Sini

315/377: Sini

ISPIRAZIONE

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Palma al b&b Casa Susanna

Il brevissimo tragitto tra Gonnosnò e Sini, ai piedi della Giara di Gesturi, l’ho fatto ieri al tramonto e stamattina mi risveglio già qui, nel bellissimo b&b Casa Susanna, un’antica casa all’ombra di un’altissima palma visibile da tutto il circondario!

Dalla terrazza panoramica posso volgere lo sguardo al tavolato basaltico che è la Giara e guardare i tetti di questo paesino che fa parte dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio.

Dopo una sostanziosa colazione mi districo tra le stradine dell’abitato fino ad arrivare in Municipio dove mi stanno aspettando il Sindaco Biagio, l’Assessore a Sport e Cultura Ottavio e l’assessore all’ambiente Agostino, tutti pronti a farmi conoscere il loro paese e il suo territorio.

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S’Uttureddu

Risaliamo la Via Pozzo per arrivare alla moderna chiesa Parrocchiale di Santa Chiara, progettata dallo stesso architetto della tanto discussa parrocchiale di Villa Verde. Proseguiamo per le antiche strade dove le case sono costruite di chiara roccia sedimentaria con sporadici basalti scuri incastonati qua e là.

Anche qui tanti murales che raccontano leggende e tradizioni sarde, fino ad arrivare al suggestivo S’Uttureddu, un vicolo in pietra strettissimo tra le mura delle case. E raggiungiamo la piazza con al centro un’antica pressa per le olive, vero e proprio simbolo del paese.

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Pressa e mola al centro del paese

E ulteriori attrezzi per la produzione dell’olio e tanto altro posso ammirare a Sa Moba de Aiaiu (“la mola del nonno”), un vero e proprio museo etnografico, curatissimo, con naturalmente la mola per l’olio e una serie oggetti relativi agli antichi mestieri.

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Sa Moba de Aiaiu

Dopo aver risalito la stretta via San Giorgio arriviamo alla collina dove è situata la chiesa di San Giorgio, alla quale gli abitanti sono molto più legati che alla parrocchiale. Su quest’altura un tempo si trovava un nuraghe, visibile fino agli anni Cinquanta, del quale oggi non rimane nulla.

È venuto a farmi da guida Gianni, un esperto di storia e tradizioni di Sini, che per caso scopro essere il padre di Massimo, ex-sindaco del paese, amico e cantante in vari gruppi musicali e una delle prime persone che io conoscessi a essere stata a Birmingham, Inghilterra, prima che diventasse mio luogo di residenza per più di otto anni!

Entrati all’interno della chiesa Giorgio mi mostra la bella statua di San Giorgio di fine Seicento, completamente circondata da oggetti, amuleti ex-voto di ogni materiale, forma e colore. Per ognuno di loro Gianni me ne racconta il significato, e poi mi mostra tutto ciò che è appeso alle pareti della chiesa, ancora ex-voto e le medaglie dei soldati di Sini caduti nelle varie guerre.

Ma è solo quando arriviamo a una sala al lato della chiesa che capisco l’importanza che questo luogo ha per la comunità sinese. Questa è la sala cosiddetta “del pani ‘e saba”. E mi viene raccontata un’interessante storia. La chiesa, costruita nel Seicento in un luogo di culto preesistente, diventa il luogo dove in primavera, come buon auspicio del raccolto estivo, si celebra il santo. La sua festa faceva convergere qui migliaia di persone. Si dice che prima degli anni Trenta arrivavano qui anche più di duecento carri a buoi da tutta la Marmilla.

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La statua di San Giorgio

Poi, negli anni Cinquanta, per la chiesa inizia un lento degrado. Ma dopo alcuni anni, con donazioni, manodopera volontaria e i ricavi dalle vendite di pani ‘e saba durante la festa, il comitato del santo riesce a ricostruire la chiesa. E nel 1993 nasce la Pro Loco che da allora organizza la sagra del pani ‘e saba, particolarmente sentita dalla comunità perché intimamente connessa al al restauro della chiesa, al culto di San Giorgio, e alla sua festa che si svolge il 22 aprile e per la quale tutti i sinesi sparsi per il mondo rientrano!

