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185/377: Tergu

ISPIRAZIONE

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Mi sveglio. Levo le tende. Ancora nuvoloni. E c’è vento forte. Dalla piazza di Castelsardo vedo il mare che si infrange sugli scogli sottostanti. Parto, in direzione della frazione Lu Bagnu. Scendo veloce verso il porticciolo turistico di Castelsardo, pedalo col vento di lato e risalgo una forte salita sulla costa. Poi di nuovo giù fino a Lu Bagnu, il cui litorale è battuto da una mareggiata fortissima. Da qui è una lunga salita, tra rocce vulcaniche, di circa 6 chilometri con un dislivello di 400 metri!

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Arrivo a Tergu e mi dirigo in Comune. Mi accoglie l’assessore Andrea che si occupa della mia ospitalità per la giornata. Passo la mattinata a fare un giro per il paese, che non ha un vero e proprio centro, ma è sparso per tutto il territorio in varie frazioncine. Percorro il rettilineo dell’agglomerato principale, dove si trova una via crucis di sculture che arrivano fino alla chiesa di Nostra Signora di Tergu. Ai lati della strada campi, un angolo dove sono coltivate piante grasse, e colline con le sommità di rocce vulcaniche a perdita d’occhio. Il cielo è sempre nuvolo, fa freddino e sono costretto ad indossare ancora il giubbotto invernale!

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Dopo pranzo mi viene a prendere Tore, un impiegato comunale, che mi porta a fare un giro per il territorio. Prima tappa la fortezza nuragica di Monte Elias. Ci saliamo in macchina, costeggiando le rosse rocce trachitiche, e poi saliamo a piedi fino ad un costone in mezzo al quale ci sono i resti di muri nuragici. Una volta salito sulla sommità il panorama si estende fino a Castelsardo e al mare.

Ci rimettiamo in macchina e rientriamo verso il paese, su un lato del quale c’è una strada che porta in una vallata, detta Valle dell’Inferno. Qui infatti, come mi hanno detto anche ieri alla mostra sull’Inquisizione spagnola, si diceva si recassero le streghe per avere rapporti col demonio. Si dice anche che da queste rupi venissero lanciati gli eretici.

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Poco distante arriviamo alla chiesa di Nostra Signora di Tergu, bellissima, in roccia rossa, con intorno delle strutture murarie che dovevano essere il vecchio monastero. Si trovano anche dei resti di sepolture, ed un pozzo, ancora pieno d’acqua. in questa chiesa arriva e riparte la processione dell’ultimo lunedì di Pasqua per Castelsardo, con i membri delle confraternite vestiti di bianco e incappucciati.

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Proseguiamo prima verso una località chiamata Punta Lu Cuccu dalla quale ancora il panorama verso il mare è mozzafiato. Poi proseguiamo attraverso alcune frazioni per arrivare al costone dove si trova il Nuraghe Tuddari, dove però non saliamo vista la troppo rigogliosa vegetazione dei campi. Arriviamo fino ad una vallata dalla quale si apre la vista verso tutto il golfo dell’Asinara, le spiagge di Sassari, purtroppo con visibilità non eccezionale vista la giornata.

Rientrato in paese ne approfitto per dedicarmi a cose pratiche, fare un bucato, lavorare al blog e scrivere. Leggo il libriccino su Tergu, che mi è stato donato in Comune, e vedo che anche qui come a Castelsardo c’è la tradizione dei cestini fati dalla palma nana, e che ci sono ancora signore che li fanno, ma ora è troppo tardi per mettermi alla loro ricerca. Ceno in pizzeria e rientro presto, e nonostante tutto riesco ad andare a letto tardissimo!

 

FRAMMENTI SONORI

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BREVI NOVELLE SARDE

Nella mia lontana giornata di Ollolai scoprii per la prima volta le guide ai 377 Comuni della Sardegna di Carlo Delfino Editore, una collana chiamata appunto ‘Tutti i Comuni della Sardegna’, ognuna dei quali numerata x/377. La cosa ovviamente mi colpì non solo per il medesimo modo di catalogare i paesi che ho scelto io, ma soprattutto per la serialità del progetto, riuscire a produrre una guida con lo stesso formato per tutti i paesi.

Aprendo il volumetto, sottile e portatile, la struttura è più o meno la stessa per tutti: la geografia e la storia, il nome, l’economia, i personaggi, le feste, ricorrenze, il costume tradizionale, la gastronomia, una piccola antologia, l’itinerario, le informazioni utili. La guida è scritta sempre da qualche studioso del luogo, ed è corredata di fotografie, sempre fatte da persone locali.

Carlo Delfino è un sognatore, con l’idea prima o poi di completare questa collana. Ho scoperto che non sono tutti i Comuni che aderiscono al progetto, e chissà se mai lo faranno, magari anche in amministrazioni successive. Spero vivamente che un giorno questa collana possa vedere il suo completamento, chissà, magari in corrispondenza del completamento del mio progetto!