Villa Verde

305/377: Villa Verde

ISPIRAZIONE

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Dettaglio del Monumento ai caduti

6 ottobre 2019. Il clima sta decisamente cambiando, il cielo è grigio, la temperatura è scesa. È autunno, il secondo di questo viaggio che si avvicina al compimento di un anno.

Percorro la salita mentre osservo il Monte Arci che si avvicina e arrivo a Villa Verde, Bàini in sardo, che come tanti altri paesi ha una lunga storia di cambi di nome, comune e provincia. Dal 1341 si ha notizia ufficiale del suo nome, Bannari, che nel 1868 cambia in Bannari di Usellus, e poi nel 1927 viene aggregato al comune di Usellus, per separarsi di nuovo nel 1947. Finalmente diventa Villa Verde nel 1954, nome scelto in onore dei suoi verdi boschi. Nel 1974 passa dalla Provincia di Cagliari a quella di Oristano appena creata.

Nella piazza di fronte al Municipio, adornata da grandi aiuole fiorite, incontro il Sindaco Sandro, che mi guiderà alla scoperta di questo territorio. Sembra una vita fa quando l’amico Mario di Fonni mi disse “quando sarai a Villa Verde ti metto in contatto col Sindaco, un caro amico”.

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La nuova chiesa parrocchiale della Beata Vergine Assunta in costruzione

Parcheggiata la bicicletta iniziamo la passeggiata dentro il paese, costeggiando una nuova piazza dalla bella pavimentazione in pietra bicolore, calcare bianco di Orosei e basalto. Il chiaro e scuro della pietra ricorre spesso in questi territori ricchi di rocce sedimentarie e laviche, anche nelle case del centro storico, impreziosite da bei portali in legno.

Superati gli impianti sportivi arriviamo alla chiesa della Beata Vergine Assunta, un edificio dal design moderno ancora in fase di completamento e che sostituisce la precedente chiesa edificata negli anni Sessanta che, a sua volta, sostituiva una chiesa dell’Ottocento demolita negli anni Cinquanta.

Rientrando verso il Municipio ci fermiamo ad ammirare il Monumento ai Caduti, una scultura in basalto rappresentante la sofferenza dei soldati, e accanto un albero è stato piantato a loro memoria. Entriamo in Municipio dove Sandro mi mostra l’aula consiliare, contenente una collezione di opere d’arte.

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Opera raffigurante Antonio Gramsci all’ex frantoio

Prima di pranzo imbocchiamo la via San Sebastiano, dove si trova l’omonima chiesetta, e proseguiamo arrivando alla Casa Crobeddu, un bell’edificio acquisito dal Comune che ospita la Biblioteca Antoni Cuccu. Qui incontriamo Giuseppe Manias, direttore operativo della Biblioteca Gramsciana che qui ha sede, accompagnato da Giovanni Impastato, fratello di Peppino, che domani presenterà il suo libro Oltre i Cento Passi a Pau (non mancherò di essere presente).

Onorato di essere in mezzo a persone di tale caratura culturale, visito con loro gli spazi della biblioteca, specialmente le sezioni con e sulle opere di Antonio Gramsci. Mi sento totalmente ignorante sull’opera di questa importante figura e mi riprometto che una volta finito il viaggio approfondirò l’argomento (con una serie di letture nella mia “reading list”).

Poco distante da qui si trova l’edificio dell’ex-frantoio i cui spazi sono stati adibiti per esposizioni e mostre. Al momento è allestita una personale di Jacopo Cau chiamata “Nessuna Pietà”, che racconta la vita e il pensiero di Gramsci attraverso venti opere d’arte, tele e sculture.

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La chiesa campestre di San Mauro

Per pranzo sono a casa di Sandro. Dal suo cognome, Marchi, avevo pensato che potesse essere di origine gavoese, e ora una stampa di Gavoi innevata appesa al muro me lo conferma: entrambi i genitori di Sandro sono nativi di Gavoi. La mamma ci ha preparato un succulento pranzetto e io mi sento quasi “a casa”.

Nel pomeriggio prendiamo la macchina per visitare il territorio che si arrampica sul Monte Arci. Arriviamo alla chiesetta campestre di San Mauro, del Seicento, dove a settembre si svolge la festa dedicata al santo. Da qui poi entriamo nella bellissima foresta di Mitza Margiani. Sandro mi racconta dei devastanti incendi che hanno colpito il territorio di Villa Verde, negli anni Ottanta e poi quello del 2009. Per fortuna questa parte non è stata colpita.

