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161/377: Sant’Antonio di Gallura

ISPIRAZIONE

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La primavera sembra arrivata, il cielo è di un be blu con qualche nuvola sparsa. Siamo all’ultimo giorno di Aprile. Viaggio in mezzo ai campi verdi, qualche stazzo in mezzo, e graniti un po’ ovunque. Passo da una strada interna che mi porta fino al Lago Liscia, l’ultimo pezzo mi fa soffrire un po’ per una dura salita, ma poi arrivo ad un pianoro e vedo Sant’Antonio apparire.

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Arrivo alla bella piazza centrale, tipicamente gallurese, ovvero con pavimentazione e palazzine in granito, e ben due chiese, una attaccata all’altra, Sant’Antonio e Sant’Andrea, anch’esse in granito. Mi fermo qui per aspettare Piermario, amico di mia sorella, che mi ospiterà per la giornata. Al bar dell’angolo sono parcheggiate un po’ di moto. Turisti, prevalentemente tedeschi che in questa stagione stanno iniziando ad aumentare sulle strade.

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Poco dopo mi raggiunge Piermario e mi porta a casa sua all’uscita del paese. Dopo pranzo purtroppo mi arriva la notizia della scomparsa di mia nonna, e la giornata cambia completamente colore. Riesco a stare solo per un po’, poi, come farebbe un vero inglese, mi ricompongo e chiedo a Piermario di portarmi a vedere qualche posto in mezzo alla natura. Scendiamo dunque al Lago Liscia, camminando per un po’ sulle sue sponde, l’acqua di un blu profondo.

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Poi torniamo in paese e Piermario mi lascia a Lu Nuracu, un bel punto panoramico sulla cima di rocce granitiche. Da qui si vede tutto il paese su un lato, e dall’altro tutta la Gallura fino al mare, e intravedo anche le montagne della Corsica. Resto solo per un bel po’, per dare l’ultimo saluto a nonna. Poi raggiungo Piermario al bar.

Da qui facciamo un ultimo giro in paese, per ammirare qualche bel murale, la fonte vecchia, e delle belle sculture giovanili di Pinuccio Sciola. Sulla via principale si trova anche il Museo della Diga Liscia e del territorio, aperto qualche anno fa e contenente molta documentazione sulla fase di costruzione della diga, ma purtroppo oggi chiuso. Concludiamo la giornata con una cena speciale al ristorante La Pitraia, dove mangiamo specialità locali. Non è stata una giornata facile e certamente mi rimarrà un ricordo importante, ma se non avessi avuto una persona speciale, sensibile e discreta come Piermario al mio fianco, sarebbe stata una giornata molto più difficile.

 

FRAMMENTI SONORI

L’ultimo saluto

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BREVI NOVELLE SARDE

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Mi chiedevo spesso dove sarei stato quando te ne saresti andata, portata via da quella che tu in una tua poesia ironicamente chiamavi ‘la maligna’. Speravo che la notizia della tua dipartita non mi avesse raggiunto in un affollato jazz club inglese, o in un aeroporto, o ad una cena tra sconosciuti. Per fortuna invece mi trovo nella tua Sardegna, in mezzo alla natura di un paesino gallurese, quella natura alla quale tu imploravi di essere restituita, e proprio in Aprile con gli arboscelli in fiore. Voglio darti l’ultimo saluto qui, seduto su un picco di chiaro granito, con di fronte un’immensità verde, il cielo blu, perfino la Corsica in lontananza, le note del mio ukulele che accompagnano la tua salita in cielo, ed eccoti là passarmi di fronte, una nuvoletta bianca come i tuoi capelli e la tua pelle di seta nonostante i 104 anni. Buon viaggio nonna.

Vorrei (di Fanny Satta)

Vorrei la buona terra
per poter rifiorire
per non dover morire
senza lasciare traccia.
Vorrei una buca fonda
sotto un albero ombroso
dov’è il canto festoso
di uccelli e di cicale,
o presso una gran roccia
dove le felci e i cisti
preparino, non visti,
un recinto fiorito.
Vorrei che dalla morte
germogliasse la vita
che una storia finita
potesse alimentare
storie d’erbe e d’insetti
di pascoli e di agnelli
di fieni e di arboscelli
rifiorenti in aprile.
Vorrei sentir il fiato
della notte e del giorno
e i profumi che intorno
esala la campagna.
Vorrei sentire le zolle
leggere inturgidire
lievitare e fiorire
ad ogni primavera.
Non darmi sepoltura
dentro una cassa-forte:
se possibile, o sorte,
rendimi alla natura
che mi tenga abbracciata
mi sottragga alla morte
mi leghi alla sua sorte
alla sua eternità.