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208/377: Cargeghe

ISPIRAZIONE

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Oggi tratta breve, neanche un chilometro di rettilineo da Muros, praticamente una strada che cambia nome. Arrivo in Comune dove mi aspettano l’assessore Giannella insieme ai consiglieri Pietro e Marta, e Giuseppe (autore del blog sinnoscargeghe.blogspot.com). Con loro farò il giro del paese, ma la prima tappa è nel salone parrocchiale della chiesa parrocchiale di San Quirico e Giulitta, del ‘500, in bel piazzale dove sono presenti delle sculture di Pinuccio Sciola, per incontrare un gruppo di ragazzi. Ci accoglie Don Felix, un simpatico prete africano che anima vivacemente l’incontro, cantando e dicendo qualche parola anche in sardo, nel quale mi presento, suono e racconto un po’ del mio viaggio.

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Una volta che termino, lasciamo Don Felix alla sua felice vocazione e ci dirigiamo a visitare l’ex cimitero, del 1852, ora un anfiteatro accessibile tramite il bel portale in pietra, unico elemento originale rimasto. Da qui ci muoviamo a piedi per fare una passeggiata lungo un percorso ricco di querce secolari, proprio sotto il costone calcareo. Siamo sotto l’altopiano di Giorrè, al confine coi comuni di Ossi e Florinas, dove esiste una via ferrata per l’arrampicata e un birrificio artigianale, e proprio qui venne girata la scena iniziale del film Proibito di Monicelli di cui ho parlato nell’articolo di Tissi.

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Sotto di noi invece si stende la piana di Campomela, fino alla SS131, dove si trova l’omonima stazioncina della linea ferroviaria (chiusa al pubblico) posta sulla linea ferrovia Ozieri Chilivani-Porto Torres. Proseguiamo fino a vedere Sa Rocca ‘e Mesu Die, uno spuntone calcareo isolato altissimo. Da qui arriviamo poi alla chiesa campestre di Santa Maria de Contra, un altro posto di una certa importanza dal punto di vista cinematografico perché qui venne girata un’importante scena del film Padre Padrone dei fratelli Taviani, tratto dal romanzo di Gavino Ledda.

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Per pranzo ci raggiunge il Sindaco Franco che mi racconta il dramma della scarsa o in certi punti totalmente assente ricezione telefonica in questo paese, piaga che affligge molti paesi e zone della Sardegna e che io reputo tra le cause principali di quello spopolamento di cui si parla tanto: come può un giovane pensare di metter su una qualsiasi attività (che nel 2019 ha certamente bisogno di essere connessa col mondo) in questa situazione?

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Nel pomeriggio mi portano al Centro di Aggregazione, dove lavoro al blog, alla puntata settimanale di Radio Francigena, e registro un piccolo video per celebrare la giornata di oggi, 21 giugno, la festa della musica! Poi rincontro tutti per un aperitivo in centro e un giro del paese per ammirare la piazzetta con il bel monumento ai caduti, la bianchissima chiesetta di Santa Croce che contiene un bellissimo altare ligneo ed un Cristo con le braccia snodabili (per “s’iscravamentu”, ovvero la deposizione dalla croce il venerdì santo prima di Pasqua). In giro per il paese posso ammirare alcune belle palazzine, prima di recarmi a cena e a dormire a casa di Franco e Sara, una coppia che mi contattò su facebook tempo fa per offrirmi ospitalità, e con la quale passiamo la serata a chiacchierare di cose della vita.

 

FRAMMENTI SONORI

Frammento cinematico

 

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BREVI NOVELLE SARDE

Wikipedia dice: “A Cargeghe e nelle campagne circostanti è stato girato, nel 1977, il film Padre Padrone, tratto dal romanzo autobiografico di Gavino Ledda, diretto dai fratelli Taviani, con Saverio Marconi, Omero Antonutti, Marcella Michelangeli, Fabrizio Forte, Nanni Moretti, Stanko Molnar, Marino Cenna, e con la partecipazione di Gavino Ledda che interpreta se stesso. Il film è stato premiato con la Palma d’Oro come miglior film al 30° Festival di Cannes, ed è stato selezionato tra i 100 film italiani da salvare”. Poi però faccio un po’ di ulteriore ricerca e scopro che è vero che il film ebbe un gran successo ma che suscitò anche molto malcontento e critiche, soprattutto tra i sardi, che non apprezzarono il fatto che mancassero molti riferimenti alla cultura, musica e tradizioni della Sardegna. Ad altri non piacque che una vicenda così delicata fosse stata messa sotto gli occhi di tutti. Francesco Cossiga si espresse così: “Noi sardi i panni sporchi preferiamo lavarli in famiglia. E siamo anche permalosi”. Mentre ho letto il libro, di cui magari parlerò quando sarò a Siligo, paese natale di Gavino Ledda, metto il film nella mia lista “to watch”.