339/377: Nurri
ISPIRAZIONE
In partenza da Serri ci sono 6 gradi e piove. Dopo la lunga parentesi estiva mi sembra d’esser tornato a quel 13 maggio a Pattada, stessa condizione climatica e stesso disagio.
Discendo veloce verso la vallata che separa la Giara di Serri dalle colline del Sarcidano. Da qualche parte qui in mezzo ai campi si trova il vecchio villaggio di Biora, ma io sono impegnato a sfidare grigiore, freddo e pioggia.
Risalgo lentamente verso Nurri e, una volta entrato in paese, mi rifugio dentro un bar per aspettare che la pioggia smetta, senza nessuna certezza. Ne approfitto per sistemare il materiale dei giorni scorsi, osservato curiosamente dagli avventori del bar.
C’è qualcosa nell’aria che mi fa sentire più in un paese montano della Barbagia che non in uno collinare in Sarcidano. Dopotutto alle spalle del paese il territorio discende verso il Lago Basso del Flumendosa, la porta meridionale che conduce alla Barbagia di Seulo.
Smette finalmente di piovere e il cielo si schiarisce. Mi rimetto in bici per fare un giro del paese. Alla sede della Pro Loco un cartello mi informa che quest’antica costruzione chiamata Sa Trappa (la botola) in passato era adibita alla reclusione temporanea di prigionieri in transito verso altra destinazione carceraria.
Arrivo alla chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, costruita nel Cinquecento, ma ristrutturata poi quasi interamente nel Settecento mantenendo però la pianta a croce greca, con al centro il maestoso cupolone. Il campanile tutto in pietra rimane staccato dall’edificio principale e presenta delle belle ornamentazioni nella porta d’ingresso.
Da qui percorro un viottolo che attraversa una piccola zona verde. È il parco Sardanaj dove si trovano i resti del nuraghe Sardajara, il primo nucleo abitativo di Nurri.
Pedalo fino alla chiesa di Santa Rosa da Viterbo, con accanto il convento dei frati Cappuccini. E poi visito due importanti fonti, la Funtana Noa, inizialmente punto di approvvigionamento per il bestiame, poi convertita a uso civico, e la sorgente Su Cannoni, storicamente luogo d’incontro dei nurresi.
Potrei continuare a pedalare per visitare alcune chiese campestri, qualche nuraghe, arrivare fino al lago, o alla stazioncina del Trenino Verde. Ma il cielo si sta ricoprendo. Meglio avviarmi verso Orroli dove pernotterò stanotte.
FRAMMENTI SONORI
BREVI NOVELLE SARDE
In una piazzetta si trova una scultura metallica con una targhetta che indica il nome Licio Ligas, che solo dopo aver fatto un po’ di ricerca scopro essere un poeta e artista nativo di Nurri, poi trasferitosi e operante a Quartu Sant’Elena.
Tra le sue poesie trovo questa, Il Sognatore, che ben si adatta allo spirito di questo mio viaggio:
Su Sonniadòri
Una dì s’ap’a pigài sa manu o sònnius de glòria!
Deu chi giru cun su pensamèntu in mesu a is àstrus,
Circhèndu in s’univèrsu mannu e tortuòsu,
Seu segùru, ap’a agatài cussu sapiènti filu de Ariànna
Chi no m’at a fai pèrdiri in is trottòxius de sa terra,
Mancài sìat prena de insìdias, comènt isciìt s’istòria;
Una dì s’ap’a pigài sa manu, o sònnius de glòria!
Il Sognatore
Un dì vi prenderò per mano o sogni di gloria!
Io che giro col pensiero in mezzo agli astri,
Cercando nel labirinto del grande universo,
Son certo, troverò quel sapiente filo d’Arianna
Che non mi farà smarrire nei meandri della terra
Nonostante sia piena di insidie, come sa la storia;
Un dì vi prenderò per mano, o sogni di gloria!
Giorni dopo la mia visita a Nurri mi ritrovo alla festa di Suelli, invitato a pranzo al tavolo dei sindaci della zona. Molti li ho conosciuti durante la mia giornata nei loro paesi. Accanto a me il Sindaco di Nurri.
Sindaco: perché da noi non sei passato?
Io: in realtà sono passato qualche tempo fa
Sindaco: e non ci hai avvisato?
Io: come no, ho inviato un’email un mesetto prima, ma non ho mai ricevuto risposta
Sindaco: nooo, ma quando mai email, dovevi chiamare!
Io: non importa ho comunque visitato il paese.
Sindaco: ma cosa avrai visto da solo! Devi ritornare e ti accogliamo per bene.
Io: va bene!