Donori

344/377: Donori

ISPIRAZIONE

Donori
Vista su Donori

Da Sant’Andrea Frius, in una giornata d’autunno soleggiata, volo in discesa su una bella strada panoramica verso gli uliveti e i vigneti del Parteolla, una delle ultime regioni storiche sarde da visitare in questo viaggio.

Entro a Donori, alle pendici del monte Zurru, e arrivo alla piazza centrale dove, all’ingresso del Municipio, mi stanno aspettando il vice sindaco Gigi, l’assessore Antonio e i miei amici Francesco e Silvana che mi ospiteranno per questa giornata.

Donori
Palazzina in centro storico

Il clima mite che caratterizza queste zone ci permette di trascorrere una bella mattinata a passeggio per le vie del centro storico. Noto palazzine eleganti e diversi portali in pietra, prima di arrivare alla bella palazzina ottocentesca che un tempo fungeva da Monte Granatico. All’ingresso è affissa una lapide in marmo con incisa la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. L’edificio oggi ospita un’esposizione di minerali e attrezzi provenienti dalla vicina miniera di S’ortu becciu.

Poco più avanti si trova il vecchio Municipio, in stile liberty. Sulle mura di alcune palazzine si trovano dei pannelli con frasi di autori letterari, politici, filosofi, e perfino cantanti. Un libro a cielo aperto, consultabile in ogni momento da tutti, e si spera dalle nuove generazioni in particolare.

Donori
Mattoni in terra cruda su granito

Donori fa parte dell’Associazione Nazionale delle Città della Terra Cruda. Qui in centro storico si trovano ancora dei muri in ladiri, il mattone di fango. A volte questi muri hanno la parte bassa in pietra e quella più alta in ladiri. E, oltre a una chiara arenaria, qui si intravede anche il granito rosso che affiora parzialmente in questo territorio. Una vecchia cabina dell’Enel è fatta interamente di conci in granito, che in passato veniva scolpito dagli abili scalpellini locali.

Donori
Torretta in granito

Verso l’uscita del paese c’erano un lavatoio e un mulino, ormai scomparsi, e al loro posto rimane un’ampia piazza. Saliamo verso una strada panoramica che domina le case del paese e dalla quale si vedono i terreni coltivati a vite e ulivi che arrivano fino ai piedi delle montagne. Gli amministratori mi parlano della manifestazione Donori TerrAccogliente che si svolge subito dopo la vendemmia per promuovere e valorizzare i prodotti locali, e della Cantina Sa Defenza, che prende il nome di una chiesetta campestre dedicata alla Madonna “della difesa”.

Donori
La tomba dei giganti di Inguttosu Mannu

Per pranzo rientriamo a casa di Francesco e Silvana, nelle campagne fuori paese, dove mi aspetta un bel minestrone caldo e un po’ di riposo! Più tardi io e Francesco guidiamo in mezzo alle vigne per andare a visitare la tomba dei giganti di Inguttosu Mannu. Lungo strada ci dobbiamo fermare per far transitare un gregge di pecore e agnellini appena nati, e riusciamo a scambiare due chiacchiere col pastore. Arriviamo al sito archeologico che il sole è già calato e c’è un’atmosfera magica e un silenzio rotto solo dal rumore del vento leggero. Non lontano da qui si trovano anche i resti di un complesso termale di epoca romana.

Donori
I vigneti del Parteolla

Rientriamo a casa, a quello che Francesco chiama il suo “podere operaio” e parliamo di musica e arte.

 

FRAMMENTI SONORI

344-Donori-score

 

BREVI NOVELLE SARDE

Donori
I neofossili di Francesco Sangiovanni

Francesco Sangiovanni non è originario di Donori ma vive nel suo “podere operaio” da tanti anni. Qui ha avuto animali, diversi asini e una scrofa che ora non ha più, cani randagi (oggi con lui e Silvana vivono Gea e Stecca) e si dedica alla vita agreste, coltivando la terra.

Ma Francesco è anche un ottimo musicista. Parliamo dei gruppi nei quali ha militato in passato, Jeffrey e i That’s All Folks, la Rural Electrification Orchestra di Massimo Spano, e ricordiamo il giorno del nostro primo incontro quando in una gelida serata di dicembre suonammo a Oristano la Messa Beat coi Barritas.

Non finisce qui. Francesco è anche scultore, o meglio archeo-scultore come lui si definisce. Mi mostra con orgoglio le sue creature, i neofossili, ciottoli arrotondati dalla forza dell’acqua e dall’azione abrasiva del trasporto, dai quali viene “liberato” il fossile tramite la mano dello scultore. I neofossili per Francesco sono pietre ossimoro che accorpano in se il passato ma anche l’incredibile mistero della nuova vita.


Dal 2013 l’arte contemporanea è di casa a Donori. Qui infatti si svolge il Festival Contemporary, ideato da Silvia e Pietro della Cantina Sa Defenza, dedicato a live performance con musica d’avanguardia, residenze artistiche e installazioni urbane, dibattiti filosofici, tavole rotonde e attività formative per le scuole internazionali d’arte.

Stamattina, durante la passeggiata in centro storico, gli amministratori mi hanno parlato dell’idea di far realizzare un’opera urbana all’artista iraniano Mohsen Baghernejad Moghanjooghi, residente a Torino da molti anni. Dovrebbe trattarsi di uno stretto vicolo costeggiato da muri in terra cruda, sul modello di quelli esistenti in alcune città iraniane. La terra cruda diventa infatti l’elemento in comune tra le città dell’Iran e alcuni paesi della Sardegna, in questo caso Donori.

In Iran questi vicoli vengono pianificati così stretti per far sì che il sole non ci batta e a protezione dalle tempeste di sabbia. Ma c’è anche un motivo sociale: questi vicoli vengono chiamate “vie della conciliazione”. Sono talmente stretti che a volte ci passa solo una persona. E vengono utilizzati per far incrociare (a loro insaputa) due persone che hanno litigato, due “nemici”, i quali inevitabilmente devono confrontarsi e venir fuori dal vicolo riappacificati.

PS. 2021. Per la settima edizione del Festival Contemporary l’artista Mohsen Baghernejad Moghanjooghi ha finalmente realizzato l’opera “Tra le argille” utilizzando argilla e canne prese in loco. Un’opera dal significato simbolico importante, soprattutto in Sardegna, e dove l’idea di riappacificarsi col nemico si unisce alla valorizzazione della terra cruda.