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Parete artificiale di arrampicata sportiva a Mitza Margiani

Camminiamo in mezzo al verde dei lecci, arrivando alle sorgenti d’acqua. Siamo proprio sotto il costone lavico del Monte Arci. Non lontano da qui è stata allestita una parete artificiale di arrampicata sportiva. Entrando ulteriormente nel bosco arriviamo al sito archeologico di Brunk’e s’Omu, un villaggio nuragico con tutta una serie di capanne già scavate e altre che aspettano di essere portate fuori. Il luogo è veramente magico, si cammina fra tracce del passato e alberi che fanno a malapena filtrare la luce del sole.

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Il villaggio nuragico di Brunk’e s’Omu

Percorriamo uno stretto sentiero che sale fino a uno spuntone dove si trovano i resti di un nuraghe. Sandro mi parla dell’imminente apertura in paese del Museo della Civiltà Nuragica per conservare le tracce di quest’importante passato. Da quassù posso ammirare tutta la Marmilla che ancora mi aspetta da percorrere.

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La vista sulla Marmilla dal nuraghe di Brunk’e s’Omu

 

FRAMMENTI SONORI

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BREVI NOVELLE SARDE

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Con (da sinistra) Giuseppe Manias, Giovanni Impastato e Sandro Marchi alla Biblioteca Gramsciana

Adoro le biblioteche, e alcune di queste hanno avuto un ruolo importante nel viaggio, laddove ho presentato il mio progetto con racconti e musica. Qui a Villa Verde la biblioteca è intitolata a Antoni Cuccu. “Tziu Antoni”, di San Vito, era un appassionato della lingua e della poesia sarda nonché editore di poesie che raccoglieva e trascriveva in piccoli libri.

Quei libri Antoni Cuccu se li metteva in una valigia, e li vendeva in giro per le piazze dell’isola, appoggiati sopra un lenzuolo che metteva in terra. Antoni ha contribuito a far conoscere la poesia sarda degli improvvisatori che cantavano a bolu. Nei suoi preziosi libretti venivano trascritte gare e ottave che diversamente sarebbero andate perdute per sempre.

“Tziu Antoni” è morto nel 2003 e nel 2015 Villa Verde gli ha intitolato la biblioteca. Grazie anche alla donazione del figlio di Antoni, Vittorino, di un cospicuo numero di libri editi dal padre e altre pubblicazioni, l’obiettivo della biblioteca è quello di costituire un fondo che abbia come oggetto Antoni Cuccu. In questo fondo verranno raccolte non solo pubblicazioni, ma anche audiovisivi e testimonianze inedite sulla sua figura e opera.


All’interno della biblioteca comunale Antoni Cuccu trova sede anche la Biblioteca Gramsciana, riconosciuta dalla Regione Autonoma della Sardegna, una tra le biblioteche più ricche e articolate dedicate ad Antonio Gramsci nel panorama librario italiano. La Biblioteca intende documentare il pensiero gramsciano attraverso libri, giornali, riviste, video, CD audio, CD ROM, DVD, risorse digitali online.

Scopro la curiosa storia dei vari spostamenti di questa biblioteca. Quando viene istituita, nel 1997, viene collocata ad Ales, presso la sede della società di servizi culturali NUR. Nel 1998, a seguito di richiesta della NUR, il Comune di Ales concede una stanza al primo piano della casa natale di Antonio Gramsci in via Umberto I. Al termine di questa convenzione la biblioteca  torna nel 1999 nella sede della NUR.

Nel 2004 la NUR raggiunge un accordo con il Comune di Gonnosnò, che concede una stanza al primo piano della Biblioteca Comunale, dove opererà sino all’estate del 2009. Quindi la Biblioteca Gramsciana torna ad Ales sino al giugno del 2015, in una sede di alto pregio strutturale e ambientale. Infine nel 2019 viene formalizzato un contratto di comodato d’uso gratuito tra la NUR e il Comune di Villa Verde esteso sino al 2023. Avete ancora tempo per venire a visitarla in questo bel paese immerso nel verde!