281/377: Mogorella

ISPIRAZIONE

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Oggi viaggio quasi tutto in salita, una lenta salita per 10 chilometri in mezzo alle colline ai piedi del Monte Grighine. Arrivo a Mogorella ed in comune mi accoglie il sindaco Lorenzo. Dopo aver lasciato bici e bagagli a casa sua dove sarò ospite ci incamminiamo per una passeggiata in questo piccolo paese.

Noto subito l’ordine e la pulizia, e molte case antiche tutte in pietra. Qui non c’è segno di mattoni in terra cruda, abbiamo lasciato la pianura e siamo già più in alto. Mi colpiscono i moltissimi portali antichi, alcuni ben ristrutturati, altri con un legno originale vecchissimo e fini intagli. Arriviamo fino alla Casa Sanna, una bella casa padronale ristrutturata e acquisita dal comune che dovrebbe fungere da centro accoglienza e ristoro.

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Il paese si estende su delle collinette, quindi un po’ di sali e scendi. Arriviamo in alto fino alla piazzetta della Chiesa San Lorenzo, la cui facciata è costituita da trachite rosa. Lorenzo mi fa notare qualche pietra con incisioni e simboli particolari. Accanto alla chiesa ma staccato si trova l’alto campanile moderno, molto meno bello della facciata!

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Prima di pranzo riusciamo a salire in macchina fino ai resti di tre nuraghi, il nuraghe detto ‘de is pastoris’, ora sparito sotto un deposito d’acqua, il protonuraghe Friarosu, al lato di una vecchia strada romana di cui rimane qualche evidenza, e il nuraghe Luas, di cui rimane poco, che si affaccia su tutta la vallata sottostante.

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Dopo un pranzo leggero a base di brodo di carne e verdure bollite (yes!!) mi riposo e lavoro tutto il pomeriggio. La sera prendiamo la macchina per salire al Monte Grighine, dove arriviamo proprio al di sotto delle pale eoliche, di cui mi godo l’inquietante rumore. Tutta quest’area è stata rimboschita con pini ed eucaliptus dopo il terribile incendio del 1983. Lorenzo mi dice di ricordarselo da bambino, il cielo coperto di fumo, e cenere e lapilli che piovevano sul paese. Percorriamo parte di questi giovani boschi per arrivare all’ingresso di quella che era una miniera, probabilmente di piombo.

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Rientrati in paese ne approfitto per fare delle fotografie ad una serie di decori urbani, i murales di Pina Monne, e molto interessante un’iniziativa di alcune giovani ragazze del servizio civile che hanno addobbato il paese con cassette di legno colorate contenenti vasetti colorati di fiori. Concludiamo la serata con un aperitivo al chiosco dell’area attrezzata di Piazza Trieste dove si trova un parco giochi per bambini ed un anfiteatro per spettacoli, e riesco andare a letto prestissimo, sfiancato da un raffreddore che sta prendendo il sopravvento (con questo caldo!?!).

 

FRAMMENTI SONORI

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BREVI NOVELLE SARDE

Gli ultimi tre giorni ho attraversato i tre comuni possessori di impianti eolici sul Monte Grighine, Siamanna, Villaurbana e Mogorella. Visto che in questo viaggio ne ho incontrato tanti altri (soffrendo anche le dure salite che a questi conducono!), per esempio a Nulvi, Bortigiadas, Alà dei Sardi, Erula, Uta, e che ho sentito opinioni a favore e contro sulla loro invadente presenza, mi sento di dover dire la mia. Il solo fatto di intraprendere un viaggio così lungo col solo ausilio della bicicletta la dice lunga sul mio pensiero, rivolto all’eco-sostenibilità, e alla propensione verso stili di vita rispettosi dell’ambiente. Che si voglia o no, l’energia eolica è una delle forme di energia alternative attuali, insieme al solare, che ha un impatto ambientale decisamente minore rispetto all’utilizzo di energie derivanti dagli idrocarburi. E queste due forme di energia in una terra come la Sardegna potrebbero sopperire al fabbisogno dell’intera isola. Purtroppo ciò non avviene. Perché secondo quello che sento spesso, dell’energia prodotta dalle pale eoliche per esempio, nulla o solo una minima parte va alla popolazione locale. Stessa cosa per il solare che deve in parte essere messo nella rete del gestore pubblico. Che dire? Passiamo al metano? Mi sa che quello non lo vogliamo. Allora lascio la discussione e le risposte agli esperti.