Guasila

357/377: Guasila

ISPIRAZIONE

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Cupola del Santuario della Beata Vergine Assunta

Un ciclista vero, il campione sardo Paolo Massenti, presidente dell’associazione Bike Tour 4 Mori, viene a prendermi a Segariu e mi scorta per pochi, lenti chilometri in salita. Direzione, il cupolone del Santuario della Beata Vergine Assunta, visibile da tutto il circondario, al centro di Guasila, in stile neoclassico del 1852, progettato da Gaetano Cima, accanto al Palazzo Rettorale e alla chiesetta del Rosario.

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Palazzo Rettorale

La sindaca Paola e gli amministratori comunali mi accolgono come se mi conoscessero da una vita, e mi portano a vedere la Fraus immaginaria dei romanzi di Giulio Angioni, le chiese, Santa Lucia del Cinquecento, le case storiche, il Museo Raimondo Scintu, medaglia d’oro al valore militare nella Prima Guerra Mondiale, mi illustrano le ‘nuvolette’ letterarie sparse per i muri del paese, pillole di saggezza per la comunità.

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Al Museo di Arredi Sacri Scrinia Sacra

Poi visitiamo il Museo di Arredi Sacri Scrinia Sacra, nell’ex palazzo municipale del 1857. Qui si trovano importanti argenti forgiati da Giovanni Mameli e la stauroteca, il prezioso reliquario contenente la “Spina Christi”. Mi raccontano di Sa cassa de s’acchixedda, la caccia della piccola vitella, e del palio dei nove vicinati.

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Con Riccardo Pittau alle domus de janas Is Concas

Dopo un pranzo colossale sono in compagnia di Paolo che gentilmente mi ospita e del trombettista Riccardo Pittau, musicista sopraffino. A ridosso delle domus de janas Is Concas duettiamo sulle rocce e poi, alla luce del tramonto, fuori dalla chiesetta campestre della Madonna d’Itria. Dalla vedetta di Genn’e Sobi osserviamo il sole calare dietro i monti e la notte che scende sui campi della Trexenta.

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Chiesetta campestre della Madonna d’Itria

 

FRAMMENTI SONORI

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BREVI NOVELLE SARDE

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Tramonto dalla vedetta di Genn’e Sobi

Padre Ivaldo Casula è stato un prete missionario di Guasila. Solo due giorni fa, il 28 novembre, sarebbe stato il suo compleanno, 64 anni mai compiuti. Ad aprile del 2007 infatti, per una grave infezione, muore a Makeni, in Sierra Leone, durante una sua missione. Al centro di Guasila un pannello lo ricorda con le sue stesse parole:

“Carissimi Amici di Guasila, un carissimo saluto a tutti voi mentre sto per ripartire per la Sierra Leone, Africa, dopo tanti anni di attività in Europa e in America.

Riparto perché sono sacerdote missionario di Cristo della Chiesa. La mia vocazione missionaria sarebbe incompleta se non dessi questi anni maturi della mia vita ai fratelli e sorelle della Sierra Leone.

È da più di dieci anni che attendo questo rientro, reso impossibile fino adesso dalla tremenda situazione di guerra in cui si è trovata la gente della Sierra Leone.

La guerra è ormai finita da più di un anno e i miei Superiori mi concedono finalmente di rientrare.

[…]

Ho incontrato, conosciuto e amato tanta gente in questo mondo occidentale, ma voi, gente di Guasila, siete quelli che più conosco e amo come fratelli e sorelle. Anche se da tanto tempo sradicato dal mio paese, il mio cuore è restato sempre ancorato qui nel mio suolo nativo.

È qui che sono cresciuto come uomo e come cristiano. […] È qui che ho imparato l’amore per la campagna, le meraviglie della natura e il lavoro duro delle donne e degli uomini per sfamare i propri figli.

Ma e qui, anche, che ho imparato a guardare oltre gli orizzonti del nostro piccolo paese e a sentirmi parte di una famiglia che abbraccia il mondo intero.

[…]

Rientro in Sierra Leone portandovi nel cuore e volendo restare come ponte tra voi e la gente di quel paese africano, che pian piano sta scoprendo la fede in Cristo e trovando la forza, come comunità cristiana, per ricostruire la loro vita distrutta dalla guerra.”