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117/377: Ulassai

ISPIRAZIONE

Ho solo pochi chilometri da fare e sono tutti in salita. Ma lo sforzo è ripagato dall’incredibile panorama di cui si gode. Passo accanto ai Tacchi calcarei e dall’altra parte l’immensa vallata, con il paesino di Gairo di fronte. Arrivo a Ulassai ed è un continuo fermarmi per fare foto. Il paesino incastonato tra due Tacchi, sul bordo della montagna. Uno dei posti più pittoreschi che abbia visto finora.

Percorro la strada principale e arrivo a fotografare il Comune, poi mi dirigo al bnb Charlie Sardinia dove mi aspettano la proprietaria Laura e Federico. Rimaniamo un po’ sulla fantastica terrazza che si affaccia sulla vallata, e faccio ancora fatica ad abituarmi alla vista grandiosa da entrambi i lati, mare in lontananza e picchi di roccia a strapiombo dall’altra.

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Dopo un caffè ci dirigiamo alla Stazione dell’Arte, la vecchia stazione dei treni di Jerzu riconvertita a museo dedicato all’artista di Ulassai Maria Lai. Qui ci aspetta Claudia per guidarci attraverso l’esposizione di tantissime opere, suddivise in zone tematiche chiamate ‘stazioni’. Rimango affascinato da un’artista che è per me fonte di grande ispirazione, anche per questo mio progetto. Qui tante opere, l’alfabeto per interpretare l’arte, le 5 S per fare arte, i 4 mazzi carte, la serie dei telai, le geografie e tante altre e non ho il tempo di assimilare la loro bellezza e significato. Guardiamo anche un video sulla famosa performance degli anni 80 in cui Maria Lai unì tutto il paese con un nastro celeste, includendo anche la montagna retrostante con l’aiuto di arrampicatori tedeschi! Opere se ne trovano anche fuori dal caseggiato, nell’area intorno, che si affaccia sulla vallata. Rimarrei qui per ore, ma capisco che c’è tanto ancora da vedere e una giornata qui non è sufficiente.

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Nel pomeriggio andiamo a visitare il laboratorio tessile Su Marmuri, dove la proprietaria Maria e le dipendenti mi illustrano vari procedimenti e tecniche di tessitura, su dei telai di almeno 100 anni. Bellissimi prodotti, tappeti, copriletti, cuscini e tanti altri. Su tutte le grafiche impera la capretta, disegno di Maria Lai ormai simbolo inconfondibile della sua arte, della sua persona, e di Ulàssai (scopro finalmente dai locali che l’accento va sulla prima a!).

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Dobbiamo scappare per andare a visitare i vari luoghi del Museo a Cielo Aperto, una serie di opere di Maria Lai disseminate nel paese e nel territorio circostante: il Gioco del Volo dell’Oca nel cortile dell’asilo, il Lavatoio che contiene anche opere di Nivola, Strazza e Veronesi, La Via Crucis dentro la chiesa di Sant’Antioco, dove però è in corso la messa e le vecchiette che si girano a guardarmi mi impediscono di girare liberamente ad ammirare tutte le stazioni, e poi guidando verso la montagna troviamo La Scarpata, La Casa delle Inquietudini, Il Muro del Groviglio. Gli occhi non riescono ad abituarsi alla vista di arte incastonata in scenari così incerdibili. Arriviamo fino all’ingresso delle famose grotte Su Marmuri che purtroppo sono chiuse.

Siamo vicinissimi ad un canyon tra i Tacchi, le cui pareti sono armate per gli arrampicatori. Tutta questa zona infatti è frequentatissima dai climbers ed esiste una struttura dedicata per la loro accoglienza, la Nannai Climbing Home gestita da Paolo e Sophie, un torinese e una belga. Purtroppo non abbiamo tempo di inoltrarci nel canyon. Invece scegliamo di percorrere la strada che ci porterà fino alla chiesa campestre di Santa Barbara.

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Anche qui un’opera d’arte di Maria Lai, La Strada del Rito, tante piccole sculture attaccate alla parete della strada. Sembra di guidare attraverso un paesaggio americano, valli circondate da Tacchi, impressionante. Superiamo le cascate di Lequarci, che in questo momento sono vuote, ma mi fanno vedere un video di questo novembre, quando quasi sembravano quelle del Niagara! In lontananza si vedono anche le pale eoliche, a metà strada con Perdasdefogu, che hanno tirato un po’ su l’economia del paese.

Una volta rientrati concludiamo la serata in compagnia, aperitivo, pizzeria e botta finale al circolo con un tocco di acquavite e miele, il famoso ‘miscuglio’. Vado a letto ancora stordito dalla magnificenza di arte e paesaggi che ho vissuto oggi.

 

FRAMMENTI SONORI

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BREVI NOVELLE SARDE

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Al laboratorio tessile Su Marmuri vedo un nastro celeste appeso al muro. Chiedo alla proprietaria Maria se si tratta di quello che penso, e lei mi conferma che si tratta proprio di un pezzo del nastro originale della performance di Maria Lai ‘Legarsi alla Montagna’. Maria mi dice che ormai ne è rimasto pochissimo, anche se moltissimi abitanti del paese ne hanno un pezzo.

Durante la visita al laboratorio espongo a Maria la mia idea di realizzare un prodotto tessile che rappresenti il mio viaggio. Le mostro qualche foto di un esperimento che mia sorella sta realizzando in contemporanea al mio viaggio che avanza. Maria è molto intrigata e mi illustra qualche modo in cui si potrebbe realizzare un tappeto, o un arazzo.

Prima di andarmene, Maria tira fuori dal cassetto un piccolo rotolo di nastro celeste e mi dice “questo è uno degli ultimi rotoli rimasti, lo diamo solo a persone speciali, l’ultimo pezzo l’abbiamo dato alla Boldrini”. Ne svolge un pezzo, lo taglia con le forbici e me lo porge dicendomi “voglio regalartene un pezzo”. Sono commosso. Prendo la bustina col nastro e la conservo come se fosse una reliquia. Lo spirito di Maria Lai mi accompagnerà per tutto il viaggio.