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Ulivo millenario

Chiudiamo la mattinata con una visita a un impressionante ulivo millenario, in una strada ai bordi del paese dove si trovano tanti esemplari di ulivi se non millenari almeno plurisecolari.

Per pranzo saliamo in macchina sul versante della Giara di Gesturi e raggiungiamo un’area picnic all’interno di un bosco di querce, dove Biagio, Ottavio e Agostino organizzano prontamente un fuoco (sicuro!) per arrostire carne.

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Parco di Sa Cracchera

Consumiamo il pasto accompagnato da un buon vino di produzione locale, e proseguiamo più in alto, verso il Parco Cracchera, un’area boscosa di lecci secolari e querce, dove la vegetazione è fittissima e la luce del sole fa fatica a penetrare. Qui vicino si trovano le cascate di Su Strumpu, purtroppo secche in questo periodo, formate dalle acque che discendono dalla sommità della Giara.

Arriviamo fino alla Scala Seremida, un sentiero che si arrampica sul costone per arrivare alla sommità della Giara di Genoni. Non arriviamo in cima, ma anche da qui si gode di un panorama mozzafiato sulla Marmilla. Sulla via del ritorno ci imbattiamo in un capretto perduto inseguito da due cagnolini che sembrano volerlo proteggere a tutti i costi. Dopo un paio di telefonate gli amministratori riescono a risalire al proprietario che arriverà a breve per recuperarlo!

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Amici sulla Giara di Gesturi

Rientriamo in paese e dopo essermi riposato al b&b mi dirigo alla piazza dove si trova la sede della Pro Loco che ha organizzato una mia piccola esibizione per la popolazione. Come da copione, al tramonto, racconto e suono davanti a un gruppetto di abitanti curiosi e di bambini.

Prima di cena Susanna mi porta a far visita al Signor Olindo, collezionista di auto antiche, che mi porta nel suo garage mostrandomi con orgoglio la Fiat 519, perfettamente restaurata e che ogni tanto viene usata per matrimoni o per mostre.

Ci incamminiamo verso il b&b e Susanna me ne racconta la storia.

 

FRAMMENTI SONORI

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BREVI NOVELLE SARDE

Il b&b Casa Susanna era in origine la casa dei nonni paterni di Susanna, vissuti qui durante i loro 64 anni di matrimonio. Alla loro morte il babbo di Susanna, penultimo dei figli e unico a non avere casa a Sini, eredita questa casa campidanese di fine ottocento, già restaurata dai nonni nel 1925 (come mostra la pietra frontale), e la restaura ulteriormente tra il 2002 e il 2005 per farci un b&b.

Ma è solo nel 2017 che Susanna decide di occuparsene. Dopo una laurea come operatrice culturale del turismo a Cagliari e una specialistica tra Macerata e la Spagna, nel 2015 Susanna torna in Sardegna e conosce Enrico, agronomo di Tavarnuzze, un paesino fuori Firenze, alle porte della regione del Chianti. Enrico, appassionato di viticoltura, si è trasferito in Sardegna e lavora per un po’ nell’azienda di vini Olianas di Gergei.

Ma i due decidono di partire per l’Australia, dove fanno esperienze di lavoro per circa sei mesi. Decidono di rientrare in Sardegna perché la mamma di Susanna, di Villa Verde, aveva dei terreni incolti ai piedi del Monte Arci e loro decidono di avviare un’azienda vinicola e di prendere in mano il b&b.

Dal 2017 Susanna si occupa del b&b a tempo pieno. Mi dice che dal giorno dopo l’apertura ha iniziato a ricevere ospiti da tutto il mondo. Nel 2018 nasce Pedra Niedda Tenute, nome che richiama la pietra nera di ossidiana di cui i terreni son ricchi. Producono vini in purezza, da vitigni autoctoni, un rosso Cannonau di nome Basca e un bianco Semidano chiamato Tittia…che non manchiamo di degustare durante la cena…squisito!