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49/377: Arborea

ISPIRAZIONE

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Oggi finalmente un po’ di chilometri in più.

Pedalo lungo una strada di campagna, col Monte Arci a sinistra, per poi ricongiungermi alla provinciale che da Santa Giusta porta ad Arborea.

Purtroppo non conoscevo il traffico di questo tratto di strada, altrimenti non l’avrei fatta: tir nelle due direzioni che mi sfrecciano accanto talmente veloci e radenti che in qualche caso mi devo fermare sul bordo strada.

Per fortuna subito dopo il bivio per il porto il traffico pesante diminuisce e riesco a godermi un po’ il tragitto.

Costeggio lo stagno di S’Ena Arrubia, passo l’idrovora di Sassu dall’architettura futurista-fascista, e arrivo alla pista ciclabile che corre parallela alla strada ed entra ad Arborea.

Finalmente un po’ d’attenzione ai ciclisti!

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Per la prima volta da quando è iniziato il viaggio, ho la sensazione di non essere in Sardegna.

Arborea venne creata a tavolino durante l’era fascista, e chiamata Mussolinia di Sardegna. Le strade sono un reticolato in direzione nord-sud e est-ovest, chiamate con numeri e direzioni (5a est, 7a ovest etc) proprio come a New York.

La piazza principale, su cui affaccia il Comune, la chiesa, le scuole, la Locanda del Gallo Bianco e altri edifici, ha una tipica architettura di inizio Novecento, molto sobria e razionale, opera dell’architetto Carlo Avanzini.

Intorno, le case hanno un ché di ‘nord Italia’, sfrecciano diverse persone in bicicletta da passeggio lungo i canali, e non appena entro al bar l’accento che sento, nei vecchi accomodati che chiacchierano tra loro, è veneto!

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Incontro il Sindaco Manuela, purtroppo scossa da un brutto incidente in moto avvenuto la notte prima in pieno centro, in cui è rimasto gravemente ferito un ragazzo di 19 anni.

Nonostante tutto Manuela mi fa fare un giro in paese per vedere un po’ di architettura, le palazzine signorili, la Casa del Fascio, e poi il Museo della Bonifica, dove apprendo la storia di quest’area, un tempo completamente paludosa e malsana, interamente bonificata a inizio secolo con un lavoro monumentale.

Dopo un buon pranzo alla Locanda del Gallo Bianco, anche col vice Sindaco Davide, Manuela ci lascia per correre all’ospedale di Cagliari, dove stanno cercando di salvare la vita al giovane ragazzo.

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Vengo lasciato nelle buone mani di Ermanno, una guida naturalistica che mi porta in giro per il territorio di Arborea, sotto un cielo tipicamente inglese, grigio con pioggerellina insistente.

Guidando nelle strade a reticolato della bonifica incappiamo in moltissime torrette di avvistamento della seconda guerra mondiale, alcune conservate benissimo.

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Ci fermiamo allo stagno di S’Ena Arrubia, dove riesco a scorgere moltissime specie di uccelli grazie ai binocoli prestati da Ermanno, che mi guida al loro riconoscimento.

Poi Ermanno mi accompagna a visitare un’azienda agricola dove si usa un robot per la mungitura delle vacche, che stanno placidamente in fila aspettando il loro turno.

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Dopo aver guidato attraverso la bellissima pineta costiera, arriviamo al sito archeologico del pozzo sacro di Orri, purtroppo quasi del tutto sommerso d’acqua e coperto di vegetazione.

Se ne intuisce però la forma e le importanti dimensioni.

Si è fatto buio, rientriamo sotto una pioggia scrosciante passando per Marceddì, in territorio di Terralba, costeggiando il mare e gli stagni, in un paesaggio spettrale.

FRAMMENTI SONORI

Ispirato da una giornata funesta.

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BREVI NOVELLE SARDE

Andrea, 19 anni, non ce l’ha fatta.

Quando la sera io ed Ermanno rientriamo ad Arborea per prendere un aperitivo al bar, la notizia della morte del giovane motociclista è sulla bocca di tutti.

Con accento veneto i signori tentano di ricostruire la dinamica del terribile incidente dove Andrea ha perso due arti. Chi l’ha soccorso immediatamente gli parlava, Andrea era cosciente, ma non conscio di aver perso un braccio e una gamba.

Gli sono state prontamente legate le estremità per evitare troppa perdita di sangue. Poi la corsa all’ospedale di Oristano. E il trasferimento in elicottero a Cagliari.

La macchina coinvolta portava una signora, che tutti cercano di identificare, certamente sconvolta. E via le colpe, la troppa velocità, il buio, la distrazione. Ormai non ha importanza. Andrea se n’è andato. La comunità distrutta. Il Sindaco in prima linea.

Rifletto sul mio progetto. Sul fatto che in più di 377 giorni dovrò affrontare anche situazioni di questo tipo. Il mio progetto intercetta il bello e il brutto, si intreccia con il corso delle vite altrui, nel bene e nel male.

Dedico un pensiero musicale ad Andrea.

PS qualche giorno dopo ricevo questo SMS dal Sindaco Manuela “Ciao Sebastiano. Avremo modo di chiacchierare in tempi più sereni di fronte a un caffè. Mi dispiace per tutto. Mi scuso per le cose in cui potevo fare di più. Ho il cuore a pezzi come la mia comunità. Buon viaggio.”

Buon viaggio anche ad Andrea.