251/377: Silanus
ISPIRAZIONE
Avanzo lungo il Marghine, nella vecchia strada sotto il costone basaltico, dove i paesi sono tutti più o meno in fila. Oggi arrivo a Silanus dopo un breve tragitto.
Prima di entrare in paese svolto a destra in direzione della ss129, che sto volutamente evitando, per raggiungere l’importante sito di Santa Sabina.
Qui mi accolgono Simonetta, una ragazza che segue il mio viaggio, Massimo, un ragazzo di Silanus che mi è già capitato di incontrare un paio di volte (a Ghilarza nel gruppone di ciclisti, e a Seneghe al mio evento presso casa Addis…credo!) e Carlo della cooperativa che gestisce il sito.
Siamo di fronte a una doppia meraviglia: il nuraghe, possente, in basalto scuro e poroso, e di fronte a questo la chiesa medioevale, con tutta probabilità costruita con parti dell’insediamento nuragico vista la presenza di basalto scuro, e con calcare bianchissimo proveniente da cave nelle vicinanze.
L’interno della chiesa rivela questa bicromia di pietre. Le due ali laterali ai lati del corpo centrale vennero aggiunte in seguito, e sono collegate tramite dei bellissimi archi di calcare bianco. Facendo il giro esterno della chiesa si possono notare le parti restaurate, inclusa la cupola centrale.
E si uniscono a noi anche due turisti per concludere la visita all’interno della struttura dove si trovano alcune belle foto della mostra Nois, gigantografie in bianco e nero sparse per il paese che ritraggono affascinanti scene di vita paesana.
Veniamo raggiunti dalla vice Sindaca Rita e da Maria Antonietta, assessore a turismo e cultura per un benvenuto ufficiale.
Entrati in paese, Borgo Autentico d’Italia, posso ammirare foto in bianco e nero su alcune facciate di palazzine storiche. Arriviamo alla chiesa parrocchiale di Sant’Antonio Abate, con una sobria facciata e un bel campanile con decorazioni in pietra. Qui di fronte si trova Casa Aielli, una casa-museo dove sono presenti alcune interessanti iniziative artistiche parallele a Nois.
“Il filo della memoria” è una mostra nella quale viene riscoperta e valorizzata l’antica arte tessile, quando i fili erano tinti con sostanze esclusivamente naturali e la tecnica veniva appresa dalle donne osservando la propria mamma o nonna.
In una sala è esposta la mostra “Fotografie della Sardegna nel primo novecento” di Guido Costa, studioso di storia e cultura della Sardegna, che utilizzò il mezzo fotografico come strumento di documentazione delle sue ricerche.
Poi due mostre dedicate ai centenari: la mostra fotografica “100 centenari” di Luigi Corda, che raccoglie foto di centenari da tutta la Sardegna (di cui due di Silanus) e quella sui centenari di Silanus curata dalle stesse Simonetta e Alessandra che mi accompagnano. Tra questi centenari mi colpisce la storia di due fratelli, nati dallo stesso padre, che venne ucciso da una delle madri, e che si rappacificarono in vecchiaia raggiungendo entrambi il traguardo 100 e superandolo.
Concludiamo la mattinata con un aperitivo in piazza dove ci raggiunge anche il sindaco Gian Pietro per darmi il benvenuto. Dopo un bel pranzo a casa di Rita, riesco un po’ a riposare ed è solo al calar del sole e del caldo che riprendiamo il giro del paese.
Le strade del centro storico sono ricche di murales, alcuni dei quali raccontano l’importanza che qui ha avuto la poesia improvvisata. Due tra i più importanti poeti improvvisatori sardi, Marieddu Masala e Frantziscu Mura (morto a Desulo durante una gara poetica) erano infatti di Silanus.
Poi altri murales, il fisarmonicista di Gianni Careddu, le coloratissime opere del collettivo Tuta realizzate per il Festival della Resilienza di Macomer, una bellissima donna di Mauro Patta, e una Sardegna composta da “Chentu concas, chentu berritas” di Luigi Pu.
E concludiamo con due chiese. Quella gotico-catalana di Santa Maria Maddalena, a navata unica, del 1582, tutta in pietra basaltica, come le belle palazzine che le stanno intorno, e con una interessante facciata racchiusa tra due bordi di pietra. E poi, nella zona alta del paese quella di San Lorenzo, dove sta finendo la messa.
All’esterno di questa magnifica chiesetta del 1150 si trovano dei betili rinvenuti presso la tomba di gigante di Sa Pedra Longa, in prossimità del nuraghe Corbos, mentre all’interno, una volta uscite le persone, posso ammirare i resti di affreschi del trecento. E intanto il sole è calato oltre il Marghine.
FRAMMENTI SONORI
BREVI NOVELLE SARDE
È notte, e Marco, il ragazzo che mi ha dato ospitalità, mi porta a cena a casa di amici, in una bellissima casa in campagna poco fuori paese. È una serata perfetta, la tavola è allestita sotto una quercia secolare dalla quale pende l’illuminazione.
Marco è un appassionato di Sardegna, di sardi e di cose sarde. E di questo mi parla. Specialmente del suo progetto Siendas, che in sardo significa ‘tesori’. Siendas vuole tutelare le eccellenze enogastronomiche della Sardegna, e costruire relazioni tra produttori di qualità sardi e i mercati italiani ed esteri.
Marco vuol far sì che migliori la consapevolezza sui sistemi di produzione alimentare e si incrementino gli scambi a favore delle economie locali. Marco è uno di quegli appassionati che vogliono dare alle produzioni di qualità il valore che meritano. E uno dei mercati che sta approfondendo in questo periodo è quello inglese…chissà che non riesca a dargli una mano!