Asuni

300/377: Asuni

ISPIRAZIONE

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Marmo bicolore sulla piazza

Partito da Nureci mi spingo a nord per arrivare ad Asuni, non lontano da Villa Sant’Antonio dove son stato qualche settimana fa, serpeggiando tra Alta Marmilla e Sarcidano.

All’arrivo mi attendono in Municipio il Sindaco Gionata e il vigile urbano Oreste. Prima di metterci in macchina per andare a visitare il territorio mi viene mostrata una pietra con delle misteriose incisioni proveniente dai resti della chiesetta campestre di San Daniele e conservata qui. Capisco che anche questo territorio, come quelli dei comuni limitrofi, è ricco di testimonianze del passato e di misteri ancora da risolvere.

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Incisioni misteriose su pietra

Una volta in macchina guidiamo verso la parte bassa del paese e ci inoltriamo nelle campagne, superiamo un ponte su un corso d’acqua dove un tempo si trovavano tre mulini, e proseguiamo tra i tornanti della vallata in località Piscina de Procus.

Siamo sul Monte Ualla, una località ricca di cave ed ex-miniere di piombo e argento. Qui un tempo si estraeva un pregiato marmo. Ci fermiamo per avvicinarci a un fronte di cava lungo strada, dove posso ammirare la colorazione rosa e grigia del marmo (di cui ho già visto dei campioni lucidati in Municipio).

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Cave di marmo a Monte Ualla

Le curve diventano tornanti, saliamo sempre di più, la strada si fa bianca, e arriviamo al costone di una vallata profonda. Dall’altra parte della valle si trovano i resti del Castello di Medusa, che visitai settimane fa nella mia giornata a Samugheo. È incredibile rivedere dei luoghi già visti da un’angolazione differente. Da qui riesco ad apprezzare ancora di più lo strapiombo sul quale si trova il castello!

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Vista sul Castello di Medusa

Arriviamo fino alla cima del Monte Ualla, fino alla vedetta Modighina, dove il guardiano della forestale Mario ci fa salire per ammirare il panorama. Siamo quasi a 600 metri di altitudine e la visibilità è ottima. La vista spazia a 360 gradi, tutto il massiccio del Gennargentu da un lato, il golfo di Oristano dall’altro, e il sud Sardegna, il mio traguardo che si avvicina.

In paese mi aspetta Laura, che mi porta a fare un giro e poi a casa della zia Albina dove alloggerò stanotte. Il paese è piccolo, poco più di trecento abitanti, e si sviluppa attorno alla chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista. Di fronte a questa si trovava un’altra chiesa poi crollata e, di recente, ristrutturata e lasciata volutamente senza tetto. All’interno, dove si trovano ancora elementi originali, quali nicchie e le aperture delle finestre, è tutto bianco e si presta bene ad accogliere eventi.

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Domus de janas di Burdaga

Nel pomeriggio Oreste e la moglie Alessandra mi portano poco fuori paese a visitare le domus de janas di Burdaga, su un costone roccioso. Alessandra insegna yoga alla locale polisportiva Andalas e mi ha proposto di fare una seduta breve proprio qui. Dunque stesi i materassini di fronte agli ingressi delle cavità, fronteggiando le verdi campagne iniziamo i movimenti. Mi rendo conto solo ora di quanto in tutto questo viaggio non abbia usato la parte superiore del corpo, pettorali, spalle e braccia, e anche questa breve seduta mi prova!

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Ex chiesa senza tetto

In tarda serata il Sindaco Gionata mi fa fare il bando alla popolazione per invitarla al mio evento che abbiamo deciso di fare proprio al di fuori della chiesa senza tetto. Non è la prima volta che mi annuncio in questo modo alla popolazione! Pian piano arriva un gruppo di signore, qualche famigliola, e io inizio a raccontare il mio progetto e a suonare l’ukulele di fronte a un piccolo pubblico e ai bei campioni di marmo rosa e grigio posizionati come sculture ad abbellire la piazza di questo piccolo paese.

 

FRAMMENTI SONORI

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BREVI NOVELLE SARDE

Oggi è la giornata numero 300. La stanchezza del viaggio inizia a farsi sentire tutta, fisica e mentale. L’adrenalina d’inizio viaggio, durata parecchi mesi, si era pian piano affievolita, dando spazio a un lungo periodo centrale di energia che si sta consumando. La mia attenzione e concentrazione sono diminuite così come la memoria nel ricordare nomi, luoghi, situazioni.

Ormai ho smesso da un po’ di scrivere articoli tutti i giorni. Mentre nella prima metà del viaggio avevo la forza di fare le ore piccole pur di completare il diario di viaggio, ora quella forza non c’è più. Il diario sono solo delle parole chiave, luoghi, persone, sulle note del mio cellulare, che insieme alle fotografie userò per ricostruire le giornate.


Post Scriptum. Dopo un anno e quattro mesi mi ritrovo a scrivere l’articolo di Asuni. Questa pratica ormai va avanti da quando ho terminato il viaggio. Alla fine delle note sulla giornata ad Asuni, per la breve novella, mi ritrovo scritto: “Riccardo Ricci, cognome toscano, miniere, ferrovie prima a Thiesi poi Asuni”. Non ho nessun ricordo di cosa sia questa storia. Mi sforzo, ma non ce la faccio. Devo chiamare Oreste per sollecitare la mia memoria.

Al telefono Oreste, alla mia richiesta di chi fosse tale Riccardo Ricci, mi risponde ridendo “è mio figlio!”. Ma non riusciamo a ricordare il perché me lo sia appuntato. Poi mi spiega il resto delle note: i suoi antenati Ricci arrivarono dalla Toscana per lavorare nelle miniere, poi nelle ferrovie. Il nonno di Oreste si stabilì a Thiesi, poi la famiglia si spostò ad Asuni.

Ringrazio Oreste e chiudo la chiamata, pensando al perché mi fossi segnato il nome di suo figlio. Mentre scrivo quest’articolo frugo anche nelle registrazioni raccolte col telefono, a volte vi trovo suoni, musica o storie raccontate. Ed eccone datata primo ottobre, data della giornata ad Asuni. La voce di un bambino, Riccardo, richiama alla memoria quel momento! E finalmente ricordo il perché di quelle mie note, è tutto nella registrazione!

Nel 2019 Riccardo, a 10 anni, si è classificato primo a un concorso provinciale di poesia bandito nelle scuole. Dunque gli chiedo di recitarmi la poesia, e lui, forse per timidezza, mi recita l’inizio della poesia intitolata “Ho a cuore il mio tempo”:

“Esco, mi diverto
e gioco con i miei amici,
stiamo insieme e siamo felici”

“Poi ci sono altre cinque righe” mi dice “e poi finisce così”:

“ma non durerà per molto ancora
[…] il tempo vola
e io per non perderlo nel vento
chiuderò nel cuore il mio tempo”

Riccardo Ricci 2019