129/377: Girasole
ISPIRAZIONE
Vista la breve distanza che mi attende oggi, e il fatto che non c’è nessuno ad aspettarmi a Girasole, me la prendo comoda stamattina. Ne approfitto per fare un check completo alla bici da Biketown di Giuseppe, amico di Maurizio del bnb Il Vicoletto. Lascio la bici e in cambio ricevo una mountain bike di servizio con cui trascorrerò la giornata, senza bagagli, visto che stanotte rientrerò a dormire da Maurizio, che gentilmente mi ha offerto la disponibilità per un’altra notte.
Con uno zainetto leggero sulle spalle mi avvio verso Arbatax, frazione di Tortolì, e da qui devio verso la costa e passo dalla spiaggia Riva di Ponente, oggi un paradiso vista la calda giornata e con poco vento. Proseguo ed entro alla peschiera di Tortolì, attraversando un ponticello che taglia le vasche, e percorrendo una strada bianca che costeggia il canale. Purtroppo il cancello alla fine è chiuso e devo fare dietro-front.
Ritornato a bordo spiaggia percorro tutta la pineta retrostante fino ad entrare in territorio di Girasole. Sono a neanche 100 metri dalla spiaggia di Isula Manna, che però appartiene al territorio di Lotzorai. Nonostante tutto Girasole è a pochi chilometri di distanza, che percorro in mezzo a campi coltivati.
Entro da una strada secondaria e mi ritrovo subito di fronte alla bianca chiesetta di Nostra Signora di Monserrato, di fronte alla quale un pilastrino di granito con sopra una croce funge da centro di una rotondina. Proseguo per le stradine del centro del paese, ben curate. In giro non c’è nessuno. Arrivo ad una rotonda sulla strada principale che attraversa il paese e mi colpisce la scultura di un bronzetto nuragico, una versione in bronzo un po’ semplificata simile a quella del guerriero che ho trovato a Teti.
Proseguo fino ad incontrare una piazzetta con dei giardini. Qui mi colpisce un’altra scultura metallica, questa volta di una nave con i rematori. Non so perché mi fa venire in mente i popoli venuti dal mare e il naufragio descritti da Sergio Atzeni nel suo Passavamo sulla Terra Leggeri. Mi fermo in un bar in questo parchetto per mangiare e rimango qualche ora a lavorare al mio blog. Riparto per un ultimo giro del piccolo paese, a caccia di scorci da fotografare. trovo qualche bel murale, un piazzale con una strana scultura a forma di ragno ottenuta da resti industriali di metallo, e qualche bella costruzione in granito. Trovo una coppia che sta facendo dei lavoretti in giardino, chiedo se c’è qualcosa che valga la pena esser visto e mi consigliano di andare al castello di Medusa. Chiedo “ma non appartiene al comune di Lotzorai?” e mi rispondono che una parte ricade in territorio di Girasole. Decido comunque di lasciare il castello a domani e riparto alla volta di Tortolì, percorrendo la bellissima pista ciclabile, che però si interrompe al limite comunale.
Anche stasera passo una bella serata con Maurizio, che nel frattempo ha lavorato tutto il giorno per montare un piccolo video con tutte le riprese che ha fatto ieri nella mia giornata di Tortolì. E anche stasera ceniamo ne suo bnb con dei piatti cucinati da lui, che mi dice, vorrebbe un giorno concorrere per Master Chef!
FRAMMENTI SONORI
BREVI NOVELLE SARDE
Ho parlato in precedenza della ‘black list’ del 377, una lista di aspetti negativi che cerco di trascurare durante il mio viaggio, ma che nondimeno ci sono. Uno di questi è il noto campanilismo tra paesi, che a volte mi ha fatto sorridere, a volte è accentuato in maniera scherzosa anche tra paesi vicini, a volte invece raggiunge livelli preoccupanti.
Da poco ho ricevuto una email da un cittadino di un comune (tranquilli, non è Girasole!) che mi invitava a prestare molta attenzione ai ‘furbetti’ del comune affianco, perché avrebbero tentato di presentare come loro le bellezze del comune affianco. La email andava avanti con tutta la descrizione specifica dei vari limiti comunali “da questa pietra a questa è nostro, da questo albero a quel muro è di quell’altro comune” etc etc. Ho letto circa il 10 per cento della email, che continuava per paragrafi e paragrafi su quanto questi ‘furbetti’ vivessero di ‘luce riflessa’ del durissimo lavoro fatto dal suo comune. In conclusione questa persona mi pregava di essere preciso nelle cose che descrivevo per rendere giustizia al duro lavoro di promozione che il suo comune portava avanti. E a fine email mi allegava tutte le mappe catastali con i limiti comunali!
Non ho mai risposto a questa email. Evidentemente questo cittadino non ha capito molto bene il mio progetto, che non è una guida turistica ai territori. Se proprio c’è una cosa a cui non sono interessato sono proprio queste barriere fisiche nonché mentali. Anzi, il filo rosso che disegna il mio percorso, è una linea che unisce, e non separa, tutti i Comuni della Sardegna, un po’ come il nastro di Maria Lai che voleva unire tutti i cittadini di Ulassai, tra di loro, e alla loro terra (simbolicamente la montagna).
Ma la cosa più triste è che oltre alla email per denigrare il comune accanto, non c’è mai stata una email per offrirmi ospitalità, propormi una visita alle bellezze del proprio territorio, o un qualsiasi aiuto. Una volta giunto nel suo comune non ho avuto nessun tipo di accoglienza o di guida, se non da parte di una persona nata e cresciuta in un altro comune e venuta appositamente qui per ospitarmi nella casa dei nonni, originari di questo comune, il quale mi ha illustrato il territorio con un livello di conoscenza molto alta, e una sensibilità certamente maggiore di quella del mittente della email.