Bessude

220/377: Bessude

ISPIRAZIONE

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Vista di Bessude dall’alto

Oggi tragitto molto breve e in discesa. Il caldo torrido continua ma sembra che anche 2 gradi in meno si sentano e facciano piacere!

Arrivo a Bessude, piccolo paesino di circa 400 abitanti, e mi accoglie Carlo al suo b&b Il Mirto, sulla strada principale, una bella palazzina storica ristrutturata, dove sarò ospite. Dopo un caffè al bar Carlo mi porta in giro per le stradine del centro storico a visitare le chiese. Dapprima la parrocchiale di San Martino, del 1620, molto ben tenuta, con una architettura in stile gotico, che contiene una bella statua della Vergine Dormiente.

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Dettaglio volta cappella nella chiesa di San Leonardo

Camminando un po’ arriviamo alla chiesa di San Leonardo, molto più antica, del 1300 circa, dove si trovava anche il cimitero del paese. Dal piazzale si ammira il panorama su tutta la vallata, Siligo poco distante e Banari. Andiamo poi alla piccola chiesetta di Santa Croce, dove m colpisce un bel pavimento di lastre ottagonali bicolore, ardesia e marmo bianco. Infine, prima di pranzo, mentre Carlo mi accompagna in macchina nella zona nuova per prendere qualcosa da mangiare per pranzo, passiamo accanto alla chiesetta campestre di Santa Maria di Runaghes.

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Piazzetta con murale

Nel tardo pomeriggio, digerito cibo e chiese, Carlo e il padre Gavino mi portano al MuMe, il Museo delle tradizioni medioevali del Meilogu, che si trova in una vecchia casa nobiliare ben ristrutturata, chiamata Sa Domo de Sas Damasa. Qui, oltre ai vecchi ambienti della casa al primo piano, sale e cucina, si trova un bell’allestimento al primo piano. Dei pannelli che descrivono la situazione di questo territorio nel Medioevo e l’evoluzione che ha subito fino ad oggi.

Gavino mi spiega dell’esistenza di tanti piccoli villaggi e nuclei abitativi, oggi tutti scomparsi, ma di alcuni dei quali cui si trovano tracce archeologiche. Il Museo è ancora in fase di allestimento. Si stanno infatti ultimando le postazioni multimediali, dove i visitatori potranno vedere video e accedere a ulteriori informazioni.

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Ragazzo a cavallo

A fine serata Carlo mi porta in macchina nelle campagne sopra il paese, proprio a ridosso di un costone basaltico, il bordo del Monte Pelao. Da qui la vista è fantastica, il paesino sotto, e gli altri paesini, fino alla piana dove scorre la 131.

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Dettaglio di murale

Ridiscesi in paese facciamo un altro giro per fotografare i bei murales di cui il paese è ricco, lavori eseguiti da ragazzi del servizio civile internazionale. Spagnoli, tedeschi, russi, che venivano qui, coinvolgendo anche ragazzi locali, per la realizzazione di murales, tutti con una tematica e un simbolismo ben preciso. Ci fermiamo poi al bar che si trova tra due murales molto grandi, uno di fronte all’altro, e concludiamo la serata a bere birra in compagnia di Manuel, un amico di Carlo che ci ha raggiunti.

 

FRAMMENTI SONORI

Bessude spartito

 

BREVI NOVELLE SARDE

Manuel fa parte dell’Associazione Sardinia Romana, che si occupa di ricostruzioni storiche e archeologia sperimentale, ovviamente specializzata in periodo romano. Manuel insiste per portarmi a casa sua per mostrarmi un po’ di cose.

Mentre tira fuori svariati indumenti e armamenti dagli armadi Manuel mi racconta delle attività di cui si occupa oltre ai suoi studi di archeologia. Una è per esempio quella di ‘ricostruire’ com’era fatto il pane dei romani, in base ad una serie di ritrovamenti archeologici.

Parlando, Manuel inizia a farmi indossare una veste e poi una pesante armatura metallica. Mi racconta delle ricostruzioni di reperti tattili per i non vedenti, che stanno sempre di più comparendo in alcuni dei musei della Sardegna.

È arrivato il momento dell’elmo e dello scudo. Adesso sono vestito come un vero e proprio legionario romano! Mi scattano qualche foto, e Manuel mi racconta dell’ultima mostra alla quale hanno contribuito, proprio quello che ho visto da poco al museo di Torralba.

Ed una volta rientrati in casa arriva il pezzo forte della serata: Manuel si avvia in cucina e tira fuori dal frigorifero un barattolino con una pasta beige. Mi dice che l’odore sarà fortissimo ed effettivamente non appena apre il barattolo esce fuori un odore forte di acciughe.

In realtà trattasi del ‘garum’, una salsa liquida di interiora di pesce e pesce salato che i Romani usavano come condimento, e che Manuel si diletta a preparare seguendo quella che si pensa fosse l’antica tecnica dei Romani. Carlo non assaggia mentre io curioso me ne faccio spalmare un po’ su un pezzo di pane. È buonissimo! Bravo Manuel!