Las Plassas

332/377: Las Plassas

ISPIRAZIONE

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Il Castello di Marmilla

Las Plassas, Is Pratzas, le piazze, forse i larghi piazzali dove avveniva la trebbiatura del grano. L’unico contatto che che sono riuscito ad avere all’ultimo è con Alessandro, che con la sorella Cristina hanno fondato l’associazione Assa Sardisca (“a sa sardisca”, ovvero alla moda dei sardi).

E dal momento in cui arrivo a casa loro, dove si trova anche la sede dell’associazione, è un tuffo nel Medioevo. L’associazione culturale si occupa infatti di far conoscere la storia medievale sarda, soprattutto quella del regno giudicale di Arborea, in quello che è un vero e proprio museo artigianale.

Vengo accolto alla reception, dove si trovano stemmi araldici, ricostruzioni di oggetti, di spade, tutti fatti da Alessandro, e in vista sempre la bandiera arborense con il caratteristico alberello.

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Ricostruzione accessori e scarpe in pelle medioevali dell’associazione Assa Sardisca

Entriamo nella taverna medioevale, dove la cucina ha un tetto di canne che ha di più di duecento anni. Tutto è ricostruito fedelmente, mobili e oggetti dalla mano di Alessandro. Nella stanza adiacente invece si trovano archi, balestre e frecce, sempre costruite da Alessandro seguendo i modelli di tre maestri diversi. E qui si trova anche un modello di arco nuragico, da cui sembra proprio derivare l’arco l’olimpico attuale.

Passiamo alla sala degli abiti, ricostruiti da Alessandro analizzando dei disegni, e poi fatti a mano dalle donne del paese. In un’altra zona si trovano tutti gli accessori in cuoio, incluse scarpe, con ricostruzioni fedeli.

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Refettorio medioevale dell’associazione Assa Sardisca

Ma la parte più bella viene verso la fine. Entriamo nel “refettorio del soldato”, la sala da pranzo dei cavalieri, che contiene tavolate e 71 posti a sedere. Le tavole sono imbandite con oggetti fedelmente ricostruiti dalla ceramista locale Josè Etzi sulla base di ceramiche ritrovate al castello. Impressionante.

Sono ancora sbalordito dal lavoro che Alessandro e Cristina hanno svolto in questo luogo magico. All’esterno anche uno spazio adibito a spazio per il tiro con l’arco. Quando usciamo per fare una passeggiata mi sembra di esser stato proiettato indietro nel tempo e vedo tutto con occhi diversi.

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Sculture murarie moderne

Come per esempio i resti del Castello di Marmilla, che stanno in cima alla collinetta conica accanto al paese, e che mi sembra pullulare di popolazione medioevale, soldati, artigiani, musicisti. Qui si trovava il confine tra il Giudicato di Arborea e quello di Caralis.

Un pannello all’inizio del sentiero che porta su al castello ne indica la complessa storia. E non lontano da qui si trova il MudA, museo multimediale del Regno di Arborea, oggi purtroppo chiuso.

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Cupola della chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena

E nell’atmosfera medioevale è il turno delle chiese. La chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena è seicentesca, dai tocchi rinascimentali. Quella di San Sebastiano, sulla pericolosa strada principale dove le corse delle auto costrinsero all’installazione di un famoso quanto odiato autovelox, è settecentesca ma modificata e restaurata a più riprese. Quella di San Giuseppe insieme all’annesso convento dei frati cappuccini era ottocentesca è ormai diroccata.

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Portale in centro storico

Ma ci sono due chiesette più interessanti proprio perché medioevali. La prima è quella di Santa Maria delle Grazie (o di Montserrat), che all’interno conserva un pozzo nuragico e attorno alla quale sono stati rinvenute tracce di frequentazione punica, romana e bizantina. Il culto della santa aragonese è molto sentito e la festa che si svolge qui a settembre dura un’intera settimana. L’altra chiesa è solamente un ricordo in quanto non ne rimane traccia se non nelle memorie scritte. Si tratta della chiesa di Sant’Antioco, probabilmente la prima chiesa costruita in paese in età altomedievale.

Prima di mettermi in sella per raggiungere Barumini dove pernotterò stanotte, Alessandro mi porta da una persona speciale, un altro cultore di medioevo.

 

FRAMMENTI SONORI

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BREVI NOVELLE SARDE

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Gli strumenti medioevali e barocchi di Antonio di Malta

Arrivati ai bordi del paese entriamo nella casa di Antonio di Malta, musicista specializzato in musica del medioevo. Antonio ci accoglie in una sala dove individuo già strumenti a me poco familiari, se non per il fatto di avere delle corde.

Sono affascinato dal conoscere questi strumenti, soprattutto liuti medioevali, la viella, un’antenata della viola, ma anche viole da gamba barocche. Antonio è un eclettico strumentista che li suona tutti, e che inoltre suona vari tipi di flauti medievali e barocchi.

Mi racconta delle sue attività sia di concertista che di organizzatore di eventi. La sua opera si inserisce perfettamente in questo contesto, e sicuramente nel corso degli anni ha avuto un grande merito nella diffusione della cultura musicale classica in questo territorio.

Antonio mi fa sentire i suoni degli strumenti, e mi suona della musica che, nonostante i miei studi classici, mi sembra fresca e nuova. Riesco poi a provare una viola da gamba, sulla quale tento di improvvisare un frammento musicale, che però non ha molto di medioevale…forse.