340/377: Orroli
ISPIRAZIONE
Sono arrivato a Orroli ieri notte, ho alloggiato in un albergo, senza acqua calda, in una giornata così fredda e umida, ma soprattutto senza anima, un’esperienza da dimenticare.
Sotto la pioggia mi attivo per cercare un altro alloggio e per fortuna trovo il b&b Sa Pardina, caldo e molto accogliente, in un’atmosfera autentica, proprio come dovrebbe essere Orroli, facente parte del circuito Borghi Autentici d’Italia.
Mi trovo sotto la pioggia in attesa che il proprietario del b&b mi raggiunga. Vengo visto dalla famiglia che abita accanto, e vengo invitato a entrare nella loro casa mentre aspetto. La famiglia ha un orto ricco di zafferano proprio di fronte alla casa. Avevo notato i fiori per terra lungo il muro. E difatti lo zafferano è stato appena raccolto e mi viene mostrato con orgoglio.
Una volta ringraziata la gentile coppia, mi sistemo nel b&b e, nonostante la pioggia, decido di visitare il paese, deserto in questa domenica grigia e bagnata.
Peccato, il Panificio Kentos è chiuso. Qui si produce e si vende grano sfuso, pane, pasta, prodotti unici e genuini, che potrebbero essere alla base della longevità della popolazione. Kentos, cento, è un omaggio ai centenari del paese. Qui visse Tziu Giuanniccu Frau, che nel 2000, a 112 anni, era l’uomo più vecchio d’Europa.
Il paese, diviso in vari vicinati, si trova alla base di una cresta basaltica, sopra la quale c’é il parco Su Motti. Percorro il centro storico, stretti vicoli, case in pietra, alcune palazzine nobiliari, e ancora fiori di zafferano ai bordi delle strade.
Arrivo alla chiesa parrocchiale di San Vincenzo Martire, il cui campanile, base chiara e parte alta in roccia rossa, è visibile da tutti i punti del paese. Una vecchia insegna indica una barberia, poi un’altra indica la zona franca.
Oltre un cancello chiuso riesco a vedere il nuraghe San Nicola, letteralmente in mezzo ad alcune case (quanti comuni si vantano di avere l’unico nuraghe urbano, e invece…)
Supero la chiesa di San Vincenzo Ferreri, settecentesca in stile aragonese, e arrivo al Museo del Nuraghe Arrubiu, in un’elegante e bella palazzina, la ex Casa Vargiu, appartenuta a un ricco possidente locale. Al momento qui si trovano solo dei pannelli esplicativi sull’importante sito archeologico.
In realtà dovrebbe ospitare molti reperti che, mi dicono, “sono conservati nell’ex municipio, chiuso con le catene, per impedire che la sovrintendenza venga a prenderseli”. Come ieri a Nurri, anche oggi ho la sensazione di essere in Barbagia e non in Sarcidano!
FRAMMENTI SONORI
BREVI NOVELLE SARDE
I Grandi Assenti. Anche a Orroli, come in tanti altri luoghi, non ho potuto visitare i simboli del territorio. Oggi purtroppo per le condizioni climatiche che mi impediscono di andare in bicicletta.
Il sito del Nuraghe Arrubiu, che ho chiamato telefonicamente, non effettua visite sotto la pioggia battente, troppo rischioso, lo scivolone sulla pietra bagnata è dietro l’angolo. Peccato, questo è uno di quei siti a cui tenevo maggiormente visitare, il nuraghe rosso per la presenza di licheni, con la sua maestosa torre centrale, le cinque laterali e le sette esterne. Sarà per un’altra volta.
Arrampicarsi sulla cresta basaltica, Sa Corona Arrubia (da non confondere con quella di Lunamatrona e Villanovaforru), per visitare il parco Su Motti è impossibile. Stessa cosa per i grandi laghi del territorio, il Lago Basso Flumendosa e il Lago Mulargia, paesaggi unici in Sardegna per la ricchezza di contrasti, profonde vallate che si gettano sulle acque, sulle quali si rispecchiano le creste rocciose circostanti.
Ma è importante ricordare che qui a Orroli c’è un altro grande assente. Cristian Farris, 27 anni, è scomparso qualche settimana fa e di lui si sono perse le tracce. I giornali non parlano di altro. Essere qui, oggi, in una giornata così grigia, non fa che ricordarmi di questa scomparsa, mettendomi addosso brividi che si aggiungono a quelli del freddo.
Post Scriptum (luglio 2021). Cristian Farris non è mai stato ritrovato.