173/377: Berchidda

ISPIRAZIONE

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In una bella giornata viaggio nella piana di Chilivani, con i monti del Limbara sempre di fronte, e le punte del Monteacuto, da cui prende il nome anche tutta l’area, che svettano di fronte a Berchidda. L’ultimo tratto è in salita, e dopo aver percorso la via principale arrivo in Piazza del Popolo, dove mi fermo a chiacchierare con dei signori seduti sulle panchine, proprio accanto alla ringhiera e dove una bella scultura in pietra si affaccia su tutta la piana di Chilivani.

Davanti al Comune mi aspettano Michele dell’associazione Time in Jazz e Maria. Poco dopo, al bar della piazza, ci raggiunge anche Tonino, sempre dell’Associazione, che incontrai all’Archivio Mario Cervo di Olbia e che si rese disponibile per aiutarmi durante questa tappa.

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Il primo appuntamento è al Museo del Vino, importante luogo di preservazione della cultura vinicola di questi territori, all’ingresso del quale si trovano tra le prime sculture sonore di Pinuccio Sciola. Qui ci attendono per un incontro di presentazione del progetto. Davanti a un pubblico poco numeroso ma attento, racconto e suono l’ukulele. Ho poi la fortuna di poter suonare con dei musicisti di Berchidda, primo fra tutti il trombettista Antonio Meloni che conosco dai lontani anni ’90 in cui frequentammo i seminari Nuoro Jazz. Insieme a lui anche dei giovanissimi musicisti, Davide Laconi e Giuseppe Spanu alle chitarre, e Giovanni Gaias (Nanni Groove) alle percussioni. Subito dopo la jam ci viene offerto un aperitivo a base di vermentini locali. La giornata si apre all’insegna del vino…purtroppo non è che solo l’inizio di una lunga giornata!

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Pranziamo a casa di Tonino e nel pomeriggio trascorriamo un po’ di tempo nella saletta di Giovanni a suonare e a parlare di musica, ascoltando anche le ultime produzioni di Nanni Groove. Ci spostiamo poi nella sede dell’Associazione Time in Jazz, una bella palazzina storica nella via principale del paese, da poco acquisita, e che oltre a quartier generale funge anche da luogo espositivo di opere d’arte, nonché di esposizione delle bellissime locandine artistiche del Festival, ormai più che trentennale. Ne approfitto per fare un po’ di lavoro di scrittura mentre Michele è già impegnatissimo all’organizzazione della prossima edizione del Festival.

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La giornata si è coperta e ha iniziato a piovigginare. Nonostante ciò, terminato il lavoro, io e Michele ci facciamo un giro in paese. Saliamo al Belvedere, dove si trova l’omonimo ristorante, immerso tra i graniti, dal quale si può ammirare il bellissimo panorama della piana, qui intorno ricca di vigneti. Riscendiamo in paese, dove mi sistemo a casa di Gianfranca, la zia di Michele, che si è resa disponibile ad ospitarmi. Ne approfitto per fare un giro, attraversando questa zona di strade parallele per poi arrivare in centro, dove molte case espongono ancora i muri in granito, così come la chiesa di San Sebastiano.

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L’appuntamento per aperitivo e cena è al bar Il Muretto, proprio dietro la chiesa. Qui si forma un gruppo sempre più nutrito di persone, venute per ascoltare il racconto della mia avventura. Parlo, suono, bevo birra. Tutto ripetuto svariate volte. Poi parlo e bevo birra, ripetuto più volte, poi bevo solo birra, ripetuto innumerevoli volte. E il ricordo del vermentino di stamattina è lontano. Berchidda swings! A fine serata i ragazzi, qualcuno con la parrucca, con l’ultimo briciolo di sobrietà rimasta, mi consegnano una busta chiusa. Hanno fatto una colletta per contribuire alle spese del mio progetto. Berchidda rocks!

 

FRAMMENTI SONORI

Ispirato dalla tromba e dal groove di Paolo Fresu

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BREVI NOVELLE SARDE

Il paese oggi è molto tranquillo, e mi tornano in mente i ricordi di svariate edizioni del Festival Time in Jazz a cui son stato. Nel 2000, edizione chiamata L’altra metà del jazz, dove suonai tutte le notti al Belvedere con il gruppo formato dai migliori allievi dei seminari Nuoro Jazz. E poi qualche altra edizione successiva, per vedere alcuni dei bellissimi concerti proposti dal festival, qui a Berchidda, in Piazza del Popolo, ma anche nelle chiesette campestri sparse per il territorio.

Quest’anno avrò la fortuna di partecipare di nuovo come artista, il 12 agosto a Mores, nella chiesetta campestre di San Giovanni, in compagnia di Fulvio Sigurtà alla tromba e Fausto Beccalossi alla fisarmonica. Beh, ho resistito fino alla fine senza nominarlo, ma non posso non ringraziare Paolo Fresu, non solo per avermi invitato al festival di quest’anno, ma per aver reso tutto ciò possibile, un festival internazionale di jazz in un paesino della Gallura, la diffusione del jazz in un’isola come la Sardegna (si, si…lo so che non è il solo…) ma soprattutto per aver contribuito alla mia crescita musicale e a quella di tanti altri musicisti sardi che hanno frequentato i seminari Nuoro Jazz. Grazie Paolo!