343/377: Sant’Andrea Frius
ISPIRAZIONE
Mi spingo ulteriormente verso sud, in questo territorio aspro tra Trexenta e Gerrei, dove c’è sempre un sali e scendi a volte faticoso. La giornata è coperta, e arrivare a Sant’Andrea Frius sembra appropriato con la temperatura alquanto fresca. Anche se alcuni linguisti ritengono che il Frius possa essere una variazione di Priu, pigro, come il Sant’Andrea Priu di Bonorva.
In Municipio mi accoglie il Sindaco Simone che mi dà dei contatti per la giornata e qualche consiglio su cosa visitare. La prima tappa è dunque l’azienda agricola Pab’e is tellasa, dove mi accoglie la proprietaria Maria.
Durante la visita, durata circa un’ora, Maria mi racconta che le loro produzioni sono totalmente naturali, con una particolare attenzione all’ambiente, e che il punto di forza è la differenziazione dei prodotti. Mi mostra la loro ricca produzione di formaggi, tra cui robiola e stracchino freschi, mozzarella di pecora, joddu, oltre che i pecorini stagionati. Nel 2013 l’azienda ha ottenuto l’Oscar Green di Coldiretti. Mi riprometto di tornare a prendere qualche prodotto non appena finirò il viaggio.
Dall’azienda pedalo verso le montagne retrostanti, il Gerrei, Goni e Ballao non sono poi così distanti da qui. Attraverso due piccoli guadi, bagnandomi i piedi e osservo le colline sempre più verdi. Non mi voglio allontanare troppo però. Rientro in paese.
La chiesa parrocchiale di Sant’Andrea è moderna, la vecchia chiesa seicentesca venne abbattuta per venire ricostruita negli anni Cinquanta. Anche le case sono moderne e restano poche testimonianze di edifici storici e qualche fotografia ormai rovinata che ritrae momenti importanti della comunità.
Sotto consiglio del Sindaco mi reco a pranzo al ristorante Su Nuraxi dove sono ospite del proprietario Filippo. Nel pomeriggio visito un’altra realtà produttiva, il Torronificio Melis, dove Claudio mi guida attraverso i loro prodotti, miele di svariate qualità e soprattutto torrone, anche questo di varie tipologie, inclusi i torroncini, che mi vengono anche regalati alla fine della visita e che mi riempiranno di energia durante le ultime pedalate del viaggio.
Mi reco poi alla chiesetta campestre di Nostra Signora di Bonaria, non lontana dal paese, costruita negli anni Sessanta e poi restaurata negli anni Duemila. Mi siedo a contemplare il silenzio nel piccolo anfiteatro che fronteggia la chiesetta prima di rientrare in paese per un incontro musicale.
FRAMMENTI SONORI
Quando la banda passò
BREVI NOVELLE SARDE
Giuseppe, ex Sindaco di Sant’Andrea, mi ha sistemato in un b&b e dopo avermi invitato a cena mi porta alla sede della Banda Musicale Giuseppe Verdi.
Vengo accolto con cordialità ed entusiasmo. Ascolto con piacere le prove e vengo chiamato dal direttore a dire due parole sul mio viaggio, un modo forse di ispirare i musicisti presenti, o almeno così spero.
Non è la prima volta che in questo viaggio incontro una banda e credo non sarà l’ultima. Mi trovo dunque a pensare a queste istituzioni, le più antiche nate alla fine dell’Ottocento, la maggioranza nate nel Novecento con un boom negli anni Settanta e Ottanta.
Le bande sarde sono famose per aver sempre vinto concorsi a livello internazionale, ma la loro importanza è stata quella di riunire i giovani e le comunità dei paesi, svolgendo una funzione educativa e sociale importante.
È capitato spesso che da queste bande molti giovani confluissero verso i conservatori, e qualcuno riuscisse anche a farsi notare, e gli esempi non sono pochi. La musica delle bande raramente si rifà a una tradizione musicale sarda, eppure è un tassello fondamentale della cultura musicale di quest’isola, un po’ come ormai lo è il jazz…che ha certamente attinto dalle bande per sfoggiare alcuni prestigiosi solisti.