204/377: Usini
ISPIRAZIONE
La strada di oggi è in mezzo a vallate di calcari bianchi, ulivi e vigne. La prima destinazione è proprio in mezzo a questi terreni in campagna, dall’alto dei quali rivedo Sassari in lontananza. Arrivo a casa di Claudia e Fabio che mi hanno invitato a pranzo e mi porteranno un po’ in giro.
Poggiati bici e bagagli ci mettiamo in macchina insieme ai loro figli Giammaria 12 anni, Ernesto 7, Giacinto 5, per arrivare in paese dove mi aspetta in Comune l’amministrazione per darmi il benvenuto con un piccolo rinfresco. Facciamo in tempo a visitare la bella chiesa di Santa Croce, dell’XI secolo, e Giammaria mi fa da guida, descrivendomela nella sua storia e nei suoi dettagli, a partire dalle sue pietra bianche calcaree, fino agli altari e le nicchie dell’interno.
Rientriamo per pranzo, al termine del quale io e Claudia ci facciamo una suonata, ukulele basso e guitalele (un misto tra chitarra e ukulele). Dobbiamo rimetterci in macchina perché ci aspettano delle signore che stanno preparando gli andarinos, una pasta tipica di Usini. Stiamo da loro un po’, le osservo mentre prendono la pasta, la arrotolano finemente sul vetro rigato e con un gesto rapido la spostano al lato per ricominciare. Una di loro fa provare la manifattura anche ai piccoli Ernesto e Giacinto.
Da qui ci spostiamo per una visita all’azienda vinicola Cherchi, dove ci accolgono con ottimi assaggi di vermentino e cagnulari e ci raccontano un po’ la storia di questa realtà nata negli anni Settanta. Ne approfitto per fare qualche foto alla cantina e ai vigneti esterni.
L’ultima tappa è a casa Derosas, dove ci guida l’assessore Gian Luigi. Questa bella palazzina era la residenza di una famiglia di possidenti locali. Ci inoltriamo nei suoi ambienti, caratterizzati da archi, pareti affrescate, mobilio d’epoca e una parte riservata a raccogliere il patrimonio etnografico locale.
È ora di ripartire verso Sassari, dove dormirò stanotte. È solo il primo di una serie di andate/ritorni verso la seconda città della Sardegna…ah ho dimenticato…oggi era il mio compleanno!
FRAMMENTI SONORI
Variazione su una canzone di Claudia Crabuzza
BREVI NOVELLE SARDE
Spesso mi piace parlare di personaggi che non sono originari dei luoghi che descrivo, ma che ormai ne fanno parte. Claudia Crabuzza è una cantante di origine algherese ma di recente trasferitasi a Usini, con un importante trascorso musicale. Leader e fondatrice del gruppo Chichimeca (pronunciato cicimeca) coi quali ha realizzato diversi lavori discografici e suonato in tutta Italia e all’estero, ultimamente lavora anche da solista, cantando in algherese. Nel 2010 ha vinto il premio Maria carta in duo con la chitarrista Caterinangela Fadda, e ha poi realizzato un disco in cui reinterpreta le canzoni del cantautore algherese Pino Piras. Il suo ultimo disco ‘Com un soldat’ del 2016 contiene tutte canzoni al femminile, storie ed emozioni di battaglie quotidiane di una donna madre. Non mi resta che ascoltarlo! (PS ho dovuto usare Google translate per tradurre molti dei testi biografici trovati online su Claudia, tutti in algherese!)
Si pensa sempre che i banditi più spietati sardi fossero tutti dell’interno, mentre anche il Sassarese e Logudoro vanta una grossa presenza di personaggi coinvolti in tragiche vicende. A Usini, a fine Ottocento, nacque Luigi Delogu, bandito che oltre a vari omicidi fu anche autore dell’assassinio della moglie e dell’amante. Si costituì ai Carabinieri solo per far intascare alla famiglia la taglia di 8000 lire. E sempre a Usini nello stesso periodo nacque il famoso Francesco Derosas, detto Cicciu Rosa, che venne perfino intervistato da Sebastiano Satta che ne fece un articolo sul quotidiano Sassarese L’Isola. Cicciu Rosa, latitante, commise svariati omicidi, tra cui quello del carabiniere Vittorio Audisio, che gli costò la cattura dopò aver seminato terrore nelle campagne sassaresi per anni. (PS queste notizie le ho prese dal sito La mia Sardegna, curato da Claudio De Tisi).