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71/377: Tratalias

ISPIRAZIONE

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La tempesta si è calmata. Parto col sole, supero il vecchio ponte Romano di Sant’Antioco e mi immetto nella bella pista ciclabile che attraversa l’istmo che collega l’isola alla terraferma. La pista finisce in un canneto non appena entro nel territorio di San Giovanni Suergiu, dunque torno in strada e proseguo per Tratalias. Spiego a chi mi chiede come mai abbia fatto prima Tratalias di San Giovanni Suergiu che la sequenza dei paesi prevede se possibile di non passare due volte sulla stessa strada.

Percorro due lunghi rettilinei e arrivo al centro abitato ma non vedo nessuno e nessun segnale. Ricordo che Tratalias ha una parte vecchia che venne abbandonata e capisco di essere proprio qui. Dunque proseguo e poco dopo trovo l’abitato nuovo. In comune mi accolgono il sindaco Marco e i consiglieri Mauro e Patrizia che mi guideranno per tutta la giornata. Iniziamo proprio tornando alla parte vecchia del paese. Mi raccontano della diga che fu costruita per sbarrare il fiume, e che creò una serie di problemi di infiltrazioni nella case del vecchio paese tali che venne deciso di costruire un nuovo paese poco distante dove trasferire tutta la popolazione.

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Nonostante molte case ormai non esistano più, la maggior parte questa parte vecchia è stata ristrutturata, e camminare nelle vecchie vie tra le case antiche dallo stile spagnoleggiante dà un senso di ritorno indietro nel tempo. Tutta questa zona ruota intorno alla bellissima chiesa Romanica di Santa Maria di Monserrato che fu anche sede vescovile. Venne costruita dai Pisani ma poi presa dagli Spagnoli. La statua della santa venne poi trasferita a Iglesias, come fu fatto anche con Sant’Antioco, ma al contrario di quest’ultimo che tornò al suo luogo di origine, Santa Maria rimane a Iglesias e ogni anno viene riportata qui in processione solo per qualche giorno, per poi essere riportata a Iglesias.

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In questa parte vecchia si trova un bell’edificio che contiene una mostra fotografica del vecchio paese, nonché una ricostruzione del vecchio palazzo comunale ormai sparito. Passando da un bel portale in stile spagnolo si entra in una grande corte. Mi dicono che qui sia stato girato parte dell film ‘La fine è nota’ di Cristina Comencini, e che tuttora la zona è richiesta come set per video e pubblicità (un po’ come succede a San Salvatore di Cabras).

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Dopo aver pranzato alla grande nell’agriturismo della famiglia di Marco, nel pomeriggio andiamo a vedere la diga di Monte Pranu, la responsabile della creazione del nuovo paese. Il lago e molto grande, passeggiamo lungo una sponda, colonizzata dai fichi d’India. Arriviamo fin quasi allo sbarramento. Tornando indietro arriviamo dall’altra parte della diga, proprio sotto il muraglione, dal quale viene scaricata un bel po’ d’acqua, a causa delle incessanti piogge di quest’annata. Qua passa anche una bella pista ciclabile in corrispondenza della vecchia ferrovia, parte del Cammino di Santa Barbara.

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Concludiamo la serata in un sito archeologico nuragico, tutto da scoprire. Da qui si vedono i monti intorno, il Monte Sirimagus (sul quale i vecchi dicevano ai piccoli di non andare perché sarebbero stati presi dai diavoli). E infine Marco mi porta dall’altra parte del lago, dove è stato realizzato un approdo per idrovolanti, attività che si spera possa prendere piede presto.

E il paese nuovo? Beh, è nuovo, le case sono tutte grandi e curate, e c’è moltissimo verde pubblico, aiuole dappertutto, che come il Marco mi dice, richiedono tantissimo lavoro!

 

FRAMMENTI SONORI

Paese abbandonato.

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BREVI NOVELLE SARDE

Nonostante il trasferimento nel paese nuovo, nella testa degli abitanti di Tratalias c’è ancora il paese vecchio, la sua planimetria, le sue case. Il Sindaco Marco mi dice di sognare di essere ancora il vecchio paese. Quando passeggiamo per le sue vie riconosce le case rimaste una per una, questa era di tale Ziu, quest’altra di tale Zia. Sa localizzare anche le case che ormai non ci sono più. Anche Mauro le conosce tutte, quelle rimaste e quelle sparite. Qui c’era questo, qui c’era quest’altro. Persino nel nuovo paese la gente parla rapportandosi al paese vecchio. Abitavo lì, ero nato in quella strada etc. La cosa che più manca ora è ‘su biginau’, il vicinato. Nel paese vecchio le case erano vicine, le vie formavano dei veri e proprio punti di aggregazione per le famiglie. Oggi invece (sarà colpa delle aiuole divisorie?) le case sono più distanti tra loro e si è perso un po’ il senso di comunità. Qualcosa è stato fatto per riavvicinare i due centri, con la costruzione di un centro sportivo a metà strada. E la vecchia Tratalias continua ad essere meta di turisti e set cinematografici. Che possa un giorno rinascere dalle sue ceneri?