Esporlatu

255/377: Esporlatu

ISPIRAZIONE

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Vista del paese

Salgo e mi avvicino a te Esporlatu, all’ombra delle montagne che ti circondano, osservata dal castello dei tuoi vicini, mentre qualcuno dei tuoi abitanti mi sfreccia in macchina accanto, un po’ troppo vicino.

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Vista del castello di Burgos all’ingresso del paese

Entro in te Esporlatu, nella tua arteria principale, costeggiando un parchetto con due monumenti, il primo in trachite, l’altro in granito. Mi affaccio alla ringhiera. La vista spazia su buona parte del nuorese, Monte Gonare, i bianchi calcari del Supramonte, i monti di Orgosolo ed il Gennargentu.

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Vecchia fontana

Qui sotto una vecchia fontana, asciutta, ed io ci piazzo sopra il mio adesivo, così, per ricordo. Ed oltre la fontana un parco giochi per bambini, ce ne sono?

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Chiesa di San Gavino

La tua arteria si spegne al Comune. Da qui a destra si sale per la tua unica chiesa, San Gavino, oggi modernizzata sebbene medioevale, di trachite. A sinistra invece si scende nelle tue viscere, case nuove, case vecchie, case crollate, una piazzetta moderna.

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Case in centro storico

Da ogni tuo angolo gli occhi del castello dei vicini ti guardano.

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Vista sulla piana di Ottana

Ti ripercorro, per esser sicuro di non aver tralasciato nulla, e mi avvio ad uscire da te come sono entrato, in silenzio. Ti saluto, osservando gli orti alla tua periferia mentre da in fondo alla piana di Ottana si staglia nell’aria l’ennesima colonna di fumo, piaga estiva di queste zone.

 

FRAMMENTI SONORI

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BREVI NOVELLE SARDE

Mi fermo ad un angolo per fotografare il dettaglio di una facciata. Dalla ripidissima discesa sta risalendo pianissimo una signora tutta vestita di nero, bassa, dalle gambe storte, una mano sul bastone, l’altra che si aggrappa ai cancelli e ringhiere a bordo strada.

Le grido “ha bisogno d’aiuto signora?”. Nessuna risposta. Mi avvicino. Le richiedo “ha bisogno d’aiuto signora?”. Mi guarda ma nessuna risposta. Ormai le sono quasi attaccato. “Ha bisogno d’aiuto signora?”. Mi risponde in sardo. Per me incomprensibile. Le chiedo “come?” e me lo ripete, in sardo. Non capisco. Facendo finta di nulla le dico “fa troppo caldo oggi eh?”. Forse ora ha capito e mi risponde in un italiano molto sforzato “eh si molto caldo fa”. Le dico “saranno tutti questi incendi”. E lei mi risponde di nuovo in sardo. Non capisco. “Allora ha bisogno di aiuto per salire?”, e lei “no no ce la faccio”. La saluto e me ne risalgo, faticando, lungo questa terribile salita.