Ollastra

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ISPIRAZIONE

Ollastra
Muro con mattoni in terra cruda

Pedalata breve, pochi chilometri, passando da San Vero Congius e arrivo a Ollastra dove mi sta aspettando Giampiero della Pro Loco. Prendiamo un caffè in un bar in uno degli edifici più vecchi di Ollastra, ristrutturato, e poi ci facciamo un giretto per il centro, dove rimangono ancora molte vecchie case costruite in mattoni di fango, molte ormai ruderi, e molti portali antichi in pietra.

Passiamo dalla piazza con la chiesa di San Sebastiano. Giampiero mi racconta che questo era il primo nucleo del paese ricostruito, dopo che il vecchio venne inondato e distrutto. La legenda vuole che dal vecchio paese vennero liberati dei buoi che dopo un po’ di vagare si fermarono proprio qui dove c’era un olivastro, da cui il nome del nuovo paese. Un tempo il paese si chiamava Ollastra Simaxis per distinguerlo da un’altra Ollastra (l’attuale Albagiara) e perché era frazione del vicino Simaxis. Dal 1991 si chiama solo Ollastra.

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Dighetta Santa Vittoria

Ci raggiunge Sandro, anche lui della Pro Loco, e in macchina ci muoviamo per vedere la dighetta Santa Vittoria sul Tirso che qualche giorno fa ho visto dall’altro versante, quello di Zerfaliu. Qui il fiume viene imbrigliato e l’acqua rilasciata lentamente verso due grandi canali che la portano a tutto il Campidano di Oristano per uso agricolo, uno sul versante ovest e l’altro in questa parte est del Campidano, chiamato canale di Arborea. Da queste parti esisteva una chiesetta, ora scomparsa, segno di un possibile villaggio che non esiste più.

Riprendiamo la macchina per salire verso il versante collinoso/montano di Ollastra, quello che arriva ai piedi del Monte Grighini. Attraversiamo un territorio ricco di piante di mirto spontaneo. Mi raccontano che da qui vengono raccolte grandi quantità di bacche per la produzione di liquore, e già da molti anni si tiene a Ollastra la sagra del mirto. Arriviamo al Parco San Martino, un’area verde attrezzata per spuntini. Ci fermiamo un po’ ad ammirare le belle querce da sughero e a godere del freschetto sotto gli alberi prima di rientrare per pranzo.

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Antico portale in centro storico

È stato organizzato un pranzo a casa di Vittorio e Margherita che insieme a Ester, moglie di Sandro, stanno preparando un pranzo da giorno di festa, antipasti, malloreddus cotti nel brodo di pecora, carne di maiale e pecora, tutto accompagnato dalla buonissima vernaccia prodotta da Vittorio, per finire con caffè, mirto (sempre autoprodotto) e dolci sardi.

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Cripta sotto la chiesa di San Marco

Nel pomeriggio Giampiero mi porta alla chiesetta di San Marco, alla periferia del paese. La parte più interessante è la cripta sotto la chiesa, un ampio spazio diviso da colonne, che fungeva da luogo di sepoltura. Pare che sotto le tavole del pavimento ci siano ancora tutti i resti delle sepolture.

Alla chiesa di San Sebastiano, dove ci rechiamo a piedi, ci aspetta un nutrito gruppo di persone. Qui racconto il mio progetto e suono qualche brano, per poi ascoltare due bravissimi e giovanissimi musicisti, Marco alle tastiere che accompagna la bellissima voce di Monica. Riesco a unirmi a loro in un paio di canzoni tra cui Non Potho Reposare.

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Dettaglio facciata della chiesa di Santa Severa

Concludiamo la giornata visitando altre due chiese. Santa Severa, sulla via principale, si presenta con una facciata semplice e ornamenti di trachite rossa. Mi colpisce una ciotola in ceramica incastonata sulla facciata, certamente segno di ire divine che in passato si scagliavano sulle chiese, come ho constatato anche l’altro giorno a Siamaggiore.

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Statua di San Costantino all’omonima chiesa

Arriviamo poi alla chiesa campestre di San Costantino, che si trova accanto al grande spazio dove si svolge annualmente la fiera del bestiame di San Marco, una delle fiere più antiche della Sardegna. Entriamo all’interno della chiesa di Sant’Agostino proprio al momento giusto: il sole al tramonto entra da un’apertura a forma di croce, e la luce si proietta proprio dietro la statua del santo, rendendo questo finale di giornata mistico.

 

FRAMMENTI SONORI

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BREVI NOVELLE SARDE

Il mio viaggio è fatto di incontri, a volte organizzati ma nella maggior parte delle volte casuali. Non solo con persone dei luoghi che visito. Spesso neppure con residenti in Sardegna. A volte sono turisti. A volte sono persone che per qualche motivo si trovano temporaneamente in Sardegna. A volte sono italiani, a volte stranieri.

È così che ho incontrato Kristina Jacobsen, americana, quest’estate al festival Time in Jazz. Dopo una chiacchierata dove Kristina mi racconta quello che è venuta a fare in Sardegna, ci ripromettiamo di risentirci per una collaborazione musicale.

Kristina è una ricercatrice e cantautrice americana che sta portando avanti un progetto di collaborazione con musicisti locali. È venuta in Sardegna per stare un anno. Ha preso residenza a Santu Lussurgiu e qui, oltre a conoscere le realtà musicali sarde, ha anche imparato un bel po’ di sardo e di stili di vita tipici di quest’isola.

Lavorare a questa collaborazione mentre sono in viaggio sembrava impossibile. Invece Kristina ha deciso di raggiungermi da qualche parte per iniziare il lavoro insieme, ed è capitato proprio oggi qui a Ollastra.

Giampiero ci ha messo a disposizione la cripta sotto la chiesa di San Marco. Dunque passiamo due orette a discutere di musica, ispirazione e a comporre una nuova canzone a quattro mani, musica e parole.

Post Scriptum: è solo una volta finito il mio viaggio che con Kristina riusciamo a lavorare a fondo sul brano scritto nella giornata a Ollastra, purtroppo a distanza visto che Kristina è rientrata negli Stati Uniti. Siamo riusciti a registrarla a distanza ed il disco di Kristina, contenente questa traccia, altre tre dove ho contribuito con il contrabbasso, e altre scritte insieme ad artisti sardi, dovrebbe uscire presto…stay tuned!