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53/377: San Nicolò d’Arcidano

ISPIRAZIONE

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Mi trattengo a Uras per buona parte della mattina prima di mettermi in viaggio.

C’è molto vento, maestrale, e ce l’ho di lato, talmente forte che devo stare attento a non essere spinto nella corsia opposta. Il Monte Arcuentu, il ‘profilo di Napoleone’ è visibile in lontananza.

Arrivo a San Nicolò d’Arcidano, il cartello in lingua sarda lo chiama solo Arcidanu, così come anche molte persone a cui l’ho sentito nominare in questi giorni.

Mi dirigo a casa di Leo, ciclista col quale mi hanno messo in contatto altri ciclisti, che mi ospiterà per la giornata.

È già ora di pranzo. Leo ha preparato una pasta, mangiamo e usciamo subito per un giro in paese prima che faccia buio.

E nonostante il forte vento e la occasionale pioggerellina inglese ci muoviamo in bicicletta, io con una bici da passeggio prestata.

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Prima tappa la piazzetta centrale, molto ben curata, con dei bei murales, un edificio storico in pietra basaltica e delle sculture in ferro. Poco distante la chiesa di San Nicolò vescovo, con il presepe allestito nella piazzetta antistante e dei begli edifici ai lati.

Proseguiamo per le stradine del centro, con delle belle pavimentazioni in pietra, e arriviamo a un’altra piazzetta dove è stato allestito un piccolo museo etnografico all’aperto, sotto une bella tettoia.

Attrezzi dei vari mestieri di campagna, un aratro, un carretto, brocche, ceste, un torchio, una macina.

Proseguendo, vediamo altri murales, molto carini quelli fatti attorno alle piccole fontane del paese incastonate tra muri di case.

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Leo poi decide di portarmi un po’ nelle campagne, nonostante il vento fortissimo e la pioggia.

Usciamo dal paese e costeggiamo il Flumini Mannu, pieno d’acqua, passando sopra il ponte cosiddetto ‘sommerso’ perché tende a essere completamente invaso dall’acqua e a sparire durante le piene del fiume.

Le terre intorno erano molto fertili e ricche di vigneti. Per questo Arcidano è chiamato il paese del Bovale, un tipo di vino che si produce qui.

Purtroppo le vigne sono diminuite considerevolmente e la produzione di questo vino anche. Arriviamo fino a un punto in cui la strada si interrompe, completamente sommersa d’acqua.

I campi intorno formano un lago, a causa delle piogge di quest’autunno, e il terreno argilloso crea una sorta di tappo impermeabile che da mesi non ne permette l’assorbimento.

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Rientrati in paese veniamo accolti dall’amministrazione comunale per un saluto, e poi ci dirigiamo alla sede dell’associazione Auser, di cui Leo fa parte, per una serata a base di pizza, vino, dolci e tanta musica cantata dai membri dell’associazione, Leo in testa, accompagnati dal figlio Massimo alla chitarra e da me all’ukulele basso.

FRAMMENTI SONORI

Ispirato dall’energia e voglia di vivere di Leo.

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BREVI NOVELLE SARDE

Oloferne, detto Leo, 70 anni, vive da solo.

Dieci anni fa perse la moglie, ma ora ha una compagna che però vive vicino a Cagliari.

I figli sono indipendenti. Lui ne approfitta per godersi il tempo libero. Soprattutto andando in bicicletta. Man mano che i racconti delle sue imprese mi vengono rivelati, mi stupisco davanti all’energia di questo settantenne!

Già durante la giornata di oggi mi son reso conto che una maestralata e una pioggia non l’hanno minimamente scoraggiato dal portarmi in giro per il paese in bici.

Mi parla del Cammino di Santa Barbara, un itinerario che è stato creato da relativamente poco nell’Iglesiente, più di 400 chilometri attraverso la natura e le zone minerarie. Mi dice che vorrebbe farlo in bici prima o poi.

Non faccio in tempo ad avere dubbi, che Leo mi mostra la bici regalatagli dai figli per i 70 anni, e capisco che non si scherza. Leo mi racconta di aver fatto da solo in bici una parte del Cammino di Santiago qualche anno fa e mi mostra con orgoglio il certificato di completamento.

Poi mi porta una targa. Il giro dei quattro colli. 242 chilometri partenza da Mandas attraverso le quattro più alte cime del Gennargentu e rientro a Mandas. Quando poi mi racconta che, per un voto alla Madonna, era andato da Marsiglia a Lourdes in bici, inizio a sentirmi un dilettante della bici.

La sera sento e vedo Leo cantare per ore, con un entusiasmo che fa paura, capisco che davanti alle difficoltà della vita e all’età che avanza si può sempre reagire con l’entusiasmo e la forza di un bambino.

Leo, quando decidi di fare il Cammino di Santa Barbara chiamami, non si sa mai…