
4/377: Mamoiada
ISPIRAZIONE

Vento fortissimo. È allerta meteo. La campagna coperta da un velo di nuvole/nebbia, il cielo rosso africano. Ma almeno non piove. C’è molto caldo, brutto presagio. La strada è decente e non molto lunga. Arrivo a Mamoiada in discesa, frenato dal vento e spingendo forte con le gambe.

È ancora un’altra bella accoglienza in Municipio. Libri in omaggio, caffè al bar, programma giornata intenso grazie ad Andrea che mi dedicherà tutta la giornata. Mentre beviamo il caffè si scatena un nubifragio di una violenza mai vista. Pioggia a vortici, grandine, cascate d’acqua dai tetti.

Nonostante ciò riesco a godermi i cerchi concentrici di Sa Pedra Pintà (o Stele di Boeli), il menhir la cui storia mi viene raccontata da Alice della Cooperativa Meskes, una guida che non ha per nulla accento barbaricino e scopro essere di Cagliari come me!

Poi alla sede della Pro Loco mi vestono con il costume mamoiadino. E ancora mi godo il bellissimo e moderno Museo delle Maschere Mediterranee, guidato dal preparatissimo Mario che mi fa apprezzare storia e leggende.

E, per finire in bellezza questa giornata, ascolto una prova di un coro a tenores, in una cantina, con del buono e possente vino rosso!
FRAMMENTI SONORI
BREVI NOVELLE SARDE

Alla scuola elementare sono diventato una star. Le maestre mi accolgono gentilmente e i bambini di altre classi continuano a entrare dentro l’aula riempiendola, anche di brusio e voci. Spiego il mio progetto in pochi minuti e vedo già tante mani alzate, dunque decido di aprire una sessione di question and answer, molto più divertente che sentire solo me parlare. Ecco alcune domande:
– Come fai in salita?
– Ce l’hai la fidanzata?
– Dove dormi?
– Non potevi prendere una bici elettrica?
– Che squadra tifi?
– E se la bici si rompe?
– Dove mangi?
Effettivamente tutte domande che mi hanno fatto anche degli adulti negli ultimi mesi prima della partenza. Ma poi anche delle affermazioni spacciate per domande:
– Io ho tre bici, se la rompi te ne presto una.
– Dove vive mio padre di comune ce n’è solo uno (e non 377…)
– Mio cugino abitava a Firenze.
– Oggi tu sei a pranzo a casa nostra!
E tante altre che forse pian piano mi verranno in mente. Concludo firmando decine di diari, e mi invento una firma con un piccolo logo bicicletta/ukulele. Ah, i bambini.