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67/377: Portoscuso

ISPIRAZIONE

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Stamattina pedalo in compagnia. Gigi con degli amici del gruppo Adventure Bike Gonnesa mi accompagnano fino a Portoscuso. Passiamo dalla strada costiera. Una lieve salita che porta ad un tratto di costa fantastico che non conoscevo, tutte rocce vulcaniche a picco sul mare. La strada si snoda un po’ in piano per poi ridiscendere verso Portoscuso, dove arriviamo dritti ad un bar del porticciolo per un caffè.

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Qui ci raggiunge Claudia, amica di Gigi, che mi farà un po’ da guida per la giornata. Passiamo dalla bella piazzetta antistante il Comune e ci dirigiamo verso la vecchia tonnara Su Pranu, dove ci attende Demetrio per raccontarmi un po’ di storia e mostrarmi il luogo. Qui è dove si svolgeva tutta l’attività dei pescatori di tonno, i tonnarotti. Ancora visibili i ripari con alcune barche vecchissime, il piazzale con il pozzo, mucchi di reti, la chiesetta di Sant’Antonio da Padova, gli stabili dove si producevano i diversi prodotti di lavorazione del tonno, le case dei tonnarotti. Nello stabile principale si trova anche una bella mostra fotografica sul passato di Portoscuso.

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A pranzo vengo portato a casa di Valerio e Alessandra, che mi ospiteranno anche per la notte, dandomi una stanza con anche un pianoforte elettrico, non vedo l’ora di comporci sopra. Ma prima ancora un po’ di gironzolare. Nel pomeriggio torniamo nella piazza antistante la tonnara per lo spettacolo per bambini della Befana, davanti alla chiesa di Santa Maria d’Itria che di tanto in tanto fa sentire le sue campane. Accanto, in uno stabile della tonnara, un bel presepe, con le statuette in costume sardo e una ricostruzione delle casette di Portoscuso.

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Dopo una breve camminata arriviamo alla spiaggia della Ghinghetta, un angolo suggestivo, proprio a ridosso della Torre Spagnola. Il mare batte sugli scogli e da qui siamo proprio di fronte all’isola di San Pietro e alla piccola Isola Piana. Per finire, facciamo una passeggiata fino a Capo Altano, un bellissimo tratto di costa vulcanica e arriviamo fino a dei resti di una torretta della guerra, dalla quale ci godiamo un tramonto strepitoso, con colori che cambiano ogni minuto.

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FRAMMENTI SONORI

Malinconia al pianoforte

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BREVI NOVELLE SARDE

Valerio e Alessandra lavorano entrambi a Portovesme, il polo industriale di Portoscuso. Come è già successo in altri paesi, esistono dei luoghi, delle situazioni più o meno tabù delle quali è difficile parlare con la popolazione locale, in quanto tanti non ne vanno fieri, molti vogliono tacere, dimenticare. Il banditismo in Barbagia, il delitto sul Lago Omodeo, la fabbrica di bombe a Domusnovas, e qui quello che viene considerato da tanti uno scempio del territorio. Ma Valerio e Alessandra non hanno  problemi a parlarne, anzi ritengono che l’industria abbia migliorato la condizione lavorativa della popolazione, prima impiegata prevalentemente nel settore minerario. In più anche Portovesme si è ‘rimodernato’ con la costruzione di un sistema di pale eoliche. Si grida allo scempio ‘estetico’ ma poi si vuole un mondo più ecologico. Sono tutti punti importanti su cui riflettere, visto che di solo turismo la Sardegna non riesce ancora a vivere.


Elena e Irene, le figlie di Valerio e Alessandra, sono ancora alle scuole superiori. Elena studiava il piano, Irene la chitarra (scopro che come maestro ha avuto anche un mio carissimo amico…il mondo è piccolo!), ma entrambe hanno un po’ mollato la presa sulla musica. Elena è stata un periodo in Russia con Intercultura. La famiglia ospitante le ha appena mandato un video di auguri del capodanno Ortodosso che i Russi festeggiano dopo il nostro. Dunque la famiglia ora è intenta ad imparare la linea di Russo per il video da inviare per ricambiare gli auguri. Mi godo il momento mentre Alessandra e Valerio tentano di imparare questa difficilissima frase. Finalmente si mettono tutti di fronte al telefono e intonano la frase alla bell’e meglio mentre Elena filma, tra qualche risatina isterica (loro…ma anche mia!)