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174/377: Calangianus

ISPIRAZIONE

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Anche oggi giornata coperta. Il percorso è lungo. Aggiro il complesso del Limbara, prendendo una strada chiusa al traffico, tutta in salita, che poi diventa bianca. Tutt’intorno graniti. Arrivato in cima cerco l’ingresso di una pista ciclabile, la vecchia strada ferrata riconvertita. Da qui si allunga molto ma il tracciato è bellissimo perché con pendenza molto lieve e soprattutto passa in mezzo a boschi, valllate e in mezzo a rocce granitiche dalle bellissime forme, scavate proprio per farci passare il treno giusto giusto. Sul percorso anche varie case cantoniere, ormai abbandonate.

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Poco prima di entrare in paese mi fermo ad una roccia chiamata Sa Conca Fraicata, la grotta contruita, una cavità nel granito chiusa da un muro, probabilmente utilizzata in passato come rifugio per persone o animali. Arrivo in paese e mi accoglie Roberta, sorella di Giovanni, uno dei ciclisti matti che andarono da Cagliari a Olbia a bordo di una Graziella di cui ho parlato nella pagina di Luogosanto, e che conobbi l’estate scorsa a Cagliari, dove attualmente vive. Roberta invece gestisce un panificio/bottega qui a Calangianus. Mi sistema in una bella casetta proprio sopra la bottega, mi fornisce panini imbottiti per il pranzo e mi lascia in totale autonomia. Ne approfitto per riposarmi e far tutto con calma e con i miei tempi!

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Nel pomeriggio giro il paese. Come tutti i paesi della Gallura, anche qui la pietra da costruzione è il granito. Osservo parecchie palazzine storiche, molto eleganti e con balconcini in ferro battuto. Passo dalla piazza principale, dove la statua monumento ai caduti troneggia di fronte a delle belle palazzine. Da qui proseguo per il Museo del Sughero, situato in un bell’edificio storico recuperato. Qui viene dato risalto ad una delle attività più importanti di questo territorio. Mi unisco ad una visita guidata in inglese, per ascoltare sulle varie fasi di raccolta e produzione del sughero, fino ad ammirare i prodotti finali, tappi ma anche altri manufatti.

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Proseguo l’esplorazione del paese, tra le sue stradine, e arrivo ad una piazza interamente in granito dove si trovano ben due chiese, anch’esse in granito, la parrocchiale di Santa Giusta del 1500, con un alto campanile, e accanto la piccola chiesetta di Santa Croce.

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Salgo nella parte alta del paese, da dove riesco ad ammirare il panorama sul territorio, sebbene la giornata sia molto grigia, come il granito. Concludo la serata a cena con Roberta e i genitori, mangiando ottima carne, verdure e dolci di produzione propria, e parlando di dialetti e lingua sarda.

 

FRAMMENTI SONORI

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BREVI NOVELLE SARDE

Ormai in questo viaggio mi sono arreso alla complessità della questione linguistica sarda, lingue piuttosto che dialetti, varianti locali, di area geografica ma anche di paese, isole linguistiche, e chi più ne ha più ne metta. Già da un po’ sono entrato in Gallura. Qui la gente dice “noi parliamo il Gallurese non il Sardo”, e il mio dubbio è sempre cosa intendano per Sardo. Pian piano poi ho capito che quando si parla di Sardo qui si intende il Logudorese. Il Nuorese sarebbe una variante del centro Sardegna del Logudorese, mentre il nostro Campidanese sarebbe a tutti gli effetti un’altra variante di Sardo, talmente diversa che a volte non viene proprio capita dagli abitanti di queste zone, e del centro Sardegna. Il Gallurese in realtà sarebbe un’estensione in Sardegna del dialetto del sud della Corsica, un’intrusione linguistica abbastanza estesa, alla quale si possono ascrivere anche il Sassarese-Turritano e il Maddalenino. Senza parlare poi del dialetto Algherese, incursione catalana, e di quello Carlofortino, incursione genovese, e della parlata cagliaritana, il Casteddaio, una specie di mix di Campidanese, Italiano e peculiarità uniche dei vari quartieri di Casteddu. Insomma la Sardegna mi si sta rivelando come una vera e propria Babele!!!