meta di pellegrinaggi.

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Maria Carla mi racconta un po’ la storia del paese, di come una parte degli abitanti del vecchio paese Ruinas, ai piedi del Gennargentu, lo abbandonarono per spostarsi qui, e si stabilirono nella parte più alta. Passiamo alla Pro Loco dove Pina mi invia per email un documento con tutta la storia dettagliata. Continuiamo il giro fermandoci al laboratorio di argilla e ceramica Sa mammaterra (il lombrico) di Maria Rosa, che mi illustra i lavori che so stati fatti da ragazzi appena usciti dal carcere, vasetti e contenitori per le erbe officinali, molto diffuse in questa zona, e che hanno anche imparato a coltivare.

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Continuiamo a camminare per il centro, passando il bel monumento ai caduti di Pinuccio Sciola, una piazzetta con un monumento in onore della rassegna Il Porcino d’Oro, la casa natale dell’artista Stanis Dessy, e una bella terrazza panoramica. Poco distante il Preventorio, una ex casa di cura per malati di tubercolosi, ora un grande palazzo abbandonato. In queste strade nacque Samuele Stochino, famoso bandito soprannominato ‘la tigre d’Ogliastra’.

Prima di pranzo passiamo in Comune a salutare il Sindaco Marco e il vice Fabrizio, e poi ci dirigiamo al ristorante La Pineta, in una zona alta dalla quale si gode di un panorama bellissimo, da una angolazione leggermente diversa di quella da Villagrande Strisaili. Il pistoccu è buonissimo, ancora di più la selezione di culrgiones di cinque gusti diversi, formaggio, funghi, asparagi, erbe, al sugo.

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Dopo pranzo passiamo a vedere la chiesa di San Vincenzo Ferrer, che si affaccia su un bel belvedere. In questa zona, prevalentemente granitica, passano dei filoni di porfido rosso (lo stesso delle Rocce Rosse di Arbatax).Alcune case sono costruite con entrambe le tipologie. Passiamo al campo sportivo, che si trova a ben 805 metri sul livello del mare. Un impianto bellissimo dove si tenne l’evento Terra Sarda a cui parteciparono grandi campioni, Pistorius, Owen tra gli altri. Mi faccio anch’io una corsetta sulla bella pista!

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Ci raggiungono Francesca e Andrea col labrador Moustache, e nonostante il forte vento decidiamo di salire alla pineta, dove si trova la statua di San Michele a protezione del paese. Siamo intorno ai 1000 metri di quota, e la vista sulla costa Ogliastrina è incredibile, ma si fa fatica a rimanere in piedi dal vento!

L’ultima tappa è certamente una delle più interessanti. Guidiamo per un bel po’, costeggiando il Lago Alto Flumendosa, nella stessa strada che ho percorso per arrivare a Villagrande Strisaili, per arrivare ai piedi del Gennargentu e visitare l’antico villaggio di Ruinas. Qui si trova un bel nuraghe e i resti di quello che era il villaggio, che fu abitato fino al 1600 e poi abbandonato probabilmente per una pestilenza. Quello che rimane sono mucchi di pietre, granito bellissimo, ‘ruinas’ appunto, di quelle che erano abitazioni, villaggio nuragico prima, poi medioevale e successivo. Grazie al labrador Moustache troviamo in mezzo alle pietre l’ingresso di un pozzo sacro nuragico al quale il cane si abbevera! C’è un vento forte e aria gelida che arriva dal Gennargentu, con la sua cima più alta, Punta La Marmora, 1834 metri, proprio in territorio di Arzana.

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Guidiamo attraverso valli granitiche, dalle vedute mozzafiato, per rientrare in paese, infreddoliti e stravolti dal vento, e concludiamo la serata con una cena tranquilla a casa di Francesca, insieme alla mamma, che mi ospiteranno per la nottata, facendomi sentire a casa.

 

FRAMMENTI SONORI

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BREVI NOVELLE SARDE

Pare che ad Arzana ci sia l’indice longevità più alto al mondo (sicuramente i paesi vicini avranno da ridire su questo!) Qui, una delle 5 ‘blue zones’, arrivano studiosi da tutto il mondo per cercare di capire (e carpire) i segreti dei centenari. Qualcuno attribuisce all’aria che si respira particolari proprietà. In queste zone infatti si ritrovano delle erbe officinali uniche, che crescono solo ad alta quota, nei dintorni del Gennargentu. La loro presenza renderebbe l’aria particolarmente benefica, dopottutto il nome Arzana verrebbe dal latino Aer Sana, aria sana.

Nel giro mattutino ci fermiamo dal dottor Sestu, il medico del paese, che mi conferma l’alto numero di centenari del paese. Mi dice che uno dei fattori potrebbe essere genetico, ed in particolare fa un’ipotesi sul fatto che questi geni potrebbero essere stati trasmessi dagli antichi abitanti di Ruinas, proprio sotto il Gennargentu, che una volta abbandonato il paese si dispersero in tutto il territorio circostante, spesso respinti dagli altri paesi, e trovando accoglienza ad Arzana.

Infine dottor Sesto mi racconta un aneddoto divertente. Un paziente molto anziano andò a chiedergli se avrebbe vissuto fino a cent’anni. Il dottore gli gli fa alcune domande: “Fuma?” risposta “no”, “Beve?” risposta “no”, “Fa l’amore?” risposta “no”… e prosegue “e allora che gliene importa di vivere fino a cent’anni?”