Allai

284/377: Allai

ISPIRAZIONE

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Tipica casa in centro storico

La strada da Ruinas ad Allai è meravigliosa e tutta in discesa. Gli altopiani sono scavati dalla valle di un fiume che serpeggia tra il verde della vegetazione. Serpeggio nelle curve della vallata fino ad arrivare ad Allai.

Qui ho appuntamento con Mara e Sara, creatrici del progetto AllaiExperience per la valorizzazione del loro territorio. Le incontro al Museo Cima, situato a Casa Saba, un edificio storico. Le ragazze mi guidano attraverso una serie di reperti archeologici importanti, dal periodo prenuragico al romano, in una struttura bellissima, moderna e allo stesso tempo calda e accogliente.

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Reperto al museo Cima

Tra i reperti mi colpiscono una bellissima Dea Madre, una serie di lastre di pietra incise e betili messi in mostra in delle belle nicchie nel muro contornate di trachite rossa, e poi una scultura di roccia rappresentante un uomo barbuto, col quale mi identifico subito!

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Piazza Sant’Isidoro

Dalla porta del retro della casa si accede alla suggestiva Piazza Sant’Isidoro, sulla quale si affacciano delle logge del museo che contengono ognuna una tipologia di oggetti e attrezzi degli antichi mestieri: la macina e la pressa per l’olio, il forno e gli oggetti per la panificazione, il telaio, l’impagiatrice, un vecchio carro.

Le case che si affacciano sulla piazzetta sono tutte ben restaurate, principalmente di trachite rossa, messa in evidenza nei bordi di porte e finestre. Questo stile permane per tutto il centro de paese, curatissimo, e si ha l’impressione che il museo continui per tutto il paese, che è proprio l’idea di “museo diffuso”.

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Vista dal Monte Grighine

Presa la macchina, saliamo sul Monte Grighine e arriviamo fino ad un’area verde chiamata Pedru Maggiu. Qui si trova una vecchia fonte d’acqua. Dal versante ammiro il panorama di questo territorio che mi era sconosciuto e cerco di riconnetterlo mentalmente alla mia mappa del percorso, il vicino Mandrolisai da un lato e il Campidano di Oristano dall’altro.

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Ponte romano

Una volta ridiscesi verso il paese andiamo a visitare i resti del ponte romano, uno dei più belli finora visitati perché ancora attraversato dal fiume in più arcate integre. una parte del ponte è stata ricostruita in epoca medioevale. Riusciamo a salire sopra quello che rimane su una sponda, tre arcate intere, da dove la vista sulle sponde coperte di salici piangenti è veramente suggestiva.

La prossima tappa è alla domus de janas Marajana, un sito un po’ difficile da raggiungere, in quanto immerso nella vegetazione fittissima, talmente tanto che non so come le ragazze fanno a ricordarsi come arrivarci! Ma una volta arrivati l’apertura della tomba è inconfondibile, su una montagnetta di trachite.

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La casa sull’albero

Rientrati in paese l’ultima tappa della giornata è alla iconica “casa sull’albero”, sulle sponde del Rio Massari. La costruzione in legno, a cavallo di due eucaliptus giganti, venne ricostruita dopo che l’originale fu distrutta da un incendio doloso. Era un progetto svolto durante un master in architettura del paesaggio che poi rimase.

Ci salgo sopra con l’ukulele. La vista è fantastica. Sotto di me gli spettatori sono le mie guide, una coppia di turisti parcheggiati con un vecchio van Volkswagen, e una famigliola con bambini. Improvviso un brano tra il cinguettare di uccelli, lo scorrere dell’acqua e il brusio dei bambini. Magico.

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Chiesa dello Spirito Santo

Il centro del paese è illuminato dal tramonto e la trachite della chiesa parrocchiale dello Spirito Santo si accende di rosso. Passeggiamo tra le casette tipiche e pian piano ci organizziamo per cenare sotto il porticato della suggestiva piazzetta Falò, così chiamata perché qui si svolge il falò per la celebrazione di Sant’Antonio.

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Putzigheddu. Pozzo in centro storico

Ma la serata non è finita. Cristina, la ragazza che mi ospiterà stanotte, è la proprietaria del bar pizzeria Mariù, dietro la piazzetta e qui concludiamo la nottata con digestivi e allegre chiacchiere. Vado a dormire con la sensazione di aver passato la giornata girando per le stanze di un’unica casa, tanto il paese è raccolto e intimo.

 

FRAMMENTI SONORI

Live alla Casa sull’Albero.

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BREVI NOVELLE SARDE

Contusu.it è un sito dove vengono raccolti i “contusu”, racconti e leggende della tradizione popolare. Spesso frugo nel sito per cercare storie attinenti al luogo che visito.

Così scopro che uno dei siti che ho visitato oggi, il ponte romano, è stato teatro dell’incontro tra il pastore Ziu Juanni Loisu e tre cornacchie in “L’oro di Maria Cantada”:

Anche Juanni decise di andare in cerca di grano verso Fordongianus. I suoi pensieri erano cupi quando giunse in prossimità del ponte romano di Allai. Avanzava lentamente sul suo asinello quando sollevando lo sguardo notò tre belle ragazze, vestite di nero, presso la riva del fiume. Una delle tre, avanzando verso di lui esclamò – ” La tziu Juanni Loisu! Comment’istais? Est dea meda chi non si bieus”. Il pastore, un pò sorpreso chiese – ”E chie seis? E comente ischeis su numene meu?”. “Siamo le tre cornacchie che tu sfamasti durante l’inverno” – risposero le fanciulle – ”e sappiamo che ora sei diretto a Fordongianus per acquistare del grano”. Juanni rimase di stucco e le fanciulle gli consigliarono da quale famiglia recarsi per acquistare il grano ad un prezzo favorevole. “Noi ti attenderemo qui” – aggiunsero – “perché al ritorno dobbiamo darti qualcosa da consegnare a Samugheo”.

La geografia della zona che si mescola nella leggenda. Per leggere l’intero racconto CLICCA QUI.