Tuili

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ISPIRAZIONE

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Notte alla chiesa di San Pietro

Mi risveglio già a Tuili, al b&b Il Giardino da Pina, dove sono arrivato ieri sera non avendo trovato ospitalità a Pauli Arbarei. La giornata di oggi e l’ospitalità sono organizzate dalla Pro Loco, il cui presidente Matteo mi accoglie nella sede e mi racconta alcuni fatti di questo paese.

Tuili, ai piedi della Giara di Gesturi, ha un centro storico ben conservato, case campidanesi antiche, con bellissimi portali, e soprattutto palazzine nobiliari in ottimo stato. Tutto ciò grazie al boom economico del Dopoguerra che fece andar via moltissime persone, evitando gli scempi edilizi avvenuti dagli anni Cinquanta in poi. Inoltre il territorio è fertilissimo perché attraversato dalle acque che scendono dalla Giara. La coltivazione degli ulivi inizia dai tempi degli spagnoli ed è tuttora florida.

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Dettaglio del Retablo di San Pietro

Ci dirigiamo alla chiesa parrocchiale di San Pietro, del Quattrocento ma con rifacimenti del Settecento, alla quale si arriva dalla piazza tramite un suggestivo portico in pietra. All’interno si trovano l’impressionante Retablo di San Pietro, opera del Maestro di Castelsardo, il Retablo della Pentecoste, e due antichi organi settecenteschi, uno dei quali del Mancini completamente restaurato.

Al lato opposto della piazza, oltre il portale in pietra, si trova la Villa Asquer, costruita dall’architetto Gaetano Cima. Cinquemila metri quadri di superficie, fu la dimora del Marchese Pes per poi passare al nipote Don Gavino Asquer. Un immenso cortile ospita un ristorante dove occasionalmente si organizzano pranzi di matrimonio. In un’ala della casa poi si trovava un cinema privato (Matteo mi dice che successivamente a Tuili aprirono ben due cinema!)

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Museo dell’Olio a Villa Asquer

La villa ospita due musei: al piano terra il Museo dell’Olio, che illustra le attività produttive olivicole e olearie promosse da Don Gavino Asquer. Tra le particolarità, la descrizione della cura contro il fuoco Sant’Antonio con olio e scintille, che viene ancora praticata dai porcari. Poi la sala dell’oleificio, con tutti i macchinari.

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Museo degli Strumenti Musicali Sardi a Villa Asquer

Una sala con un fortepiano ci introduce al secondo spazio espositivo, al primo piano, il Museo degli Strumenti Musicali Sardi. Sono felice di trovare questo spazio, dopo la delusione provata ormai un anno fa a Tadasuni per aver saputo della chiusura del loro museo di strumenti musicali. La collezione è enorme, strumenti di ogni tipo, ma specialmente launeddas in abbondanza, e musica del maestro Franco Melis diffusa dalle casse.

Dall’altra parte del paese si trova la chiesa Sant’Antonio Abate, dalle pareti bianche e in stile aragonese, sembra quasi una cartolina messicana. Al suo interno, sobrio, si trova un bell’altare ligneo. Un tempo qui c’era anche un monastero che venne poi abbandonato per lo scoppiare di un’epidemia di malaria. I monaci si trasferirono al monastero di Genoni (da me visitato qualche settimana fa).

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Portico laterale alla chiesa di Sant’Antonio Abate

Nel pomeriggio Matteo mi porta sulla Giara di Gesturi, ma che qui preferisco chiamare Giara di Tuili in quanto la sommità è divisa tra i comuni di Gesturi, Genoni, Setzu e Tuili. In quest’ultimo territorio ricadono il punto più alto, Punta Zepparedda, 609 metri sul livello del mare, che conserva ancora il punto trigonometrico rilevato da La Marmora, e la palude più grande, Pauli Majori.

Sull’altopiano pascolano cavalli di proprietà privata, che un tempo venivano usati per trebbiare, e per il rodeo, come avveniva anche Genoni. Camminiamo fino ai resti del nuraghe Santa Luisa dove sorge l’omonima chiesetta. Quest’area era frequentata da tempi prenuragici, visti i ritrovamenti di ossidiana, fino a epoca romana come dimostrato da resti di ceramiche.

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Vista su Tuili dalla Giara

Proseguiamo attraverso il Giardino Botanico Morisia, un’area verde all’interno della quale si trovano aiuole contenenti varie specie di flora sarda e, in particolare, di questo territorio. La stagione non è la migliore, e mi riprometto di tornare qui in primavera quando si può ammirare un’esplosione di colori.

Arriviamo fino al nuraghe Tuturuddu, ennesima testimonianza dell’importanza di quest’altura a guardia di tutto il territorio. Da quassù posso ammirare, credo per l’ultima volta in questo viaggio, tutto il territorio della Marmilla, riuscendo a individuare in lontananza la reggia di Barumini, non lontano dalla quale si trova il parco Sardegna in Miniatura, in territorio di Tuili, ma dove non avrò il tempo di recarmi questa volta…motivo in più per tornare da queste parti!

 

FRAMMENTI SONORI

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BREVI NOVELLE SARDE

Durante le giornate prendo appunti sulle diverse storie che mi vengono raccontate e da cui spero di poter trarre materiale interessante per le mie Brevi Novelle Sarde. Gli appunti della giornata a Tuili riportano testualmente (note non riviste e che decido di lasciare volutamente nella loro forma originale):

“tipo morto sotto una pietra franata dalla giara (altra leggenda in comune con paesi in zona, es gonnoscodina)

unico paese (anche altri in zona) dove per Sant’Antonio (celebrato 2 volte) non si può accendere il falò perché la gente non vuole (quando si è fatto sono successe disgrazie). Neanche fuochi d’artificio. Si fa il falò per San Sebastiano

durante la processione uno disse “oh Sant’Antonio barbuto vieni che ti offro da bere” e…zum…fulminato

oppure uno voleva entrare in chiesa a cavallo che sulla porta si è impennato lasciando i segni degli zoccoli sugli stipiti”.

Penso che queste poche note possano rimanere così, rendendo bene il senso delle credenze popolari che animano questi territori!