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62/377: Iglesias

ISPIRAZIONE

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Oggi la strada sarà lunga. La più lunga da quando ho iniziato. 38 chilometri. E sarà anche dura per un paio di salite. Ma ne varrà la pena. Parto prima dell’alba. Inizio con la dura salita all’uscita di Buggerru. Una volta in cima mi fermo per visitare l’uscita della galleria Henry (vedi post di Buggerru).

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Percorro la costa nel silenzio dell’alba. Pian piano la strada si insinua in strette vallate, e sale lentamente. Poi arrivo alla località di Acquaresi, e da qui mi aspetta una durissima salita al 10%.

Arrivato finalmente in cima inizio la discesa. Purtroppo mi si ripresenta il problema ai freni, come nella discesa per Fluminimaggiore e, anche questa, la faccio in tensione. Discesa al 13%, da brividi. Ma il panorama che pian piano si apre è mozzafiato, specialmente quando, dalle pareti calcaree a strapiombo, compare il mare e la vista del Pan di Zucchero.

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Sono arrivato a Masua, frazione mineraria di Iglesias. E da qui pedalo in costa per un po’, attraversando la frazione di Nebida, dove mi fermo per un caffè. Prima di ripartire pedalo lungo il percorso panoramico da cui si vede tutta la costa.

Il Pan di Zucchero in lontananza, le rocce viola, la cosiddetta Puddinga Ordoviciana, e la laveria Lamarmora. Da Nebida poi è tutta discesa fino allo spiaggione di Funtanamare, e da qui risalgo verso Iglesias, passando le miniere di Monteponi, con gli imponenti ammassi di sterili rossi.

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Arrivo all’ora di pranzo. A Iglesias sono ospite di mia cugina Maura e del marito Massimo, che mi porterà in giro, raccontandomi un po’ di storia di Iglesias. Iniziamo camminando intorno ai resti delle mura medioevali, che ritroveremo qua e là intorno al centro.

Rimangono dei tratti ben conservati con delle torri. Arriviamo fino al castello di Salvaterra, edificato dal conte Ugolino (come quelli di Villamassargia e Siliqua). Da qui si vede anche la bianca chiesetta della Madonna del Buon Cammino in cima a una delle colline dietro Iglesias.

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Scendiamo in Piazza Sella, dedicata allo scienziato che si occupò dello studio di queste zone minerarie, e passeggiamo per il centro storico. Le costruzioni sono belle, ben curate, Massimo mi spiega che molte sono addossate alle vecchie mura, che addirittura qualcuna ha tratti di mura in giardino.

Poi passiamo davanti alla Cattedrale, alla chiesa di San Michele, San Francesco, la Madonna delle Grazie, e anche altre…Da cui capisco il vecchio nome di Villa Ecllesiae (Villa di Chiesa) poi ‘spagnolizzato’ in Iglesias. Infine, al buio, passiamo accanto al bell’edificio del Liceo Minerario Asproni e al Comune, che avevo quasi dimenticato di fotografare!

Domani mattina prenderò il treno per tornare a Cagliari e passare il capodanno in famiglia. Seconda interruzione del viaggio a breve distanza. Ne approfitterò per recuperare lavoro sul blog e per dare una sistemata ai freni della bici!

 

FRAMMENTI SONORI

Ricordi spagnoli.

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BREVI NOVELLE SARDE

È già parecchie volte che in questo viaggio ho sentito parlare del Cammino Minerario di Santa Barbara, e ne sono rimasto intrigato. Dunque oggi sono nel luogo da dove il cammino parte e finisce. Il percorso, creato di recente, attraversa tutta la zona del Parco Geominerario, il Sulcis-Iglesiente e il Guspinese, e tocca luoghi di interesse naturalistico, storico-culturale, religioso.

È costituito da 400 chilometri di percorsi, che toccano i principali comuni del Parco, Iglesias, Buggerru, Fluminimaggiore, Arbus, Guspini, Gonnosfanadiga, Villacidro, Domusnovas, Musei, Villamassargia, Narcao, Nuxis, Santadi, Piscinas, Giba, Masainas, San Giovanni Suergiu, Sant’Antioco, Carbonia e Gonnesa.

In ognuno di questi comuni si può richiedere il timbro di completamento del percorso e, a fine cammino, si ottiene un certificato di completamento. Proprio come avviene nel più conosciuto Cammino di Santiago. E anche questo si può fare sia a piedi che in bicicletta. Addirittura a cavallo!

Un tempo avevo idea di voler compiere il Cammino di Santiago. Poi ho pensato che non c’era bisogno di andare in un’altra terra per ritrovare se stessi, e neppure che bisognasse per forza dare una connotazione religiosa a un cammino personale. E che forse un mese fosse poco. Dunque ho pensato che un viaggio di un anno attraverso la mia terra potesse avere senso come cammino personale. Però devo ammettere che ora il pallino di completare, un giorno, il Cammino di Santa Barbara mi sta venendo…magari in bicicletta!