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215/377: Bonnanaro

ISPIRAZIONE

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Per fortuna le distanze tra paesi in questa zona non sono grandi e viaggio prima che diventi troppo caldo. Le previsioni non sono confortanti, dai 35 ai 40 a oltranza per giorni e giorni. Viaggio tra le campagne dorate del Logudoro, con l’imponente Monte Santu a destra, e supero la grande barriera artificiale che è la 131, risalendo al primo paesino del Meilogu di questo viaggio, tra il Monte Pelao e il Monte Arana tra i quali si trova Bonnanaro.

Arrivo in Comune, dove trovo il Sindaco Antonio che mi accoglie nella sua stanza. Dalle finestre si vede il territorio circostante, il Monte Santu, il Monte Pelao alle spalle del paese, le vallate del Logudoro. Antonio mi spiega (ma io lo so già grazie alle mie conoscenze geologiche) che queste alture, altopiani di basalto, un tempo erano fondi valle dove le lave fuoriuscenti dai vulcani che qui esistevano si depositavano sugli esistenti sedimenti. Un tempo questo era un territorio ricco di agricoltura ma ora è vittima di una grave crisi idrica, l’acqua del bacino idrico del Rio Mannu si convoglia verso il Coghinas e non arriva più qui. Le dighe hanno avuto un effetto a doppio taglio, per non parlare della loro gestione, e della gestione dell’acqua in generale.

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Bonnanaro è il paese delle ciliegie, ma Antonio mi racconta di come gli alberi di recente son stati devastati da insetti, anche se si continua a svolgere la sagra all’inizio dell’estate. Ormai nel territorio, come in molti della zona, prevale la pastorizia. Poi mi parla dei siti archeologici della zona, specialmente la necropoli di Corona Moltana, dove i ritrovamenti son stati talmente importanti che hanno dato il nome ad un’intera facies culturale prenuragica, quella per l’appunto nota come Cultura di Bonnanaro.

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Ci raggiunge il Vice Sindaco Mario che prima di pranzo mi porta a visitare il bellissimo Palazzo Passino, residenza ottocentesca dei nobili del paese, in una posizione alta da cui si ammira un bel panorama. La vista si estende dal Monte Santo fino alla cosiddetta ‘valle dei nuraghi’, che probabilmente visiterò domani. Passeggiamo nel centro storico, dove le stradine son ciottolate, e si trovano diverse palazzine nobiliari. Arriviamo alla bella fontana di Cantaru, tutta in pietra bianca, sormontata da una cupola e coi rubinetti su tutti i lati. Poco distante si trova anche il vecchio lavatoio. Rientriamo in comune passando accanto alla parrocchiale di San Giorgio e ad un paio di bei murales.

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Per pranzo sono ospite da Tiziana e Davide, con le piccole Giovanna e Maria. Tiziana è la cugina dell’artista Gianni Polinas, originario di Bonnanaro, che conobbi nella mia giornata a Olbia. Anche lei mi racconta un po’ di fatti su Bonnanaro, e mi parla del loro famoso poeta Giuseppe Raga, recitandomi una sua poesia. Le sue poesie verranno raccolte postume nel 1968, in due volumi dal titolo “Cantigos de Pelau”, non vedo l’ora di leggerne qualcun’altra.

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Il pomeriggio fa troppo caldo per pensare di stare fuori, e me ne rimango a riposare al b&b Monte Arana dove sono ospite della proprietaria Fernanda. Riesco quando fa più fresco, per recarmi all’incontro che è stato organizzato alla chiesa di Santa Croce con il Coro di Bonnanaro. Suoniamo e cantiamo di fronte ad un piccolo ma caloroso pubblico, e una volta finito ci riversiamo fuori, dove è stato allestito un piccolo rinfresco. È qui che conosco Gianni e Massimo.

 

FRAMMENTI SONORI

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BREVI NOVELLE SARDE

Gianni e Massimo sono gli ideatori e realizzatori di una “manifestazione cicloturistica” chiamata Girovinho’s. I due temerari (perché questo è quello che sono!) hanno ben pensato di ideare dei viaggi in bicicletta, visitando svariate cantine e aziende vinicole disseminate nei territori toccati. L’idea è quella di raccontare la variabilità dei territori tramite la viticultura, e di mettere in evidenza l’eccellenza della produzione vinicola sarda. In ogni cantina vengono accolti, gli viene fatto fare un tour di conoscenza dell’azienda e poi vengono invitati ad assaggiare i vini. Conosco bene questa scaletta! La prima “edizione” è stata nel 2016, il viaggio da Cagliari a Bonnanaro, in 12 tappe e 520 chilometri passando dalla Orientale Sarda. Poi negli anni seguenti si sono susseguiti il percorso inverso, lungo la costa Occidentale, ed altri itinerari più brevi, per esempio quello che tocca le aziende vinicole del nord-ovest Sardegna. Mi chiedo come facciano a risalire in sella alla bici per fare tappe certamente più lunghe e faticose delle mie. Poi penso che loro lo fanno per soli sei giorni, mentre io arriverò a 377 dove potrò contare sulle dita di una mano le giornate dove non ho fatto svariati assaggi alcolici!