26/377: Bidonì
ISPIRAZIONE
La discesa che da Sorradile porta a Bidonì è brevissima.
Non è neppure necessario che indossi il mio abbigliamento tecnico da ciclista, in 10 minuti sono arrivato in Comune.
Incontro il Sindaco Ilaria che mi accompagna al mio alloggio, una casetta antica in centro storico ristrutturata e adibita all’accoglienza di turisti.
Il paesino è piccolo, solo 128 abitanti, il più piccolo che ho visitato finora.
Anche qui ci sono molte case disabitate, ma il centro è ben curato, con una bella pavimentazione stradale in pietra.
Spicca un campanile moderno. La chiesa di San Giovanni Battista in centro era stata buttata giù negli anni Sessanta, purtroppo, e ricostruita in stile moderno nei Settanta.
Per pranzo incontro Daniel, che sarà la mia guida per tutta la giornata.
Purtroppo le giornate piovose dei giorni scorsi non ci permettono di recarci a uno dei siti più interessanti della zona, il Tempio di Giove, di epoca romana.
Daniel però ha delle foto che ha scattato dall’alto con un drone sugli scavi, che mi danno l’idea della sua importanza.
Ci dirigiamo poi verso il lago Omodeo.
Guidiamo fino alle sponde e, finalmente dopo tanti giorni nelle sue vicinanze, arrivo a toccare le sue acque.
La vista da una lingua di sabbia che si estende dentro le acque è magnifica. Daniel mi racconta di tutta l’archeologia che è presente sotto le acque del lago, insediamenti nuragici, e che pian piano viene distrutta dall’alzarsi e l’abbassarsi delle acque.
Sulla via del ritorno ci fermiamo a per la bella chiesa campestre del Seicento di Santa Maria di Ossolo.
Sul piazzale una persona sta fotografando la facciata. Ci avviciniamo e riconosco Raffaele Cau, genealogista ed esperto di cognomi sardi (e di tutto ciò che è storia della Sardegna).
Un piacevole incontro, casuale, che si conclude al bar per un aperitivo.
Non prima però di una visita al museo (sì, sì anche un paesino di 128 abitanti ha un museo!), il museo museo della stregoneria e sulla magia in Sardegna, S’omo ‘e sa Majarza.
Qui è illustrata la storia delle tradizioni magiche presenti in Sardegna, della caccia alle streghe sarde, dei rimedi magici, ed è presente un’esposizione di belle maschere di Roberto Serri di Oliena.
FRAMMENTI SONORI
128 note si rincorrono una dietro l’altra, una per ogni abitante.
BREVI NOVELLE SARDE
Daniel, 42 anni, è appassionato di questi luoghi, della loro storia e del loro futuro.
Mi parla di archeologia, di storia, e soprattutto dello stato del lago, di ciò che dovrebbe essere fatto per salvaguardare il territorio e le sue ricchezze.
Al museo delle streghe mi racconta qualche aneddoto.
Ci fermiamo davanti a una pietra importante, proveniente da un sito archeologico, un altare sacrificale dove venivano immolate vittime, probabilmente anche persone.
Daniel mi racconta che durante una visita, una donna visibilmente scossa davanti alla pietra, chiede di uscire. La sua gamba trema vistosamente davanti alla pietra ogni volta che si riavvicina.
Un’altra donna, qualche mese dopo, conoscendo la storia dell’altra signora, si avvicina a tutte le pietre presenti nel museo, e indovina qual è la pietra implicata, sentendo una strana energia proveniente da essa.
Daniel stesso, illustrandomi la sezione dei rimedi naturali, mi racconta di quando gli venne fatta la ‘medicina’ da un vecchio di paese.
E in effetti anch’io fui trattato e guarito dalle verruche da una signora di Gavoi, dopo aver provato inutilmente varie cure mediche tradizionali.
L’aria di magia si sente fin giù al lago. Dalle acque spuntano degli alberi secchi.
Sui loro rami si riposano un gruppo di corvi neri. Sembrano degli alberi di Natale disegnati da Tim Burton.
Al nostro passaggio i corvi volano via a raso sulle acque del lago. Acque che nascondono resti di antiche civiltà.
Chissà se riposano qui sotto anche i resti delle antiche streghe…