90/377: Siliqua
ISPIRAZIONE
La strada di oggi è tutto un piatto e lunghissimo rettilineo che corre parallelo alla statale 130. Sul lato sinistro le montagne, e il cocuzzolo vulcanico al di sopra del quale si trova il castello di Acquafredda. Da entrambi i lati campi, completamente allagati. Le cunette sono completamente piene d’acqua. Solo verso la fine qualche collinetta e curva attenua la noia, accompagnata dal disagio della pioggerellina British.
Arrivo alla piazzetta centrale, con un bellissimo monumento ai caduti e di fronte la piccola chiesetta seicentesca di San Sebastiano. Qui mi stanno aspettando gli assessori Isacco ed Elisa e il funzionario Duilio che si prenderanno cura della mia giornata. Dopo un caffè al bar sulla piazza ci dirigiamo subito verso la campagna per andare a visitare il castello di Acquafredda.
La pioggia ha smesso ma salire lungo il ripido selciato è abbastanza pericoloso e arriviamo solamente fino al primo livello del castello. È abbastanza per rendermi conto delle dimensioni e sfatare la credenza che si ha passando sulla 130 che sul cucuzzolo siano rimaste solo quattro mura. La struttura è impressionante. A metà strada incontriamo i resti di quello che era il vecchio borgo, poi il vero e proprio ingresso al castello, stretto e in una curva a gomito per evitare lo sfondamento con l’ariete. Salendo ulteriormente si arriva a dei bastioni, con i merli e le feritoie ancora ben visibili. Ancora più su arriviamo ad uno spiazzo dove rimangono i resti della chiesetta di Santa Barbara.
Duilio mi mette al corrente del fatto che diversi poeti hanno cantato Siliqua e il castello nei loro versi, tra cui Quasimodo e Cardarelli. Riscesi al livello del piazzale, ci rimettiamo in macchina per fare un giro nei dintorni. In queste campagne, molte famiglie del nuorese, in particolare di Desulo, che la transumanza portò definitivamente qui, vivono di pastorizia. Il resto dei terreni sono vigne e uliveti.
Facciamo tappa alla chiesetta campestre di San Giacomo. Di fronte una vecchia vasca in pietra con un buco per poter inserire una pompa per tirar su l’acqua contenuta nelle cisterne sottostanti. Tutto Proseguiamo verso le montagne e arriviamo all’ingresso delle famose fonti di Zinnigas, dove viene imbottigliata l’acqua San Giorgio. Alcune famiglie si stanno approvvigionando dai rubinetti pubblici. Si trovano qui anche molti orti. In particolare aranceti, che un tempo venivano spartiti tra la popolazione, tre alberi a famiglia da cui poter cogliere i frutti (un po’ come succedeva agli ulivi di S’Ortu Mannu a Villamassargia, un ulivo a famiglia).
Rientrati in paese visitiamo due ulteriori chiese, Sant’Anna e San Giorgio martire, poi passeggiamo fino al vecchio serbatoio d’acqua, di fronte al quale case si trova una bellissima casa in ladiri che il Comune vorrebbe acquisire per salvarla dal crollo. La serata si conclude al Monte Granatico, con un incontro con la Banda Musicale di Siliqua, istituzione più che centenaria. Suono insieme a loro, come gruppo e con dei singoli musicisti, e racconto il mio progetto davanti al Sindaco Francesca venuta per l’occasione.
La serata finisce in pizzeria, dove si svolge un quiz (in stile pub quiz degli inglesi) che alla fine riusciamo a vincere come squadra di una decina di persone, col nome di 377! Primo premio: una bottiglia di vino…che purtroppo non posso portar via! Quando mi riportano al bnb Sa Lolla sta diluviando, e mi addormento stremato al suono dell’acqua che batte sulla finestra.
FRAMMENTI SONORI
BREVI NOVELLE SARDE
Nel lontano 1992, a vent’anni, convinsi mio padre ad acquistarmi una moto, una Honda Rebel 450, quando ancora avevo il mito delle moto custom e dell’America. La acquistammo a Quartu Sant’Elena da un ragazzo di nome Valter Mascia. Qualche anno dopo, quando ero studente di geologia, qualcuno mi si avvicina fuori dalla facoltà e mi chiede dove avessi comprato la moto. Era proprio Valter, che aveva riconosciuto la sua vecchia moto, e che guarda caso si trovava lì perché anche lui geologo.
Dopo moltissimi anni, quando ormai mi ero dedicato completamente alla musica, sento parlare di un Valter Mascia sassofonista, e scopro che è sempre lui, il geologo venditore della Honda Rebel. Per caso ci rincontrammo in qualche ambiente musicale. Qualche anno fa decisi di vendere la moto ad un’amica, che la usò solo per qualche anno, per poi lasciarla ferma in un garage.
È solo pochi mesi fa che ho deciso di rimpossessarmene, riacquistandola, e oggi come per magia ricompare anche il suo primo proprietario, Valter, che si è da poco trasferito a Siliqua, e che stasera mi ha raggiunto al Monte Granatico. È la prima volta che suoniamo insieme, improvvisando completamente, e in quei pochi minuti le note comunicano al pubblico tutto quello che abbiamo avuto in comune, la Honda Rebel, la geologia, la musica.