099-Maracalagonis-blog-feature

99/377: Maracalagonis

ISPIRAZIONE

099-Maracalagonis-blog-4

Il viaggio di oggi è breve ma sotto le nuvole e un vento furibondo. Percorro pochi chilometri e allungo per trovare il cartello d’ingresso. Una folata di vento mi sposta e mi costringe a fermarmi. Riprendo.

Entro in paese e mi dirigo prima in Comune, poi al tabacchino dove mi aspetta Pitano (versione di Sebastiano) Perra, costruttore di launeddas, che mi ospiterà per la giornata. Dopo un caffè Pitano mi porta a fare un giro del paese. Nella piazza principale si trova la chiesa Santissima Vergine degli Angeli. L’esterno è fatto di una bella arenaria gialla che incorpora qualche pezzo intagliato, e una statuetta che assomiglia ad una dea madre. All’interno si conservano le spoglie di Santo Stefano, martire cristiano. Durante la processione il cranio, bucato dal chiodo che uccise il santo, viene baciato dai fedeli.

099-Maracalagonis-blog-5

Passando da un vicolo stretto dietro la chiesa facciamo un giro per arrivare alla chiesa della Madonna d’Itria. Pitano la definisce ‘ribaltata’ perché l’ingresso venne spostato sul retro e quella che era la bella facciata è ora il retro della chiesa. Rientrando per pranzo a casa di Pitano passiamo ai Magazzini grafici, studio grafico di Mirko e Sandrino. Quest’ultimo realizza delle belle immagini di donne in costume sardo stilizzate, e mi regala una cartolina di una di queste immagini.

099-Maracalagonis-blog-3

Nel pomeriggio visitiamo il laboratorio di Pitano. Questo si trova in una bellissima casa campidanese. Nel cortile crescono alberi da frutta. Mi colpisce un arancio innestato con un’altra varietà d’arancio, con mandarino e con limone…lo stesso albero con 4 frutti diversi! Poco distante una pianta di mirto con varietà bianca e nera. E poi molte canne. Che Pitano usa per la costruzione di launeddas. Mi viene spiegata la differenza tra la canna maschio, che cresce sul Flumini Mannu e si usa per le die canne melodiche, una canna rara, e la canna femmina per il bordone, la canna comune che si trova un po’ dappertutto.

099-Maracalagonis-blog-2

In un’ala della casa c’è il laboratorio di costruzione launeddas dove Pitano mi lascia a lavorare al mio blog. A mezza sera faccio un altro giro e visito il cortile di una bella casa campidanese con un pozzo e qualche scultura in pietra. Al rientro in laboratorio, Pitano mi mostra le sale al piano di sopra con l’esposizione di launeddas costruite seguendo tutti i modelli annotati da Bentzon, lo studioso danese venuto in motocicletta, che fece un lavoro immane sulle launeddas. In un’altra stanza altri strumenti tradizionali, flauti, sonagli, campanacci.

099-Maracalagonis-blog-6

La sera ci raggiungono due altri musicisti, Giorgio Murtas con cui ho già suonato a Sarroch, e Giampaolo Ibba suonatore di launeddas. Dopo un’ottima pizza da Secondo ci ritiriamo al laboratorio per una jam notturna dove ci raggiunge anche Vladimir, un russo trapiantato in Sardegna. L’atmosfera è calda e la musica delle launeddas mi accompagna fino al letto!

 

FRAMMENTI SONORI

099-Maracalagonis-score

 

BREVI NOVELLE SARDE

099-Maracalagonis-blog-1

Con autoironia Pitano si definisce un venditore di fumo (lavora in tabacchino) e creatore di canne! Oltre a costruire strumenti sta imparando a suonare le launeddas da anni e anni, con ottimi risultati. Oggi con lui ho preso la mia prima lezione di launeddas. In realtà sarebbe stata la sua lezione col maestro Stefano, a Sinnai, ma oggi Pitano me la vuole donare , dunque arrivati all’oratorio della chiesa di Sant’Isidoro mi viene messa in mano una canna (di launeddas!) per il primo esercizio…la respirazione circolare! Stefano lascia spiegare questa parte a Pitano “bene come lui non la spiega nessuno” e mi sforzo nei primi tentativi fallimentari. Ma andiamo avanti. Ora è il momento della mano destra sui buchi, strettissimi, ad articolare su e giù le dita. Questo mi viene un po’ meglio. Escono suoni timidi (“guancie sempre piene!”) poi pian piano più squillanti. Dopo venti minuti ho già gli elementi base per una vita di studio! Non solo mi è stata donata questa esperienza, ma alla fine della lezione mi viene donata anche la canna, con la raccomandazione di non esercitarmi nella respirazione circolare mentre vado in bicicletta!